RIGOPIANO: LEGALE FENIELLO, ”VOGLIONO OSTACOLARE PROCESSO, DOVE SONO I 10 MILIONI DI SALVINI?”

11 Dicembre 2019 18:13

Pescara -

PESCARA – “E' evidente che vogliono ostacolare il processo, che c'è gente che vuole difendersi 'dal' processo e non 'nel' processo, delegittimare chi ha indagato”.

Lo dice l'avvocato Camillo Graziano, difensore di papà Alessio Feniello, che nella valanga di Rigopiano ha perso il figlio Stefano.

Graziano commenta così gli esposti che sono stati presentati da poliziotti contro carabinieri, entrambi coinvolti nelle indagini sulla tragedia di Rigopiano, che venerdì rientra in aula per un'altra udienza preliminare.





“Dell'esposto dell'ex capo della Mobile Pierfrancesco Muriana contro i carabinieri forestali mi colpisce la tempistica: esce nel momento in cui si riparla di depistaggio, dopo che papà Feniello successivamente al servizio delle Iene aveva preannunciato un altro esposto. Guarda caso… ecco Muriana. Certe cose però – parla appunto l'avvocato della famiglia Feniello – ce le aveva da due anni. Ho letto di pec, di timbri che non esistono. Timbri? E chi doveva metterli quei timbri?”.

Secondo l'avvocato, la stagione dei veleni di Pescara ha radici che risalgono alle immediate fasi successive post valanga.

“Ricordo bene la conferenza stampa dell'allora procuratore di Pescara Cristina Tedeschini: disse che non risultavano responsabilità in capo alla Prefettura. Infatti c'erano solo 7 indagati. Ebbene fu proprio dopo il mio esposto che chiedeva come fosse possibile che non si fosse indagato su Protezione Civile o soccorsi, cioè responsabilità in capo alla Prefettura. Il nuovo procuratore Serpi affidò le indagini su quel fronte ai carabinieri forestali – prosegue l'avvocato Graziano – Fin lì le indagini fatte dalla Mobile di Muriana avevano prodotto zero. Col senno di poi, vedi le indagini per depistaggi, ci sta che non ci fossero indagati, perchè nessuna notizia di reato emergeva da quelle carte. 260 pagine senza che venisse mai nominato il Prefetto. Dalla lettura delle carte delle indagini per depistaggio emergerebbe addirittura che lo stesso Muriana per quanto dicono gli indagati avrebbe partecipato alla redazione di quelle relazioni”.





“Era inopportuno che le indagini sulla Prefettura fossero affidate alla Mobile, che di fatto risponde alla Prefettura: era meglio affidarle subito alla Gdf. Insomma – insiste Graziano – difficile pensare che la Prefettura non c'entrasse nulla con Rigopiano”.

Infine un appunto sui risarcimenti; “Il ministro Matteo Salvini nello scorso gennaio venne a Rigopiano ad annunciare 10 milioni di euro per le vittime: dove sono quei soldi? – conclude l'avvocato – A mio avviso si tratta di una palese ammissione di responsabilità da parte del ministero degli Interni”.

 

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