TASSO INVESTITO E UCCISO SULLA CIRCONVALLAZIONE DI PESCARA

17 Febbraio 2020 11:37

Pescara - Cronaca

PESCARA – “Sabato mattina, percorrendo in direzione nord la circonvallazione di Pescara, all’altezza del cimitero di San Silvestro, ho scorto lungo il ciglio della strada la carcassa di un animale. Mi sono accorto subito che non era uno dei tanti cani o gatti o altro. Alla piazzola vicina mi sono fermato e sono andato a vedere. Un bell’esemplare di Tasso, evidentemente da poco investito, giaceva immobile con il muso rivolto verso il mare. Non ne avevo mai visto uno prima dal vivo. Ho fatto quattro foto. Non sapendo come comportarmi ho messo in moto il mio circuito di conoscenze: diverse telefonate ad alcuni biologi e a catena alle riserve naturali e ai parchi: bisognava prelevalo e con sollecitudine infilarlo in un congelatore e poi trovare un tassidermista per imbalsamarlo. Ma quelli delle aree protette ne avevano già diversi da lavorare. E poi sabato mattina … C’abbiamo provato. Il pomeriggio la carcassa non c’era più. Non mi sono messo a vedere se qualcuno l’avesse spostata al di là del guardrail o semplicemente portata via”.





È quanto si legge in una nota firmata da Giancarlo Odoardi, presidente ecoistituto Abruzzo.

“Nonostante il Tasso sia comune nelle nostre colline, trovarne uno è comunque motivo di interesse scientifico e averlo in esposizione da qualche parte contribuisce, più di quanto possa fare una immagine sul web o su una pubblicazione, a rappresentare la diversità biologia del territorio in cui viviamo. Al momento del ritrovamento ho pensato tante cose: la Riserva Dannunziana è il primo luogo di destinazione espositiva che mi è venuto in mente, ma a dieci anni dalla sua istituzione ad oggi è ancora solo un’area protetta sulla carta, senza neanche un direttore. Abbiamo tanta paura degli spazi verdi urbani, quelli seri: quei pochi che sopravvivono li apriamo e li chiudiamo come fossero giardinetti di quartiere, mentre tutto intorno alla città, ma in forma elusiva anche dentro, c’è una dinamica biologica articolata e un mondo naturale che ci è sconosciuto, che esiste nonostante noi e che svolge funzioni ecologiche di cui ignoriamo l’esistenza”, prosegue la nota.





“Un Tasso che cerca di attraversare un tratto della circonvallazione, e muore per via dell’assenza di un corridoio ecologico, ne è un segnale macroscopico, più del classico riccio a cui ormai siamo abituati. Chissà da dove veniva e chissà dove era diretto, e chissà dov’è finito il resto della compagnia, essendo il Tasso un animale che non vive da solo. Come tanti altri animali elusivi continueranno a girarci intorno a nostra insaputa, fin quando le loro e le nostre strade non si incontrano. E quando questa cosa accade sappiamo bene come va a finire. D’altra parte capita spesso anche fra di noi”, conclude. 

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