SCOLPIRE I MITI DI OVIDIO: LA SECONDA VITA DI IEZZI, EX PRESIDENTE DEL PARCO MAJELLA

di Filippo Tronca

12 Marzo 2018 07:00

Regione - Video

SULMONA – Oramai lontano dalle tempeste della vita politica e amministrativa, l'ex presidente del Parco nazionale della Majella Franco Iezzi ha riscoperto la passione per l'artigianato artistico. Più o meno tutti i giorni lo si può vedere intento, con la levigatrice in mano e occhialoni,  a fare da assistente all'artista Marco Di Iorio, con il quale sta realizzando una statua lignea di Dafne e Medusa, ispirata alle Metamorfosi di Ovidio, di cui a Sulmona si celebra il bimillenario. 

L'opera sta prendendo forma in piazza Capograssi, nello spazio verde davanti al Tribunale, ed è stata donata alla città, a proprie spese, dall’associazione Azione ricerca e sviluppo, presieduta proprio da Iezzi. Particolare è anche la tecnica utilizzata da Di Iorio, che per incidere si avvale di una piccola motosega, con stupefacente precisione e profondità di dettaglio.





“Mi è sembrato opportuno avviare un'iniziativa che celebri il nostro sommo poeta Ovidio come merita. Lo faccio perché mi piace, e perché vengo da una tradizione familiare di artigiani e falegnami.  E' una auspicio anche per il mantenimento del Tribunale di Sulmona qui davanti, che sarebbe una follia chiuderlo”. 

“Quello che dà soddisfazione – aggiunge Di Iorio – è che la gente è curiosa, si ferma, assiste passo al lavoro in corso. La mia tecnica? L'ho scoperta per caso tre anni e mezzo fa, durante una notte bianca. Stavo facendo una performance di scultura, ed ero incappato in un legno troppo morbido, che non riuscivo a scolpire con i miei scalpelli, perchè si ammaccava. Così ho chiesto ad un amico se mi prestava una motosega, e il risultato è stato sorprendente. Poi con gli anni ho affinato la tecnica, per poter esprimere tutte le potenzialità che sono notevoli”. 

La poltrona da presidente del Parco è ora vacante, bisognerà attendere l'insediamento del nuovo governo per conoscere il successore di Iezzi, che a novembre 2017, in occasione della conferenza stampa di commiato, dopo aver squadernato il bilancio del suo mandato, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, accusando il presidente della Regione Luciano D'Alfonso di averlo “ostacolato con il suo modo di fare e con un atteggiamento minaccioso”, e ricordando poi che “nessun sulmonese ha speso una parola per me”.





Acqua passata. Ora Iezzi è intento a perfezionare le forme scolpite da Di Iorio,  con i pensieri immersi nella mitologia e nell'arte. 

L’opera vede protagonisti Dafne e Medusa, che si uniscono plasticamente e danno vita a delle sedute, che simboleggiano il trono di Ovidio, e che rappresentano  anche il senso di protezione, la stessa dello scudo che permise a Perseo di sconfiggere Medusa.

“Rimpianti sul mio operato da presidente? Nessuno – assicura Iezzi – magari qualcosa in più sarebbe stato bello farlo, se ci fossero state le condizioni. Ora comunque non mi sento in pensione, ho solo più tempo libero, già questo che sto facendo ora, prima sarebbe stato impossibile, non avrei avuto tempo, non mi sarei potuto nemmeno esporre, per questioni di tutela dell'immagine istituzionale, come si è soliti dire…”.

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