IL COMUNE SI SPACCA SUL PIANO PER ACQUISIRE CASERMA ROSSI DALLA DIFESA

UNIVAQ: RESIDENZA CAMPOMIZZI IN BILICO, TORNA AL MINISTERO PER NUOVO CAMPUS?

di Alberto Orsini

12 Maggio 2013 08:02

L'Aquila -

L’AQUILA – Due caserme per ospitare gli studenti superiori e universitari dell’Aquila, ma una è di troppo. Vincerà la “Rossi”, da riqualificare, o la “Campomizzi”, già utilizzata? Per il ministero della Difesa l’una esclude l’altra, il Comune è spaccato sulla strategia e sembra esserci confusione su quale scegliere in seno alla Giunta.

Da un lato, infatti, fino a oggi sono stati investiti numerosi fondi pubblici nella ex caserma Campomizzi, che fungeva da complesso di magazzini per la vicina Pasquali, nella zona di Sant’Antonio. C’è un progetto di ulteriore espansione che il vice sindaco Roberto Riga appoggia, dopo averlo valutato “molto interessante” di recente in un evento pubblico, mentre gli studenti vogliono restare in questa struttura, come scritto dall’Udu in una nota, e hanno promesso una “marcia su Roma” se ci saranno novità negative in tal senso.

Dall’altro lato, il collega nell’esecutivo, l’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, ha tutt’altra strategia, che condivide anche con il sindaco, Massimo Cialente. Nei giorni scorsi ha partecipato a un incontro a Roma propedeutico alla nascita di un polo scolastico del tutto nuovo in un’altra caserma, la Rossi, dalla parte opposta della città, nel quartiere Torrione.

Entrambe le caserme sono di proprietà del ministero della Difesa e, se il piano futuribile di Di Stefano dovesse andare avanti, il Comune potrebbe in sostanza riconsegnare la Campomizzi in cambio della Rossi.





Uno scenario che lascerebbe con il cerino in mano l’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu), che subito dopo il sisma ha cominciato a gestire la struttura, riqualificata con un investimento di 13,5 milioni di euro stanziati direttamente dal dipartimento della Protezione civile.

Oggi la Campomizzi ospita 420 borsisti fuorisede e sforna più di 800 pasti al giorno: cifre che l’hanno fatta diventare un punto di riferimento per la popolazione studentesca cittadina. Di qui la volontà dell’azienda di investire ancora, di migliorare la residenzialità e la gamma dei servizi.

Ma non si può spendere su una struttura non propria. Ecco perché il presidente dell’Adsu, Francesco D’Ascanio, ha scritto alla Difesa chiedendo di avviare le trattative per averla in comodato o addirittura acquisirla, ovviamente a condizioni favorevoli.

Raggelante la risposta di rifiuto che, secondo quanto si è appreso, sarebbe arrivata dai vertici del ministero: non possiamo intavolare la trattativa sulla Campomizzi perché ce la riprenderemo se andrà in porto lo “scambio” con la Rossi proposto dal Comune.





Questa dovrebbe diventare un campus per studenti delle scuole superiori, “il primo d’Italia” sottolineò Cialente in un evento pubblico nel 2011. Un progetto innovativo, ma che lascerebbe in braghe di tela gli studenti universitari.

“Ho ribadito la necessità di procedere alla programmazione anche di un Polo universitario, naturalmente coinvolgendo l’Ateneo”, ha rilanciato Di Stefano nella nota diffusa dopo l’incontro romano di questi giorni. Ma una struttura residenziale studentesca al Torrione li allontanerebbe dal cuore dell’Ateneo, che si trova in zona Ovest.

E poi che cosa si farà nella Campomizzi che la Difesa si ritroverebbe valorizzata grazie a 13 milioni di euro di lavori? È stata smentita a più voci la diceria della realizzazione di una struttura commerciale all’interno, ma quelle stanze rimesse a nuovo non tornerebbero certo a essere solo banali magazzini.

Sul tema è intervenuta anche l’Unione degli universitari (Udu) con una nota eloquente in cui a Di Stefano si chiede “di tutelare la residenza universitaria Campomizzi di modo che resti fuori da qualsiasi logica di riorganizzazione militare e che resti quindi agli studenti. Crediamo infatti – scrive l’Udu – che sia proprio la Campomizzi a rappresentare l’area sulla quale investire per realizzare un vero e proprio campus universitario all’interno della città”.

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