DIMEZZATI ADDETTI CHE FANNO CONCORSI E CHIEDONO TRASFERIMENTI, RISCHIO RALLENTAMENTO ESAME PRATICHE EDILIZIE

SISMA 2009: UFFICI UTR RESISTONO AD ACCORPAMENTO, MA PERSONALE VA VIA

di Filippo Tronca

26 Gennaio 2020 08:30

Regione -

L'AQUILA – Dovevano essere chiusi e accorpati alla sede centrale di Fossa, gli territoriali della ricostruzione (Utr), che si occupano delle pratiche edilizie dei comuni del cratere 2009. 

A tre anni dalla misura che tante polemiche ha suscitato, 5 su 8 di questi uffici perferici, restano in attività, facendo più o meno quello che hanno sempre fatto. 





Si sta piuttosto verificando il loro preoccupante e progressivo svuotamento. Ovvero una fuga silenziosa e inesorabile, dal fronte del cratere sismico 2009, degli addetti, a regime una settantina, ora rimasti una trentina, assunti da tutta Italia con il famoso concorsone, con un contratto a tempo indeterminato, sottoscritto con i Comuni. 

Uno dopo l'altro questi addetti, assunti per una mission specifica, ricostruire i paesi e frazioni terremotate, stanno facendo concorsi e domande di trasferimento, per le più disparate ragioni, ambendo a scrivanie più comode e vicino casa. Nessuno del resto può impedirglielo. Il problema è che questi addetti, con alta professionalità, solo in parte possono essere rimpiazzati in modo tempestivo con le “riserve” in graduatoria e dai co.co.co., a cui tra l'altro scadrà a fine anno il contratto, e non è detto che gli venga rinnovato. 

Particolarmente gettonata, spiegano i sindaci è l'Ansbc, l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.





Questo accade proprio ora che il processo di ricostruzione sta interessando gli antichi centri storici, con interventi complessi e delicati, che presupporrebbe un personale più numeroso e competente di quello che c'era prima. Un paradosso visto che il rischio che si era paventato era piuttosto quello della chiusura degli Utr, prevista dal decreto  fiscale dell'autunno 2017, voluto dall'allora commissario alla Ricostruzione, Paola De Micheli, ora ministro del Pd alle Infrastrutture, per accorpare tutto nell’ufficio di Fossa, con la possibilità però di tenere aperti sportelli di front office negli otto comuni. Una misura che aveva provocato la levata di scudi dei sindaci, che però si è rivelata una montagna che ha partorito un topolino. 

A chiudere i battenti, sono stati per ora gli Urt di Barete, Castel del Monte e Caporciano, i cui addetti si sono trasferiti, come auspicato dalla norma, a curare le stesse pratiche di quella parte di territorio, nell'ufficio di Fossa. Restano in attività gli Utr di Montorio al Vomano, Bussi sul Tirino, Goriano Sicoli, Barisciano e Rocca di Mezzo. Ma con sempre meno personale, e con le pratiche che rischiano di tornare ad accumularsi sulle scrivanie.

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