CURIOSI INCROCI FAMILIARI NELLA CERIMONIA ALLA SCUOLA GDF DI COPPITO

ZAFFIRI, CHE STRANA GIORNATA! MAURO, MAURIZIO E IL PREMIER…

di Alberto Orsini

11 Novembre 2010 19:35

L'Aquila -

L’AQUILA – Il padre, esponente di spicco dei comitati cittadini, contesta il governo di Silvio Berlusconi e la sua azione nella ricostruzione dell’Aquila terremotata, fuori dalla scuola sottufficiali della Guardia di finanza.

Quasi nello stesso momento, il figlio, capitano dell’Aquila Rugby, consegna al premier una maglia dell’Aquila Rugby come ringraziamento per il contributo di 200 mila euro versato al sodalizio neroverde, all’interno della stessa scuola.

Il padre e il figlio si chiamano Mauro e Maurizio Zaffiri e i due si sono ritrovati a poche decine di metri di distanza, eppure in quelle due situazioni diametralmente opposte, durante l’ultima visita del presidente del Consiglio nel capoluogo.

MAURO: ”LE SCELTE DI MIO FIGLIO SONO SOLO SUE. L’AQUILA RUGBY, COSI’ NON VA”

È ancora seccato per il trattamento ricevuto dai manifestanti da parte delle forze dell’ordine, Mauro Zaffiri. Perciò ci tiene di più a dire che “la manifestazione è stata un momento di arrendevolezza della città: i soldi per ricostruire ci sono, ma se molliamo tornano in discussione!”, piuttosto che commentare la… riunione di famiglia sfumata per poco in quel di Coppito.





“Maurizio è il capitano di una squadra – ricorda semplicemente Zaffiri Sr. – e come tale era tenuto a essere lì. Ha ritenuto di esserci e c’è stato, tutto qua. Le scelte mie sono le mie, le scelte sue sono le sue”.

“E poi, intendiamoci – prosegue – non c’era niente di male in quello che ha fatto! Se ne abbiamo parlato? No, non c’è stato modo di farlo”.

Per Mauro Zaffiri è anche l’occasione per parlare dell’Aquila Rugby, su cui ha molte note critiche da fare. “Se è un patrimonio della città, com’è stato detto – attacca – allora è un patrimonio anche mio. Ebbene, allora Guido Bertolaso come capitano onorario non lo voglio! E poi, bene i 200 mila euro di Berlusconi, ma dopo il terremoto tanti altri sponsor hanno pagato, e loro come mai non sono ricordati?”.

Non è finita. “Voglio conoscere i bilanci – elenca Zaffiri padre – e voglio capire chi sono adesso i dirigenti. Voglio sapere, quale ruolo ha il sindaco Massimo Cialente? E la Carispaq? E l’onorevole Gianni Lolli?”.

MAURIZIO: ”DA CAPITANO SONO ORGOGLIOSO, DA CITTADINO INVECE…”

Più divertito a esaminare la situazione Maurizio Zaffiri. “Chi conosce me e mio padre – spiega – sa che ha molti difetti (ride), ma sicuramente la coerenza è una sua prerogativa assoluta. Quello che è successo, la contestazione, è coerente con le idee che sostiene da sempre”.





“Di parlarne a lungo non c’è stata occasione – svela il terza linea neroverde – ma ci siamo sentiti subito dopo, scherzando su quello che era successo. Da piccolo ho imparato tutto da lui, ora cammino con le mie gambe”.

Sulla manifestazione in sé, Zaffiri jr., noto nell’ambiente della palla ovale come “Zappò”, spiega di essersi sentito “molto orgoglioso, da capitano, a essere su quel palco perché, come ha detto il sindaco, L’Aquila ha bisogno di simboli e il presidente del Consiglio ha visto che L’Aquila Rugby lo è. Le sue parole ci hanno lusingato, penso di poter parlare anche a nome degli altri giocatori”.

Questo da capitano. “Da cittadino aquilano, invece – prosegue – a parte i simboli ci vuole sicuramente qualcosa di più concreto per ricostruire la città e il centro storico soprattutto. Gli sfollati ci sono, le tasse e i mutui da pagare pure, la situazione generale è quella che è”.

“Il mio doppio ruolo – spiega Maurizio – non mi può certo far pensare che all’Aquila sia tutto rose e fiori. Se l’ho detto a Berlusconi? Mi sembrava assolutamente inopportuno in quel momento, e poi nella cerimonia c’erano sindaco, presidente della Provincia e presidente della Regione. Insomma i cittadini mi sembravano ben rappresentati”.

E a testimoniare una volta di più l’assoluta libertà di scelta all’interno della famiglia Zaffiri, il capitano neroverde chiude rivelando che tra la contestazione e la cerimonia, sua sorella Giulia ha fatto una terza scelta: “Io ero alla scuola, papà fuori a contestare e mia sorella sul divano di casa a vedere la tv!”.

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