SULMONA: E’ SFIDA TRA CIVICI E SI ALZANO I TONI, CASINI, ”ANCORA DI MASCI? IL MONDO E’ CAMBIATO!”

di Marco Signori

23 Aprile 2016 07:00

L'Aquila - Politica

SULMONA – “Otto liste sono un numero d'impatto, ma bisogna pur sempre vedere cosa contengono!”.

L'imprenditrice Annamaria Casini, candidata sindaco di Sulmona (L'Aquila) con il sostegno di una coalizione civica ispirata dall'assessore regionale Andrea Gerosolimo, non appare spaventata dal principale avversario, l'ex sindaco Bruno Di Masci, che a sorpresa è riuscito a comporre più liste di lei, che si è fermata a cinque.

Entrambe le coalizioni, che sono state capaci di rompere i tradizionali schieramenti accogliendo indistintamente rappresentanti di centrodestra e centrosinistra, sono frutto della deflagrazione dell'amministrazione guidata da Peppino Ranalli del Pd, mandato a casa con due anni di anticipo proprio dai consiglieri che facevano riferimento a Gerosolimo e dai due dem Alessio Di Masci, figlio di Bruno, e il capogruppo Fabio Ranalli, le cui dimissioni sono state determinanti nello scioglimento dell'Assise civica.

“La sua è senz'altro una operazione dirompente – ammette la Casini parlando dell'ex presidente della Provincia – ma a noi non preoccupa molto perché stiamo facendo un lavoro di qualità attraverso i contenuti, mentre lui un lavoro di numeri, poi ognuno farà il suo gioco”.





Nelle liste praticamente pronte, ci saranno, tra gli altri, Gianluca Lavalle, Gianni Macioci, Cristian La civita, alcuni dei consiglieri uscenti come Luigi Santilli, Daniele Del Monaco, Alessandro Pantaleo, e poi l'ex Idv Alessandra Vella, Antonella D'Antino, Andrea Ramunno, Debora D'Amico, Katia Di Marzio, Fabio Pingue, l'ex consigliere Mario Sinibaldi, Mario Tirabassi, Mariella Iommi.

“Ritengo che oggi le sfide che attendono un sindaco siano molto diverse da quelle che un amministratore ha avuto anni fa, il mondo è cambiato, i tavoli dove si giocano le battaglie non sono più locali, la sfida sta nel progettualità – aggiunge – i paradigmi di oggi sono completamente diversi, chi si è formato ed ha operato negli ultimi 40 anni, a quell'età non ha i requisiti per affrontare nuove sfide”.

“Questo territorio – affonda poi la Casini – ha gravi problematiche proprio perché la classe politica non ha risposto in maniera effficace e quindi ha gravi responsabilità”.

“L'ospedale è decapitato, con primari mai sostituiti, è chiaro che poi si arrriva alle espoliazioni e alla chiusura del punto nascite, la politica non ha saputo difendere tutto questo”, aggiunge.

Di Masci? Per la Casini è da bocciare: “È stato presente in tutte le sedi istituzionali, due volte sindaco, anche nell'ultima amministrazione è stato protagonista seppur indirettamente attraverso il figlio e il capogruppo del Pd, mi viene da pensare che non rappresenti il futuro di questo territorio ma il passato”.





Per la candidata sindaco di Noi per Sulmona, “Siamo ormai nella fase in cui le logiche di partito legate alle segreterie e agli apparati non rispondono più alle necessità di partecipazione”.

Per questo nella città di Ovidio, unica nel suo genere tra i Comuni con più di 15 mila abitanti in Abruzzo, la partita sembra giocarsi tra coalizioni senza simboli di partito.

Un laboratorio anche per le ambizioni dei singoli. “Per un territorio come il nostro che anche a causa dello spopolamento ha una grande difficoltà ad essere rappresentato nelle sedi istituzionali, è importante avere dei riferimenti importanti nei tavoli che contano, e Gerosolimo è l'unico rappresentante in Regione, e speriamo che anche in futuro possa rappresentarci”, chiosa senza troppi giri di parole sull'ambizioso assessore che lavora per un posto in Parlamento.

Oltre a Casini e Di Masci, in campo per le amministrative del 5 giugno ci sono poi Elisabetta Bianchi per Forza Italia, della cui emorragia sta tuttavia beneficiando lo stesso Di Masci, il movimento Sulmona bene in comune (Sbic), che ricandida Alessandro Lucci, sul quale convergono anche i dissidenti del Movimento cinque stelle, e Alberto Di Giandomenico, sostenuto da Fratelli d'Italia e Noi con Salvini.

Ancora non pervenuto il Pd, che secondo quanto riferito dal segretario regionale Marco Rapino, stitico di dichiarazioni alla stampa, potrebbe addiritura rinunciare ad essere presente con il simbolo.

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