TERME CARAMANICO: RISCHIO CHIUSURA ENTRO IL 31 LUGLIO

18 Luglio 2019 19:22

Pescara - Cronaca

PESCARA – Una riapertura costellata di paure e incertezze, avvenuta a fatica tra annunci roboanti appena qualche giorno fa, lo scorso 15 luglio, con una stagione termale già inevitabilmente compromessa.

Per le Terme di Caramanico il peggio non è ancora passato dato il futuro ancora incerto dei lavoratori e l'inconsistente piano della società.

Le maestranze assunte per consentire la riapertura dell'impianto termale “hanno contratti part time, per 30 ore settimanali, fino al 31 luglio prossimo”. Poi si vedrà.

È quanto rivela Alessandra Di Simone, segretaria generale del sindacato Filcams Cgil di Pescara, che ieri pomeriggio ha partecipato all'incontro, con il segretario generale Cgil Luca Ondifero, i dirigenti regionali Germano De Sanctis e Iris Flacco, Davide Frigelli di Fisascat Cis e Bruno Di Federico di Uiltucs Uil e alcuni lavoratori delle terme, nella sede regionale di via Passolanciano. 





La riunione, ricorda Il Centro, è stata convocata dall'assessore alle Attività produttive Mauro Febbo per pianificare i nuovi step e fare il punto sul futuro occupazionale delle maestranze dello stabilimento termale di Caramanico a quattro giorni dalla riapertura, dopo mesi di chiusura che hanno messo in ginocchio un indotto di centinaia di famiglie. 

Ma il braccio di ferro tra società concessionaria e Regione, continua. 

Al vertice, oltre al sindaco di Caramanico, Luigi De Acetis accompagnato da due consiglieri di maggioranza, era presente Franco Masci, liquidatore della società concessionaria.

Il suo intervento non ha soddisfatto i vertici della Filcams: “Non ci sono notizie confortanti. L'azienda non ha svelato il piano industriale perché secondo noi non c'è, non ha accettato la nostra proposta di un incontro per decidere il futuro dei lavoratori, non ha fornito neppure i numeri precisi delle assunzioni, 30 o 40, o forse 50, come sappiamo noi. E gli altri, oltre 150 persone, per ora restano fuori. Senza stipendio e in attesa di essere richiamate. La precarietà dei lavoratori, dunque, continua”. 





“Abbiamo appreso, durante l'incontro – afferma preoccupata Di Simone – che i dipendenti attuali hanno contratti part time di 30 ore settimanali e solo fino al 31 luglio”. E poi? 

“Non abbiamo certezze che si possa proseguire fino a ottobre, anche se non crediamo ci siano problemi a continuare fino a settembre”, ipotizza la sindacalista che ha intenzione di organizzare un incontro con gli organici assunti e non per la prossima settimana. 

Secondo Filcams, la società “prende tempo e non decide, chiede alla Regione i fondi per continuare e poi penserebbe ad un piano di rilancio, la Regione replica: prima il piano e poi i soldi”. Si naviga a vista. Febbo vuole un altro incontro fra 15 giorni. C'è da risolvere la questione del concordato, se non verrà concesso dal tribunale si arriverà al fallimento della società. Ciò vorrebbe dire disoccupazione per tutti e per anni, prima che si rinnovi l'iter di una nuova concessione”. 

Al momento solo l'hotel Terme Majella, collegato all'impianto, è aperto. La pentastellata Réserve resta chiusa. 

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