PERSONAGGI. LA CANTANTE TRA L'AQUILA, SANREMO E GLI STATI UNITI

SIMONA MOLINARI, LA STAR DELLA PORTA ACCANTO

di Alberto Orsini

10 Luglio 2010 22:53

L'Aquila -

L’AQUILA – Non si presenta accompagnata dall’agente su un’auto di lusso, ma alla guida della vecchia e rampante Opel Corsa grigia. Basta uno sguardo per capire che Simona Molinari (nella foto) è rimasta prima di tutto Simona. Una ragazza alla mano nella vita quotidiana, almeno quanto è Egocentrica, come la canzone che l’ha lanciata, sul palco.

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Partita dal coro della parrocchia, passando per il teatro, una miriade di concerti in tutta Italia e ora anche all’estero, con gli Stati Uniti nel mirino, la mora nata a Napoli (ma aquilana da sempre) è arrivata su su fino a Sanremo, dove ha riscosso un grande successo nel 2009. Il suo exploit proprio nell’anno in cui il terremoto ha mezzo distrutto L’Aquila.

Il primo album da promuovere e un tour da lanciare a tutti i costi mentre la famiglia era nelle tende. Mica male. Simona si è fatta forza ha fatto il suo. Un singolo per beneficenza, il concerto di Milano con le “Amiche” di Laura Pausini (cui non risparmia una stoccatina). Una tournee da tutto esaurito in Cina. E, da qualche settimana, il secondo album, già un successone. Sempre di corsa, sempre (quasi) con il sorriso. La cantante aquilana (più che napoletana) si racconta ad AbruzzoWeb.

Insomma, aquilana o napoletana?

Ho sempre detto che sono nata a Napoli, ma di adozione aquilana. Questo anche per una forma di rispetto: se dico ‘sono aquilana’, mi dicono ‘macché aquilana’, se dico ‘sono napoletana’, mi dicono ‘ma come, sei aquilana’, quindi ho sempre detto quello che è: sono nata a Napoli e sono di adozione aquilana, perché da quando avevo tre anni e fino all’anno scorso ho vissuto qui.

Chi scrive ti ricorda negli scout del gruppo L’Aquila 1, già con il canto nel sangue…

Da piccola in tutto quello che facevo il fattore del canto c’è sempre stato! Ancora prima degli scout, al coro della parrocchia del Torrione, dove facevo la solista, poi agli scout, dove facevo la ‘canterina’, e poi tutto quello che ho fatto mi ha portato a capire che era quella la cosa che volevo fare di più.

Altra cosa che in pochi sanno è che eri un’ottima calciatrice!

Prima, purtroppo adesso non esercito più! Ieri però ho fatto la telecronista in una partita di beneficenza, forse anche quella può essere una strada!

Da un paio d’anni a questa parte sei diventata molto più nota. Come vivi il tuo rapporto con la celebrità?

C’è imbarazzo perché come ho scritto anche nella canzone Egocentrica, finito lo spettacolo è come se tornassi Simona Molinari, quella di sempre, e quindi quando sono nel mio ruolo di persona normalissima e non sto su un palcoscenico, mi imbarazza che la gente si avvicini e mi chieda qualcosa, o un autografo. Inoltre, quando sei sul palco ti senti forte, giù invece devi sapere anche che ci siano persone a cui non piaci, e anche questo va accettato.

MUSICA

Dopo l’esordio con Egocentrica, il tuo secondo album, Croce e delizia, è uscito il 23 giugno. Come va?

Va bene, le risposte che mi arrivato da Facebook o dalle email sono positive… Anche perché chi non ha cose positive da scrivere non le scrive! Tuttavia le buone impressioni sono tante. Credo che mi stia ritagliando pian piano una fetta di pubblico, che magari non è la massa: non riempirò mai gli stadi, ma non è neanche quello che mi sono prefissata.

Un obiettivo ben descritto nella recensione positiva che di te ha fatto Paolo Giordano sul Giornale: “Farà strada. Lentamente, ma tanta”.

È quello che voglio, perché, e non è una frase fatta, è vero che la bellezza del viaggio sta nel viaggio e non nella meta. I facili risultati sono anche facili cadute. Mi sto divertendo a costruire pian piano, con alti e bassi, giorni che vanno meglio e giorni che vanno peggio. Ogni giorno lo vivo con questo pensiero di scrivere e di fare quello che mi piace, senza stare a regole di mercato.

Croce e delizia che descrivi nel pezzo che dà il titolo all’album sono le due facce della vita di un artista. Nel tuo inizio di carriera, qual è stata la croce e quale la delizia?

La croce inizialmente è stato che all’inizio ti possono dire ‘questa musica non è commerciale, non vende e quindi devi cambiare musica’. La delizia invece è stata proprio dimostrare che anche con un brano non sanremese sono arrivata a Sanremo!

La tua esperienza precedente come attrice di teatro ti ha aiutato in campo musicale?

Sì, tantissimo. Mi ha dato la dimensione della cantante non tanto per far sentire quello che sai fare e come hai studiato, ma cantante in quanto comunicatrice. Sul palco recito un personaggio, cerco di far capire quello che volevo scrivere nel brano.

Ti piace più scrivere un pezzo o comporne la musica?

Entrambe le cose, forse però preferisco le parole. Sulla musica, infatti, nell’ultimo disco pur partendo da idee mie le sottoponevo al mio gruppo, la Mosca Jazz Band, e i pezzi li costruivamo insieme. Mi son fatta aiutare molto in questo disco da Raffaele Pallozzi.

Preferisci cantare in un club con un pubblico ristretto e magari più consapevole oppure in uno stadio, davanti a 60 mila persone?

Assolutamente in un club, che è proprio la mia dimensione. Anche perché mi piace interagire con il pubblico e in un grande spazio non sono proprio capace.

Da un album all’altro cosa è cambiata musicalmente?

Penso si sia spostato ancor di più verso il jazz. Ho vinto un premio bellissimo, che andrò a ritirare il 25 luglio, che si chiama “Jazz d’autore” al premio Lunezia. È la mia massima aspirazione perché è proprio quello che volevo mettere insieme, il cantautorale con sfumature jazz. Vorrei che si capisse, però, che è un jazz abbastanza accessibile, non troppo difficile!

Tornando a Sanremo, che ti rimane a freddo? È un’esperienza che vorresti ripetere?

Penso sia assolutamente da ripetere anche perché, detto papale papale, oggi se vai in televisione esisti, anzi sembra ma in realtà non è così perché ci sono anche altri canali; però, per farti conoscere da chi non ti conosce, l’esperienza televisiva è importante.

Non ti piace incasellare la tua musica  etichettandola in un genere…

Lo odio!

Hai però fissato gli estremi? Potresti mai fare una canzone rock oppure lanciare un remix house di un tuo pezzo?

Sono assolutamente per queste cose. Per esempio mi piacerebbe tantissimo remixare una mia canzone, penso sia una cosa fichissima! Non escludo si possa fare con un mio pezzo, anche se mi rendo conto che sarebbe mal visto: queste cose in Italia non si possono fare. Come qui non potrebbe mai nascere una Lady Gaga, verrebbe massacrata.





Che ne pensi dei talent show?

È una realtà ormai imprescindibile. Alcuni artisti che sono usciti di recente mi piacciono anche, tipo Noemi e Marco Mengoni. Credo però che di queste persone non venga curato il progetto, ma il personaggio. Ascolti il disco e, a parte il pezzo che esce in radio e ti entra in testa, non c’è molta sostanza.

Chi è il tuo artista preferito in assoluto?

Il mio mito assoluto è Freddy Mercury, poi c’è una sfilza di nomi anche recenti: Peter Cincotti sugli arrangiamenti, per i testi Vinicio Capossela, poi ultimamente mi piace molto anche Simone Cristicchi.

LUOGHI

Com’è andato il tour in Asia? Ci tornerai?

Ho fatto due concerti a Honk Kong, poi sono stata a Shanghai e a Macao, un’esperienza da ripetere e lo farò a ottobre. Dato che abbiamo fatto il sold out e che la gente è stata molto contenta ci tornerò e ci allungheremo anche a Tokyo.

Cosa ti ha colpito di più?

Mi ha colpito la civiltà di questo posto. Sette milioni di abitanti in un territorio tre volte più piccolo di Roma, che ne ha quattro milioni. Sono tutti sui grattacieli, hai la sensazione di stare in una metropoli, ma allo stesso tempo in un paesone perché, uscendo, dopo qualche giorno ti pare di incontrare le stesse persone ogni sera. È come una L’Aquila enorme!

Prossimo obiettivo, gli Stati Uniti.

Sono già stata più su, in Canada, però lunedì parto e vado a New York: per alcuni giri, non ancora per suonare, però è in previsione una tournee lì, che è un po’ il mio sogno. Se ne parla sempre per ottobre e novembre, quindi non so se uniremo le due tournee.

Con Napoli che rapporto hai?

Un bellissimo rapporto. Nelle cose che scrivo mi porto dietro l’ironia unita all’amarezza che è tutta napoletana: scherzando si dicono tante cose amare. Certo, non ci ho vissuto, quindi non mi sento completamente napoletana, sarò sempre a metà.

E la “cazzimma”, la furbizia un po’ sfrontata napoletana? È una dote che hai?

Quella serve sempre! Unita alla testardaggine aquilana, ne viene fuori un buon mix!

Hai cominciato a girare da tutte le parti, ma il posto in cui rientri e ti senti a casa qual è?

In questo momento, anche perché ti lascia molta libertà, cosa che a me piace, dico Roma. Quando sono a Roma mi sento rilassata, libera. Uno dei miei spazzolini è lì, ne ho quattro in giro adesso.

Dove sono gli altri tre?

Uno a Milano e uno all’Aquila. L’altro lo porto sempre in borsa!

TERREMOTO

Dov’eri il 6 aprile?

A quell’ora, proprio in viaggio. Ero partita dall’Aquila e avevo finito di fare le prove. Mi sono chiesta, vado a casa o parto? Alla fine sono partita, perché il giorno dopo dovevo essere a Roma. Sono arrivata proprio mentre la gente usciva di casa con i bambini in braccio, dopo la scossa. Ho perfino pensato che ci fosse un pigiama party, perché la gente romana sorrideva e non sapeva assolutamente niente di cosa era successo a cento chilometri! Anch’io non avevo sentito nulla. Poi, però, un secondo dopo sono cominciate ad arrivarmi le telefonate e ho passato una notte insonne, come tutti.

Che è successo alla tua casa all’Aquila e alla tua famiglia?

Casa mia è stata classificata “B”, quindi non era agibile. I miei genitori sono stati sei mesi in tenda e due in caserma, e poi sono rientrati, dopo aver rimesso a posto per conto loro. Da Natale in poi sono di nuovo a casa.

Il tuo dopo-terremoto, invece?

È stato emotivamente tremendo, perché da una parte c’era la promozione dell’album da fare: cose stancanti, belle, che mi portavano altrove con il pensiero. Dall’altra parte, però, c’era il dolore di non stare all’Aquila e non condividere con la mia famiglia e con i miei amici questa vicenda. C’era anche la paura che qualsiasi cosa facessi nel mio doppio ruolo di cantante e aquilana fosse male interpretata. Se mi fossi fatta vedere troppo, infatti, poteva sembrare che volessi speculare sulla cosa; se mi fossi fatta vedere troppo poco, che me ne tirassi fuori. Con discrezione, ho cercato quando possibile di rendermi utile, con naturalezza, facendo quello che mi sentivo di fare. Qualcuno mi avrà criticato, d’altronde non si può fare contenti tutti.

Il progetto del singolo in dvd “Nell’aria” com’è nato?

Quel pezzo lo avevo scritto prima del terremoto, per un amico che non c’è più. Dopo il terremoto, mi è venuto spontaneo dedicarlo alla città. L’ho portato con me in tutti i concerti, era anche un modo per parlare dell’Aquila. Il video in “zona rossa” era stato girato precedentemente alla proposta dell’associazione Saving L’Aquila: volevamo portare una documentazione di quello che era la città ad agosto, non volevamo pubblicizzarlo. Dopo però ci siamo detti: lo regaliamo a quest’associazione e abbiamo devoluto tutti i diritti in beneficenza. So che è stata costruita una casa per persone disabili e le cose stanno andando avanti, anche se non so bene quanti soldi siano riusciti a raccogliere. Penso comunque che la cosa sia seria.

Che ne pensi invece del progetto più grande “Amiche per l’Abruzzo”?

Penso sia stata una cosa bella… (esita)

Ma?

Amiche per l’Abruzzo è servito a raccogliere soldi e a portare attenzione sulla città, e questo è un bene. Forse, però, la promozione del concerto e del dvd è stata un po’ troppo autocelebrativa, a fronte di una raccolta che è sì importante, ma non sarà risolutiva.

Che idea ti sei fatta sulla questione del pagamento e della restituzione delle tasse?

L’unico modo per farsi sentire è come è stato fatto, andare a manifestare, proprio come ho letto sui libri di storia che è stato fatto in altre epoche. Sembra di essere tornati a secoli fa e l’unica soluzione è questa, protestare civilmente, senza arrivare a quello a cui si è arrivati. Bisogna protestare, perché è assurdo, qualsiasi italiano nella stessa situazione si sentirebbe ingiustamente colpito. L’aquilano riconosce che nell’emergenza siamo stati coccolati, come dice il sindaco, però ora siamo in una fase successiva.





Gli autonomi con volume d’affari fino a 200 mila euro riprenderanno a pagare dal 20 dicembre e non da questo mese. Ti sei fatta un po’ di conti? Tu sei un lavoratore autonomo!

Sì però guadagno quanto un dipendente! Comunque questi problemi in città sono all’ordine del giorno, ma fuori arrivano e subito solo quando si sente parlare di sangue o di protesta che fa gossip. Quando invece si parla di aspetti tecnici complicati, forse perché non vogliono renderli semplici, nel resto del Paese non si sanno. Io cado spesso dalle nuvole, ma se le sapessero tutti gli italiani, sarebbero molto più consapevoli e si sentirebbero presi in giro tutti.

SIMONA

C’è una canzone dell’album nuovo carinissima e anche un po’ angosciante, Single per l’estate, che parla di una coppia in cui il ragazzo si prende la classica “pausa” proprio prima delle vacanze. Anche tu sei single per l’estate quest’anno?

Adesso sono una mezza single. Ho una relazione, ma non ufficiale, ancora da capire. In via di definizione, come si scrive su Facebook.

Spingiamoci oltre. Una frequentazione con qualcuno del mondo dello spettacolo?

Noo, non c’entra niente, assolutamente! Le persone del mondo dello spettacolo no, almeno per il momento.

In quel mondo può creare qualche ostacolo presentarsi avendo già un legame?

Se sei donna e se il tuo uomo è nello spettacolo ti può risultare anche utile. In caso contrario, e magari se sei anche riservata e non vuoi fare della tua vita privata merce di gossip, o di scambio che è anche peggio, allora sicuramente può togliere quell’alone di mistero che fa sempre bene a un’artista.

Nel tuo caso però compensa la testardaggine aquilana di cui parlavamo sopra.

Esatto!

Quattro parole dal tuo primo brano di successo: egocentrica, lunatica, ultima e unica. Quanto c’è di te, e quanto del personaggio della prostituta che interpretavi al teatro e che ha ispirato questo brano?

C’è tanto, ma sul palcoscenico. Devi assolutamente sentirti unico, egocentrico, come tutti gli altri artisti, per stare sul palcoscenico e pretendere che altri ascoltino quello che hai da dire. Devi essere per forza un po’ megalomane, devi pensare di essere unico, altrimenti non ti ci metteresti mai su un palcoscenico. Vale anche per i giornalisti, in fondo.

Vero. E ultima, perché?

Nella vita normale, magari… Non proprio l’ultima, forse ma… La penultima! Una come tante, insomma.

Un piano B, un’alternativa rispetto alla carriera di cantante, lo hai mai avuto?

Mai. Non so fare nient’altro, solo questo. Penso che quando uno si prefigge un obiettivo alla fine lo raggiunge. Pensavo magari farò le mie serate e insegnerò musica, nella peggiore delle ipotesi. Ma farò di tutto per fare questo tutta la vita.

La giornata tipo domestica, quando non hai niente da fare, com’è?

È la giornata più normale del mondo! Adoro quando passo due tre giorni a casa, a cucinare, pulire. Chi lavora sempre, nel fine settimana vuole andare in giro e viaggiare, io al contrario: quando sono a casa voglio starci e godermela. Dopo cinque-sei giorni, però, sento già il bisogno di scappare di nuovo!

Il tuo rapporto con Internet com’è?

È bello perché hai un contatto diretto con le persone. Non sono però una che sta lì tre ore a rispondere a tutte le email, diventerebbe un altro lavoro. Si può fare di meglio in quelle tre ore! Ogni tanto faccio risposte complessive o rispondo a chi conosco meglio, spero che la gente capisca. Credo anche che Internet oggi sia l’unico mezzo di informazione indipendente e reale, in cui trovi tutti i modi di pensare per poi farti un’idea tua. Quelli che vivono guardando solo la tv o leggendo solo i giornali pensano tutti la stessa cosa. A casa la mia tv l’ho ricoperta di foto e non l’accendo mai.

Preferisci le quattro o le due ruote?

Per il momento quattro, si fanno distanze più lunghe. Però le moto mi piacciono, mi piacerebbe prendere la patente un giorno!

Vacanze al mare o in montagna?

Mare, sarà perché ho vissuto sempre in montagna. La costa adriatica più di quella tirrena.

Un film o un libro per passare una serata?

Se è cinema preferisco il film, se è tv meglio il libro.

Giornale o telegiornale?

Giornale.

Che giornale?

Un po’ di tutto, leggo un po’ di qua e un po’ di là per farmi un’idea. Il Corriere, la Repubblica, il Centro

…E AbruzzoWeb.

Naturalmente!

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