VIRUS: REPARTI OSPEDALE TERAMO CONTAMINATI, ASL CORRE A RIPARI, SCONTRO SINDACO E DIRETTORE MATTUCCI

27 Marzo 2020 19:22

Regione - Cronaca

TERAMO – “Dai risultati dei tamponi eseguiti finora sia sul personale sanitario dell’Ospedale di Teramo, ad oggi in numero di 45, che sui pazienti ricoverati sospetti di esposizione al coronavirus, si evince che i Reparti particolarmente colpiti sono due: quello dei ricoveri di Oncologia e quello di Medicina Interna. L’Azienda, che ha già messo il proprio personale in isolamento domiciliare con sorveglianza sanitaria attiva da parte Medico Competente, sta trasferendo i ricoverati risultati positivi nei posti letto esclusivamente dedicati a pazienti con Covid-19 presso l’Ospedale di Atri”.

A comunicarlo oggi il direttore generale facente funzione della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, a seguito di veementi polemiche che sono esplose intorno ai timori determinati dal contagio innescato da un paziente oncologico nel nosocomio di Teramo, fulcro del sistema sanitario della provincia dove sono 82 le positività.

Intorno alla contaminazione di repaerti di vitale importanza del nosocomio teramano si registra però  lo scontro durissimo  tra il sindaco Gianguido D’Alberto, che è arrivato a chiedere il commissariamento della Asl e di fatto l’estromissione di Di Giosia, e il direttore sanitario Maria Mattucci che ha risposto per le rime, difendendo l’operato suo e di tutta la Asl. Il sindaco ha ha però replicato con ancora maggiore veemenza, chiedendo a Mattucci di fare “un passo di lato”.

La Lega è invece intervenuta a difesa della Asl.

Ieri all’Ansa dal canto suo Di Giosia aveva rassicurato che situazione è sotto controllo e oggi rende noto che “terminate le operazioni di trasferimento, che avverranno in assoluta sicurezza nel giro di qualche ora, i locali delle Unità Operative interessate verranno sanificati anche con nebulizzatori di ultima generazione, acquistati proprio in occasione dell’emergenza sanitaria in corso, che consentiranno la riapertura immediata dei Reparti stessi”.

Inoltre, assicura, “considerato quanto accaduto, la Asl ha deciso di sottoporre a tampone tutti gli operatori sanitari e anche tutto il personale non sanitario che comunque opera all’interno dei Presidi Ospedalieri, per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei ricoverati”.

La Asl sta infine di Teramo sta predisponendo altri posti letto riservati ai pazienti Covid, utili alle eventuali ulteriori necessità. Pesa però su una situazione già pesantissima, da tutti i punti di vista, il durussimoi attacco di D’Alberto.





“l’ospedale Mazzini e gli altri presidi ospedalieri stanno diventano i punti di principale concentrazione di casi positivi che stanno crescendo in maniera esponenziale e in modo gravemente diffuso”.

Ha lamentato che non pè stata data seguito alla richiesta urgente di misure di tutela del personale sanitario e dei pazienti, come “tamponi a tappeto a tutti coloro che avevano lavorato negli ospedali in questi giorni”, “protocolli chiari e luoghi di lavoro sicuri”

A seguire l’affondo: “Non è ammissibile continuare ad affrontare una situazione straordinaria nelle forme di una gestione ordinaria, esponendo sanitari e pazienti ad un rischio non concepibile, puntando solo sulla responsabilità e abnegazione di tutti questi professionisti. Non è ammissibile tergiversare, invece di mettere in sicurezza quello che è il fronte oltre che il baluardo fondamentale di questa guerra: gli ospedali.

Da qui la perentoria richiesta “di fronte ad una guida sanitaria in palese difficoltà nel fornire risposte adeguate ad affrontare l’emergenza, vista la straordinarietà della situazione, è necessario e urgente considerare la nomina di una struttura commissariale straordinaria per l’emergenza sanitaria che coadiuvi la Direzione generale. Ogni tempo richiede figure adeguate alle situazioni che si vivono, c’è bisogno di una figura accreditata, capace, a prescindere da qualsiasi valutazione o vicinanza politica, considerata la drammaticità della situazione”.

Subito però è intervenuta la Lega, con i consiglieri regionali del Teramano Emiliano Di Matteo, Toni Di Gianvittorio e Pietro Quaresimale.

 “La sanità teramana dispone già di medici, tecnici, infermieri e di personale amministrativo di prima scelta e non necessita di task force o manager estranei al territorio per fronteggiare la criticità della pandemia in itinere”, hanno tagliato corto sottolineando che “il lavoro che sta svolgendo la Asl è encomiabile, con spirito di abnegazione, competenza e sacrificio per fronteggiare la drammatica emergenza che viviamo”.

Proprio la Lega, con il coordinatore regionale, il deputato Luigi D'Eramo, aveva tuonato contro la Asl di Teramo per l’affidamento diretto di una campagna di comunicazione istituzionale sull'emergenza coronavirus, alla società Mirus di Pescara, da 40 mila euro.  Che però vista la gravità della assume a questo punto un rilievo secondario.

A rispondere a D’Alberto, e anche al sindaco di Giulianova Jwan Costantini, allineato sulle posizioni del sindaco di Teramo, la direttrice sanitaria Mattucci.





“Sindaco Costantini e Sindaco D’Alberto, a questo punto della carriera non ho niente da perdere e tanto meno ho da chiedere. Sono stata delegata dall’Unità di crisi e dal Direttore Generale, che mi ha fortemente voluto in questo, a seguire l’Ospedale Covid di Atri. È stato ed è un grande lavoro che è tutto verificabile. Peraltro tutti i medici e i paramedici dell'ospedale si sono messi a disposizione e lavorano indipendentemente dalle discipline di appartenenza”.

“Con molti Sindaci delle zone, soprattutto di emergenza, ho rapporti costanti. In tempi non sospetti ho proposto di blindare la Val Fino – spiega Mattucci. Ho proposto di eseguire tamponi sull’intero territorio. Ho proposto i tamponi per il personale sanitario, mi sono adoperata perché l’Istituto Zooprofilattico fosse riconosciuto laboratorio di riferimento. Ho ordinato personalmente, tramite la farmacia dell’Ospedale di Atri, la formulazione sottocute del farmaco Tocilizumab ed ho autorizzato regolarmente, anche a distanza, per tutti i pazienti ricoverati, lo stesso farmaco. Ho ottenuto, io personalmente, che Giulianova non diventasse Covid e ci sono riuscita mettendo a disposizione altri posti letto, altra terapia intensiva, facendo spostamenti al Covid di Atri e riuscendo a mettere a disposizione posti anche per l’Asl di Pescara. Mi sono offerta di seguire io il percorso dei tamponi che poi il Direttore Generale ha affidato al dottor Ercole D’Annunzio. Ho rammarico, certo, per il personale di Oncologia e soprattutto per i pazienti di Oncologia dell’Ospedale Mazzini e sto aspettando, dal Capo Dipartimento, il dottor Carlo D’Ugo, di conoscere quali protocolli siano stati adottati e come e se sono state rispettate le misure di sicurezza obbligatorie anche nelle riunioni interdisciplinari tra sanitari”.

E conclude: all'ospedale Mazzini di Teramo c'è ovviamente anche un Direttore sanitario, preposto all'organizzazione del presidio stesso, che è coordinatore degli altri tre presidi ed è il dottor Pietro Romualdi. Ricordo che non lavoriamo come degli sciocchi senza avere una organizzazione. 'Unità di crisi e l'emergenza ha trovato nell'ospedale Covid di Atri un piano specifico che è unico. Sindaco Costantini e sindaco D’Alberto, non mi posso permettere dispendi di energia perché devo lavorare. Dove sono? Al lavoro, appunto. E sono nota per rispondere al telefono a tutti. I medici che, mi dite, raccontano a voi sindaci, invece che a noi sanitari, le difficoltà, accampando il pretesto di avere paura di me, mi fanno fare finalmente un sorriso. Auguro a voi sindaci di avere la coscienza pulita come ce l’ho io. In giornate di dolore e fatica aiuta molto, sapete?”, ha concluso Mattucci.

D’Alberto però non ha fatto cadere la polemica e ha controreplicato, con ancora più durezza.

“La direttrice sanitaria Mattucci – tuona il sindaco -, piuttosto che rispondere a me come Sindaco di Teramo e Presidente del Comitato ristretto dei Sindaci e al Sindaco di Giulianova, quindi rappresentanti e autorità sanitarie delle comunità di riferimento, avrebbe fatto sicuramente meglio a rispondere ( e dare ascolto), tempestivamente e adeguatamente, alle voci di tutto il personale, medici, infermieri e sanitari tutti che lavorano nei presidi ospedalieri della nostra provincia e che lei avrebbe dovuto coordinare, dirigere e proteggere in questo momento di grave emergenza sanitaria”.

“Ciascuno di loro, oggi, è, dolorosamente, testimone della veridicità delle sue affermazioni. Avrebbe fatto meglio a rispondere non oggi, quando l’emergenza è esplosa in tutta la sua drammaticità, bensì in quelle settimane, in quei giorni passati durante i quali dovevano essere messe in campo varie forme di prevenzione per evitare quanto poi si è drammaticamente verificato. Prima ancora che la sua voce, è mancata la capacità di ascolto verso quegli operatori che poi si sono ritrovati al fronte con strumenti inesistenti o inadeguati, in assenza di protocolli efficaci che mettessero in sicurezza personale e pazienti. Ancora oggi di fronte ad un momento drammatico, manca una linea sanitaria chiara, una procedura delineata, un punto di caduta concreto: mi perdonerà se non riesco a credere affatto alla sua risposta in cui ostenta una preoccupante tranquillità, ma piuttosto mi affido alla realtà misurabile e verificabile, oltre che al racconto di chi è stremato dopo giorni di battaglia sul campo”.

“Qualche giorno prima della notizia del primo oncologo colpito da contagio – incalza D’Alberto -, nell’Ospedale Mazzini di Teramo, ho incontrato un amico medico che era senza mascherina. Mi disse che ne aveva una ma si vergognava di indossarla nel suo reparto perché nessuno dei suoi colleghi e degli infermieri e degli operatori socio sanitari ne aveva ricevuta una. Sono quelli che oggi stanno leggendo le Sue parole! Tamponi a rilento, risultati in ritardo, scarsa comunicazione con le istituzioni e con i soggetti interessati, mancanza di coordinamento: questa è stata la gestione dell’emergenza sanitaria fin dall’inizio; ora che con la vicenda dell’ospedale di Teramo la situazione è esplosa, come si intende procede alla sanificazione del Mazzini? Cosa si intende fare della rete sanitaria emergenziale del nostro territorio? Come intende tutelare tutto il personale ad oggi ancora negativo? Cosa intende fare per far sì che i nostri concittadini non abbiano timore di recarsi in ospedale e piuttosto preferiscano continuare a soffrire in casa? Il Comune di Teramo sta facendo tutto quanto in nostro potere per tutelare gli operatori: questa mattina abbiamo annunciato proprio che in queste ore stiamo attrezzando un’apposita struttura per tutto il personale che ne avrà necessità. Se questo non è il momento di accertare le responsabilità, è il momento della responsabilità. E come Sindaco di Teramo ho il dovere di intervenire con forza su quanto sta avvenendo. In un momento drammatico come questo, da parte di chi dovrebbe dirigere, scaricare la responsabilità su chi sta sul fronte, come i medici dei reparti colpiti, ed in particolare Oncologia, è ulteriore dimostrazione di inadeguatezza”.

“Ma soprattutto, dottoressa, con quale coraggio continua ad ostentare sicurezza di fronte ad una delle situazioni più drammatiche di tutto il panorama nazionale sotto il profilo di sicurezza sanitaria? Piuttosto, accetti serenamente la realtà e saprà valutare certamente la necessità di un passo di lato che consenta una guida sanitaria, scevra da qualsivoglia valutazione politica e che sia, in un momento come quello attuale, in condizione di affrontare adeguatamente l’emergenza che ha travolto lei insieme a tutti noi. Del resto, se come dice Lei, non ha più nulla da chiedere, si renda conto che i cittadini non solo chiedono ma pretendono, oggi non domani, la tutela del loro diritto alla salute”, ha concluso D’Alberto.

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