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13 Novembre 2013 18:43

Regione -

MANILA – Il disastro causato dal tifone Haiyan è “la più grande emergenza logistica mai affrontata dalle Filippine”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio per la gestione e la riduzione dei disastri di Manila, Rene Almendras, che ha anche aggiornato bilancio della catastrofe a 2.275 morti, 3.365 feriti e 80 dispersi.

Almendras ha spiegato inoltre che l’emergenza riguarda ben 11 milioni di persone. “Un numero così elevato rende difficoltosa anche la gestione degli aiuti.

Stiamo valutando tutte le strade percorribili perché il loro volume è talmente grande che non possiamo spostarli tutti per via aerea”.





“Numerosi C-130 della nostra forza aerea e altri messi a disposizione dagli Usa volano direttamente su Tacloban, ma gran parte degli aiuti devono essere distribuiti dall’aeroporto internazionale di Cebu”, ha affermato.

Le province toccate dal ciclone sono 41, mentre gli sfollati sono 582.303, dei quali solo 286.433 hanno trovato al momento posto in 993 centri di accoglienza. Secondo le autorità filippine le case completamente distrutte sono 80.047.

Papa Bergoglio ha lanciato un appello a favore delle popolazione colpite.

“Stiamo pregando e unendo le forze per aiutare nostri fratelli e sorelle delle Filippine colpiti dal tifone, queste sono le belle battaglie da combattere, per la vita e mai per la morte”, ha detto il pontefice al termine dell’Udienza Generale. Intanto si registra una nuova tragedia: otto persone sono morte per il crollo di un muro durante l’assalto a un magazzino di riso nei pressi di Tacloban, la città più colpita dalle devastazioni.





Poliziotti, militari e guardie private erano schierati a protezione del magazzino di Alangalang, città a 17 chilometri da Tacloban, ma sono stati sopraffatti dalla folla che si è portata via 129.000 sacchi da 50 chili l’uno.

Solo 33.000 sacchi contenevano riso pronto per essere cotto e mangiato mentre gli altri 96.000 erano di grani ancora da raffinare. Problemi anche per la sepoltura delle vittime in una fossa comune: l’operazione è stata interrotta da alcuni spari.

I medici legali che avrebbero dovuto assistere alla sepoltura sono stati fatti allontanare dalla polizia e i camion che trasportavano le salme sono dovuti rientrare alla base. Il ritardo complica ulteriormente gli sforzi per dare sepoltura alle migliaia di vittime del tifone, i cui corpi giacciono numerosi per le strade di Tacloban, rilasciando odore insopportabile.

Un funzionario del comune ha lamentato che la loro raccolta è stata interrotta per mancanza di sacchi speciali in cui avvolgerli.

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