VIAGGIO NEL CRATERE/22 L'AMBIZIOSO DANTE DE NUNTIIS E' TORNATO IN SELLA

SCOPPITO: PARLA IL SINDACO, ”DITTE SERIE PER RICOSTRUIRE”

di Giorgio Alessandri

30 Giugno 2011 08:08

L'Aquila -

SCOPPITO – Il neo sindaco del Comune di Scoppito (L’Aquila), Dante De Nuntiis, è in realtà una vecchia conoscenza della politica del popoloso centro alle porte dell’Aquila.

Già primo cittadino dal ‘95 al 2004, De Nuntiis ha vinto le recenti elezioni amministrative dopo aver ricoperto il ruolo di consigliere comunale d’opposizione. È lui il sindaco che questa settimana ci accompagnerà nel “Viaggio nel cratere”.

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Quante vittime e quali danni ha fatto il terremoto?

Fortunatamente non ci sono state vittime nel nostro territorio. Ho un netto ricordo di quella notte e della paura dei membri della mia famiglia e dei conoscenti. Per quanto riguarda i danni nel paese devo essere sincero: i danni non sono stati gravissimi, non sono registrati crolli rovinosi come all’Aquila o in altri comuni dell’hinterland.

Il territorio ha risposto bene e le case che sono state costruite sono sicure e a norma, quindi più che danni gravi sono state registrate lesioni in edifici, solo in alcune zone circoscritte. Nel mio programma elettorale uno degli obiettivi è quello della costituzione della cosiddetta ‘città territorio’, che si integri con il capoluogo. Le possibilità di ampliamento sono contemplate nel Prg che fu approvato quando ho ricoperto il ruolo di sindaco. Scoppito deve recuperare un ruolo importante nella ricostruzione post terremoto e il tempo che forse con la precedente amministrazione è stato perduto.





Com’è stata risolta l’emergenza abitativa?

Dopo il terremoto sono stati costruiti Map a Collettara, nei pressi del Campo sportivo, nelle frazioni di Casale e Sella di Corno. Attualmente sono occupati da 36 famiglie. Nei mesi post sisma è stato realizzato anche il complesso Map dalla Aventis: siccome nell’azienda sono cambiati i vertici dirigenziali, intendo sedermi a tavolino con loro per valutare le prospettive di questo villaggio Map, sul quale ho espresso le mie perplessità quand’ero consigliere, non sull’opportunità di costruire i Map, ma sulle modalità di costruzione e sulla localizzazione.

Quali sono le condizioni della “zona rossa”? Potrà essere ristretta a breve?

Come ho detto i danni non sono molto estesi e si può parlare di “zona rossa” in un solo caso, nei pressi del paese. Stiamo ragionando sul futuro dell’area, che attualmente è interdetta, dove insiste anche un palazzo del Seicento. Bisogna valutare se sia conveniente o meno ricostruire o se sia più consono un progetto di demolizione e recupero degli spazi. Il confronto comunque è stato avviato.

I piani di ricostruzione sono uno strumento ormai obbligatorio. A che punto è il suo Comune?

Anche in questo caso la discussione è molto aperta, proprio qualche minuto fa sono stato contattato dai responsabili dell’Università di Perugia. Le persone che stavano lavorando con la precedente amministrazione negli uffici tecnici non sono state cambiate, ma voglio capire quale sarà l’opzione più conveniente per la ricostruzione, magari anche attraverso il confronto con gli altri sindaci. In realtà a me preoccupa più la vicenda della ricostruzione che quella del post terremoto: nei piccoli comuni è necessario che i proprietari e responsabili degli aggregati affidino i lavori della ricostruzione degli immobili a ditte serie e competenti, con una solidità economica comprovata, altrimenti si rischia che i disagi che non ci sono stati nel post-terremoto si presentino a Scoppito con la ricostruzione.

Se per esempio in un aggregato devono lavorare quattro ditte e solo una di queste è affidabile c’è il pericolo di bloccare tutto per colpa di qualche avventuriero. Per questo voglio fare una riunione con tutti i rappresentanti legali degli aggregati per verificare la serietà delle aziende che si occuperanno delle ristrutturazioni e della ricostruzione. Una ricognizione che effettuerò chiedendo anche la collaborazione dell’Ance.





A oggi, qual è il  problema più urgente da affrontare?

Il problema più impellente è quello della sistemazione dei sottoservizi e delle reti, altrimenti si rischia di ricostruire inutilmente sul nulla. Risolvendo questa vicenda si può pensare a una ricostruzione concreta e senza intoppi.

Cosa vorrebbe dire al commissario per la ricostruzione?

La questione della serietà delle ditte, a mio avviso è centrale. Per questo chiederei al sindaco, se fosse possibile creare uno strumento normativo per assicurare la legittimità e la serietà delle ditte, in modo tale che una volta iniziati i lavori non si rischi di rimanere con cantieri aperti e poi sospesi. Un altro punto nodale è quello delle risorse che spero vengano garantite in rapporto ai danni effettivamente subiti dai comuni.

Quanto ci vorrà per ricostruire il suo paese?

Alla luce di quanto ho detto finora, credo che fare oggi previsioni sia inopportuno. Prefigurare un tempo per la ricostruzione significherebbe azzardare troppo, e i cittadini invece hanno bisogno di certezze.

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