UNIONE EUROPEA: ITALIA ULTIMA PER INVESTIMENTI CULTURA, ESTONIA AL PRIMO POSTO

6 Aprile 2013 15:05

Mondo -

ROMA – L’Estonia è il paese dell’Unione Europea che spende piu’ in cultura, mentre l’Italia è lo stato membro dei 27 che vi investe meno, in proporzione ad altri settori.

È quanto emerge da uno studio dell’Eurostat, che analizza la divisione funzionale della spesa pubblica nei paesi del vecchio continente.

Dai dati relativi al 2011 emerge come il 5 per cento della spesa pubblica estone sia dedicata al comparto ‘ricreazione, cultura e religione’, numeri che pongono Tallin al vertice di una classifica che vede l’Italia fanalino di coda, con appena l’1,1 per cento della spesa totale dedicata a tali voci.





Male come noi solo Atene, con l’1,2 per cento.

I due paesi mediterranei risultano staccati notevolmente anche dai terzultimi della lista, Germania e Irlanda, che investono in cultura l’1,8 per cento della spesa complessiva.

Atene e Roma, le due culle della cultura occidentale, condividono inoltre il fondo della lista dei paesi che spendono più in educazione. In questo caso l’Italia e’ penultima (8,5 per cento della spesa totale) e la Grecia ultima (7,9 per cento). A

Anche qua Germania terzultima, l’unico altro paese con una quota di investimenti pubblici in educazione che non arriva alla doppia cifra (9,4 per cento). Le classifiche che vedono l’Italia in posizione più avanzata sono invece quelle che riguardano la spesa sanitaria e la spesa in protezione sociale. In entrambi i casi il nostro paese si piazza al settimo posto, con percentuali sul totale pari rispettivamente al 14,7 per cento (come la Francia) e al 41 per cento. 





Il paese che investe più in assoluto in welfare risulta la Danimarca (43,8%), mentre è il Regno Unito quello dove il sistema sanitario attrae la maggiore percentuale di spesa pubblica (16,5 per cento).

Londra sul podio anche per la quota di spesa investita in difesa (5 per cento), classifica che vede l’Italia grossomodo a metà (3 per cento).

Roma nella media Ue anche per la quota di spesa investita in sicurezza (4 per cento) e tutela dell’ambiente (1,8 per cento).

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