SPECIALE TERREMOTO, 5 ANNI FA IL DRAMMA IL ‘LIBRO DI STORIA’. EVENTI, CIFRE E VOLTI

di Pierluigi Biondi

4 Aprile 2014 21:35

L'Aquila -

L'AQUILA – Quanti soldi sono stati spesi e come, quanti ce ne saranno, in che modo è cambiata la governance del post-sisma e chi sono oggi i protagonisti, gli interlocutori governativi, le criticità e le prospettive.

In occasione del primo traguardo significativo, AbruzzoWeb traccia un bilancio a cinque anni dal terremoto del 6 aprile 2009 attraverso numeri, nomi e dati con uno speciale di storie e dati.

Cifre che dimostrano come l'impegno finanziario per L'Aquila e il “cratere” sia stato fino a oggi imponente, oltre 12 miliardi di euro complessivamente, ma insufficiente rispetto alla mole di cantieri che ancora devono essere aperti.

Che cosa è successo dall'epoca del “punto zero”, la fuga dalle case e l'ingresso nelle tendopoli, allo stato attuale, con le gru che finalmente si sono alzate anche all'interno dei centri storici? Di tutto, la risposta che viene più naturale: passi falsi, sogni interrotti, inchieste giudiziarie su presunti episodi di malaffare ma anche storie di coraggio, di abitazioni e palazzi ricostruiti, speranze che non crollano. Ecco il bilancio.

PRIMA FASE (APRILE 2009 – FEBBRAIO 2010)

In principio c'è l'emergenza. Poche ore dopo la scossa delle 3.32 la caserma della Guardia di finanza di Coppito si va già riempiendo di persone. Sta per cominciare la stagione commissariale della Direzione comando e controllo (Di.coma.c.).

Il primo a prendere le redini di una situazione caotica e piena di incognite è Guido Bertolaso, capo del dipartimento della Protezione civile nazionale, indicato dal governo guidato da Silvio Berlusconi come colui che dovrà gestire la nascita delle aree di accoglienza per gli sfollati e adottare i provvedimenti iniziali per ridare un tetto al maggior numero di persone possibile e consentire agli studenti di tornare a lezione entro il settembre successivo.

È la stagione dell'esodo verso gli alberghi della costa, del progetto C.a.s.e., i 19 complessi anti-sismici tirati su in pochi mesi in tutto il territorio del capoluogo costituiti di 4.449 alloggi, dei Moduli abitativi provvisori (opzione preferita per le frazioni e gli altri 56 comuni del “cratere”), dei Moduli a uso scolastico (Musp), dei puntellamenti per le messe in sicurezza degli edifici pericolanti, della riparazione delle abitazioni meno danneggiate, quelle classificate “A” (agibili), “B” (parzialmente agibili) e “C” (parzialmente inagibili).

A far squadra con Bertolaso il suo numero 2, Bernardo de Bernardinis, e alcuni vice commissari, tra cui il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, che nel settembre 2010 prenderà il suo posto a capo della Protezione civile.

FONDI STANZIATI

10,5 miliardi di euro (decreto legge 39/2009)

493,7 milioni di euro (fondo di solidarietà Unione europea)

AGIBILITÀ EDIFICI

Edifici privati: valutati 71.302, di cui il 52% con esito “A”, il 15,9% con esito “B” o “C”, il 32,1% con esito “E”.

Edifici pubblici: valutati 2.219, di cui il 53,6% con esito “A”, il 25,2% con esito “B” o “C”, il 21,2% con esito “E”.

Patrimonio culturale: valutati 1.800, di cui il 24,1% con esito “A”, il 22,2% con esito “B” o “C”, il 53,7% con esito “E”.

I NUMERI DELL'ASSISTENZA

Popolazione assistita (massimo valore raggiunto): 67.459

Tendopoli: 35.690 persone

Alberghi o case private: 31.769

Aree di accoglienza: 171

Tende: 5.957

Cucine da campo: 107

Presidi sanitari: 47





Costo totale: 456,3 milioni di euro

ABITAZIONI E SCUOLE

Progetto C.a.s.e.: 4.449 alloggi

Map: 3.535 di cui 1.273 all'Aquila e 2.262 negli altri comuni del “cratere”

Musp: 31 di cui 25 all'Aquila e 6 negli altri comuni del “cratere”

Costo complessivo: 1,45 miliardi di euro

I PROTAGONISTI

Silvio Berlusconi (presidente del Consiglio dei ministri), Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio), Guido Bertolaso (capo dipartimento Protezione civile e commissario), Bernardo de Bernardinis (vice capo dipartimento Protezione civile e responsabile Di.coma.c.), Franco Gabrielli (prefetto dell'Aquila e vice commissario vicario per l'emergenza), Sergio Basti (comandante regionale Vigili del fuoco Abruzzo e vice commissario delegato per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati, danneggiati dal sisma), Luciano Marchetti (vice commissario delegato per la tutela dei beni culturali), Gianni Chiodi (presidente della Regione Abruzzo), Massimo Cialente (sindaco dell'Aquila), Stefania Pezzopane (presidente della Provincia dell'Aquila).

SECONDA FASE (MARZO 2010 – AGOSTO 2012)

Il 1° marzo 2010 Bertolaso lascia le redini dell'emergenza e della ricostruzione al presidente della Regione, Gianni Chiodi, che diventa commissario. A suo supporto vengono creati due organismi: la Struttura per la gestione dell'emergenza (Sge), retta dal funzionario del dipartimento della Protezione civile Roberto Petullà, che continua a operare all'interno della caserma delle Fiamme Gialle di Coppito, e la Struttura tecnica di missione (Stm), diretta da Gaetano Fontana, ex dirigente di primo piano del ministero delle Infrastrutture.

Cialente è chiamato a ricoprire il ruolo di vice commissario con delega all'assistenza alla popolazione, ma si dimette dopo 6 mesi, quando è affiancato da Antonio Cicchetti.

Si passa dalla ricostruzione “leggera”, relativa alle case con meno danni, a quella “pesante” degli edifici “E” delle periferie. Un periodo caratterizzato dalla trasformazione del contributo da diretto (erogato, cioè, a rendicontazione delle spese effettuate) ad agevolato grazie al plafond di 2 miliardi garantito dalla Cassa depositi e prestiti e previsto nel decreto legge 39 del 2009.

Un metodo che si mostra subito vincente: il cittadino presenta il suo progetto agli uffici comunali o a quelli della filiera Fintecna-Cineas-Reluis, ottenuto il finanziamento va in banca e gli viene aperto un conto corrente dedicato per l'intero importo da cui attingere a stati di avanzamento dei lavori.

Il budget, però, si esaurisce nell'estate 2012, per avere risorse fresche bisognerà pescare agli ultimi residui del tesoretto originariamente individuato dal governo Berlusconi, cosa che avviene nel dicembre successivo, con una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) che assegna complessivamente 2,245 miliardi di euro: 1,145 miliardi per l'edilizia privata, 450 milioni per quella pubblica, 80 milioni per gli espropri, 70,5 milioni per i beni culturali più una miriade di voci minori.

GUARDA LA RIPARTIZIONE DEL FONDO

Nel frattempo a Roma molte cose sono cambiate: Berlusconi si è dimesso nel novembre 2011, prima però il sottosegretario abruzzese Gianni Letta è riuscito a far approvare un emendamento che abbatte del 60% le tasse sospese a seguito del sisma. Una vicenda che porterà migliaia di cittadini a sfilare per le strade dell'Aquila (il 16 giugno 2010, con la storica invasione della A24, e il 20 novembre dello stesso anno) e di Roma (7 luglio 2010), con i manifestanti presi a manganellate dalla polizia durante il tentativo di avvicinamento ai palazzi del potere.

Al posto del Cav si insedia Mario Monti, che assegna al ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca il ruolo di “inviato speciale” per la ricostruzione.

Uno dei primi atti del nuovo esecutivo è il taglio delle strutture commissariali, che vengono unificate sotto la sigla dell'Ufficio di coordinamento della ricostruzione (Ucr), che rimane in capo a Fontana, il deus ex machina dei piani di ricostruzione, resi obbligatori per tutti i Comuni.

Ma è con il secondo atto che viene affondato il colpo: è proprio Barca a sancire la fine dell'emergenza e il ritorno alla gestione ordinaria degli enti locali con la legge che porta il suo nome e approvata nell'agosto 2012, al termine di una guerra di logoramento tra il governatore e Cialente.

Pochi articoli per chiudere l'era Chiodi e per annunciare l'arrivo di due Uffici speciali, uno per L'Aquila (Usra) e uno per il “cratere” (Usrc) in cui andranno a lavorare i 300 vincitori del “concorsone”, la maxi selezione pubblica che sarebbe stato bandito di lì a poco.

FONDI STANZIATI

Zero: vengono utilizzati ancora i soldi del decreto legge 39 del 2009.

I PROTAGONISTI

Fabrizio Barca (ministro per la Coesione territoriale), Gianni Chiodi (presidente della Regione e commissario), Massimo Cialente (sindaco dell'Aquila e vice commissario fino a settembre 2010), Antonio Del Corvo (presidente della Provincia), Gaetano Fontana (direttore Stm e poi Ucr), Roberto Petullà (coordinatore Sge), Antonio Cicchetti (vice commissario da settembre 2010 a marzo 2012).

TERZA FASE (AGOSTO 2012 – FEBBRAIO 2014)

Con la fine dell'emergenza, la governance del terremoto viene rivoluzionata: basta commissari, i sindaci tornano a caricarsi per intero sopra alle proprie spalle il destino del territorio.

Possono però contare sulle due nuove strutture introdotte dalla legge Barca: il ministro nomina il manager del gruppo Finmeccanica Paolo Aielli direttore dell'Usra e l'ex capo del personale di importanti aziende quali l'Aventis di Scoppito (L'Aquila) e del quotidiano Il Messaggero Paolo Esposito all'Usrc.





Il sistema è completato dal controllo politico dei primi cittadini: per quelli del “cratere” è formalizzata l'organizzazione, già in piedi da tempo, delle aree omogenee.

A marzo 2013 i vincitori del “concorsone” firmano il contratto, ma Barca non fa in tempo a vedere le sue creature entrare a pieno regime perché un mese prima si sono svolte le elezioni politiche.

Il vincitore in pectore, il segretario nazionale del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, non sfonda: l'exploit del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo e, soprattutto, la rimonta di Berlusconi lo costringono al pareggio.

Alla fine delle trattative prende corpo il governo di larghe intese di Enrico Letta (Pd retto dai voti del Popolo della libertà e dei centristi di Scelta civica) e il dicastero della Coesione viene attribuito a Carlo Trigilia.

Intanto i soldi scarseggiano e, per chiederne di nuovi, a maggio 2013 Cialente dà vita a una forma singolare e dirompente di protesta: riconsegna la fascia tricolore al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e fa togliere le bandiere da tutti gli uffici pubblici.

L'esecutivo corre ai ripari e durante la conversione in legge del decreto sulle emergenze ambientali prevede lo stanziamento di 1,2 miliardi per la ricostruzione attraverso l'aumento delle marche da bollo, cui si aggiungono ulteriori 600 milioni con la legge di stabilità.

FONDI STANZIATI

1,2 miliardi (decreto legge 43 del 2013)

600 milioni (legge di stabilità 2014)

I PROTAGONISTI

Carlo Trigilia (ministro per la Coesione territoriale), Gianni Chiodi (presidente della Regione), Massimo Cialente (sindaco dell'Aquila), Antonio Del Corvo (presidente della Provincia), Paolo Aielli (direttore Usra), Paolo Esposito (direttore Usrc).

LA GOVERNANCE DEL “CRATERE”

Emilio Nusca (coordinatore aree omogenee e responsabile area 9 – Altopiano delle Rocche), Sandro Ciacchi (coordinatore aggiunto e responsabile area 7 – Valle Subequana), Antonio Di Carlantonio (sindaco di Campotosto, responsabile area 2 – Alta Valle dell'Aterno), Alessandro Di Giambattista (sindaco di Montorio al Vomano, responsabile area 3 – Teramano), Luciano Mucciante (sindaco di Castel del Monte, responsabile area 4 – piana di Campo Imperatore), Lanfranco Chiola (sindaco di Cugnoli, responsabile area 5 – Pescarese), Paolo Eusani (sindaco di Prata d'Ansidonia, responsabile area 6 – altopiano di Navelli), Francesco Di Paolo (sindaco di Barisciano, responsabile area 8 – comuni zona Est dell'Aquilano).

QUARTA FASE (FEBBRAIO-APRILE 2014)

A febbraio di quest'anno a Roma si consuma un'altra rottura: il premier Letta viene “dimissionato” dal suo partito e al suo posto si insedia il neo-segretario democrat, Matteo Renzi.

Scompare il ministero della Coesione territoriale e la delega per la ricostruzione rimane inizialmente appesa e poi attribuita a Giovanni Legnini, sottosegretario abruzzese al dicastero strategico dell'Economia.

Dal capoluogo torna a levarsi forte la voce sulla necessità di altri finanziamenti: con l'entrata a regime degli Uffici speciali e il ricorso alla scheda parametrica, che velocizza le istruttorie, le pratiche di ricostruzione vengono “macinate” a un ritmo fino a prima impensabile.

Un regime virtuoso che non si può interrompere, un lusso che gli aquilani e i residenti del “cratere” non si possono permettere, e neanche il governo.

Dalla prossima visita di Renzi nel capoluogo, prevista inizialmente proprio per il 6 e slittata, si potrà capire se la svolta è dietro l'angolo o bisognerà tornare in trincea a combattere.

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