FIACCOLATA NELLA NOTTE AD AMATRICE; ANCORA 49 MILA SFOLLATI, 73 MILA ABITAZIONI DISTRUTTE, SOLO 10 MILA PRATICHE DOMANDE PRESENTATE, E' RISCHIO SPOPOLAMENTO; SINDACO BIONDI, ''AQUILANI VICINI A POPOLAZIONE CENTRO ITALIA''

SISMA 2016: 3 ANNI DOPO DOLORE PER VITTIME, RABBIA PER RICOSTRUZIONE FERMA

24 Agosto 2019 09:15

Italia - Cronaca

L'AQUILA – “Amatrice non c'è più'”. Sono queste le prime parole che rimbalzano su tv e radio subito dopo quei 142 interminabili secondi che hanno devastato anche Accumoli, altro paese del reatino, Arquata del Tronto e la frazione di Pescara del Tronto (Ascoli Piceno).

E' il 24 agosto 2016, è ancora buio e la voce del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi non lasciano dubbi sulle conseguenze del terremoto di magnitudo 6.0 tra Lazio, Marche Umbria e anche Abruzzo, doce nei comini in particlare dell'Alto Aterno e del teremano si sono aggiuti danni su danni, causati dal sisma del 6 aprile 2009 molti dei quali erano stati colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009.

Dopo poche ore, le immagini dall'alto dei Vigili del Fuoco mostreranno senza scampo tutta la devastazione provocata dal sisma. Interi borghi dell'Appennino ridotti a macerie. Aggiornato di minuto in minuto, il bilancio arriverà a 299, con oltre 4.000 sfollati e 238 persone messe in salvo.

Tre anni dopo, questa notte emozioni e partecipazione ad Amatrice per la veglia di preghiera in ricordo delle vittime del sisma del 24 agosto 2016. La celebrazione si è aperta all'interno del palazzetto dello sport, dove centinaia di persone si sono ritrovate insieme al vescovo di Rieti Monsignor Domenico Pompili pregando su alcuni passi del Salmo 34.

“Abbiamo bisogno della fiducia degli uni verso gli altri – ha detto Pompili – non si riprende il cammino senza fiducia. Occorre un sussulto di generosità”.

Poi l'uscita in fiaccolata lungo Corso Umberto I, il suono della tromba di Daniele Coltellese con “Il Silenzio” e la consueta lettura dei nomi delle vittime svolta di fronte alla Chiesa di Sant'Agostino ed infine la preghiera di chiusura presso il parco Minozzi.





Stamattina ad Amatrice alle ore 11 la S.Messa celebrata sempre da Domenico Pompili presso il palazzetto dello sport e alle 17 presso l'area Sae di Accumoli.

A far male però, oltre al ricordo delle vittime, a quello che si è perso, è ora la ricostruzione che procede con scandalosa lentezza.

La fotografia che viene fuori dai dati diffusi dall’Ufficio speciale per la ricostruzione del Dipartimento della Protezione Civile è infatti impietosa. Delle oltre 581mila persone che al 31 luglio 2016 risultavano residenti nell’area del cratere, una superficie che si estende per 7929 chilometri, 49.322 non sono ancora rientrate nelle loro case.

Alcuni vivono nelle Sae, le soluzioni abitative d’emergenza, cioè casette, piccole e spesso con svariati problemi, dalle muffe all’assenza degli allacci necessari per luce, gas e acqua. In tutto sono 8108, oltre la metà solo nelle Marche.

Sono 1374, invece, i terremotati che da tre anni vivono nelle strutture ricettive, bed and breakfast o hotel che hanno resistito alle scosse, oppure dislocati lungo la costa. Nei container, soluzioni che dovevano essere solo emergenziali, ad oggi sono rimasti in 507.

Da quella prima scossa, tre anni fa, sono circa 73 mila gli edifici dichiarati inagibili. I cantieri avviati qualche centinaio, le domande per il contributo alla ricostruzione sono 10 mila, poco più del tredici per cento. Addirittura la stessa rimozione delle macerie va avanti appunto col contagocce. Anzi, per esempio, è rimasta ferma otto mesi in Umbria e la Regione Marche, a luglio, ha denunciato il rischio di sospenderla per la scarsità di fondi governativi.





Sono ancora 80 mila richieste di contributo per la ricostruzione ancora da presentare

Tre anni dopo, lo spettro è un rischio che sta facendosi realtà. Amatrice contava 1.200 residenze, ora sono sotto le 1.000 oppure ad Accumoli i residenti sono scesi a 400 ed erano 600. Lo dicono i sindaci: «Più tempo ci vorrà per ricostruire, meno saremo». Tante famiglie e tanti giovani se ne sono andati.

Proseguono anche inchieste e processi. Al Tribunale di Rieti è in corso il dibattimento per i crolli delle due palazzine ex Ater di Largo Sagnotti ad Amatrice e per il crollo della torre campanaria di Accumoli. Udienza preliminare in corso per il crollo della palazzina ex Ina Casa, sempre di Largo Sagnotti. O nella fase delle indagini preliminari l'inchiesta sul crollo del convento Don Minozzi di Amatrice, dell'Hotel Roma e di un'abitazione di Corso Umberto I. Andrà a breve in dibattimento,invece, l'inchiesta sul crollo del B&B della frazione di Saletta.  

Un mesaggio è arrivato anche dal sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi.

“L’aver vissuto un evento distruttivo come quello del terremoto, il dolore per le vittime, la necessità di tornare a vivere una quotidianità fuori dall’emergenza, la speranza di farcela. Sono tanti e diversi i sentimenti che legano L’Aquila a diversi borghi flagellati da quell’evento sismico, con alcuni dei quali esiste un forte legame per questioni geografiche e storiche dinamiche politico-amministrative – sottolinea il sindaco Biondi – ma anche la tenacia, la determinazione di chi insegue un obiettivo vitale per la propria comunità, la grande voglia di riappropriarsi dei luoghi identitari e delle proprie radici”.

 

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