RIFORMA DELLE PENSIONI: POST-QUOTA 100, INNALZAMENTO ETA’? ECCO COSA CAMBIERA’

14 Maggio 2020 08:09

Regione -

L'AQUILA –  Cosa accadrà dopo la fine di questo modello di pensionamento anticipato? Cosa ci sarà nel post-Quota 100?

Dopo lo stop causato dall'emergenza sanitaria in corso legata al Coronavirus, il dibattito sta ripartendo a pieno ritmo. Tanti i dubbi, le domande ancora senza risposta e i nodi da sciogliere.

Secondo Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, urge introdurre una flessibilità “intorno a 62 anni”. 

Quota 100,  nata con il governo Lega-M5S, va verso la la fine e questa forma di pensionamento anticipato (62 anni più 38 di contributi) chiuderà la sua finestra triennale

Cosa ci sarà dopo, anche alla luce della crisi economica di questi mesi? Al momento ci sono solamente delle ipotesi, perchè la pandemia legata al Cocid-19 ha fermato, o quantomeno rallentato il confronto tra le parti sociali. Tra le ipotesi per il post Quota 100 potrebbe esserci l'introduzione della pensione anticipata totalmente contributiva.

Una misura che penalizzebbe però – si legge su Affaritaliani – quei lavoratori che hanno avuto dei lavori discontinui. Secondo quanto riporta trend-online.com, “al vaglio vi è anche l'ipotesi di innalzare l'età pensionabile: questa proposta, però, non avrebbe il beneplacido delle parti sociali, che si stanno opponendo perché sarebbe troppo penalizzante per i lavoratori”.





Oppure – come riporta il sito – un sistema pensionistico che si appoggi anche sui fondi pensioni, con agevolazioni a carico dello Stato. Interessante in tema di riforma pensioni però l'intervento delle scorse ore del segretario confederale della Uil, Domenico Proietti nell’audizione presso la Commissione Lavoro del Senato.

Secondo Proietti urge introdurre una flessibilità “intorno a 62 anni. Si tratta di un intervento che oltre a riallineare il sistema previdenziale italiano a quello che avviene in Europa, si configura come uno strumento importante per garantire una tutela alle persone che saranno espulse dal mercato del lavoro a causa delle conseguenze economiche del coronavirus”.

Non solo. Proietti ritiene “necessario, nell’ambito dei molteplici interventi di sostegno ai redditi, prevedere una misura a favore delle pensioni in essere, estendendo il beneficio della quattordicesima a quelle fino a 1.500 euro mensili”.

Pensioni, giù pensioni nonostante Quota 100. I dati Istat

All'interno delle prestazioni previdenziali, sono sempre le pensioni la componente piu' onerosa, con una spesa che assorbe da un massimo del 90,7% nel 2002 a un minimo dell'86,6% nel 2019 (pari a 275,1 miliardi); il peso relativo assunto nel 2019 e' il piu' basso dal 1995, nonostante la spesa aggiuntiva dovuta alla misura denominata 'Quota 100' (circa 2,1 miliardi di pensioni, piu' altri 600 milioni circa di Tfr).

È quanto rileva l'Istat nel report 'La protezione sociale in Italia e in Europa' La riduzione della quota per pensioni – spiega l'Istat – è stata controbilanciata da una crescita nel tempo delle liquidazioni per fine rapporto di lavoro e, soprattutto, delle indennita' di disoccupazione, che hanno raggiunto il livello massimo di spesa nel 2019 (12,6 miliardi), mentre la spesa per la Cassa integrazione guadagni (cig) e' ritornata a livelli molto bassi, analoghi a quelli precedenti la crisi economica del 2009 (849 milioni).

Le indennita' di disoccupazione e le spese per la Cig sono destinate a crescere nel 2020 per effetto dei decreti emanati per il sostegno al reddito dei lavoratori a seguito della chiusura delle attivita' economiche per l'emergenza Covid-19.

Pensioni Quota 41 verso l'addio per colpa del coronavirus? La situazione

La riforma del sistema pensionistico in queste settimane non è un tema d'attualità. L'emergenza coronavirus ha messo in stand by il dibattito, che a marzo avrebbe dovuto avere momenti importanti (il 13 marzo era previsto un vertice tra governo e sindacati che ovviamente non è potuto esserci).





Congelati – si legge ancora su Affaritaliani i discorsi su quota 100 pensioni, che, va ricordato, è prevista per quest'anno e per tutto il 2021 quando terminerà il triennio di sperimentazione che era stato previsto dal governo Lega-M5S. Poi è prevedibile un 'pensionamento' di quota 100.

E dopo?

L'idea di alcune parti politiche era di introdurre quota 41. Ossia tutti in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Ma a questo punto la situazione è inevitabilmente più difficile, visto la crisi economica italiana e mondiale generata da questa pandemia di coronavirus. Le priorità del Governo nel medio periodo saranno di dare liquidità a lavoratori, imprese e famiglie. E, secondo alcuni studi condotti prima dell’introduzione di Quota 100 Pensioni, passare a quota 41 avrebbe fatto salire la spesa a 12 miliardi già a partire dal primo anno. Un livello che probabilmente non sarà facile da sostenere nel nuovo mondo post coronavirus. Ma siamo per il momento a ipotesi e scenari, seppur legati ad alcune proiezioni numeriche. Il futuro della riforma pensioni verrà chiarito solo nei prossimi mesi.

Coronavirus e Pensioni Quota 100: cosa cambierà?

Cambierà qualcosa nella riforma pensioni e per quanto concerne quota 100 ora che c'è un'emergenza coronavirus che investe pesantamente l'economia? Alcuni addetti ai lavori pensano che l'esecutivo, terminata quota 100 (scadenza il 31/12/2021) non concederà altre vie per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Si vedrà.

“La situazione straordinaria implica una serie di riflessioni sulle misure attive come Quota 100”, dice Antonio Zennaro, deputato abruzzese del M5s secondo quanto riporta Il Foglio.

“Data la situazione che ci aspetta, credo che con una forte rimodulazione potremmo risparmiare almeno 10 miliardi nei prossimi due anni: risorse da destinare direttamente alla sanità pubblica e la ricerca scientifica”.

E la Cgia fa sapere che tra il reddito, la pensione di cittadinanza e Quota 100 nel 2020 è prevista una spesa di 12,3 miliardi, il 64 per cento in più della misura economica anticrisi annunciata nei giorni scorsi dal Governo che sarà pari a 7,5 miliardi. Somme importanti che hanno indotto il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, a questa riflessione: ''Per dare un sussidio anche a chi è poco interessato a trovarsi un lavoro o vuole andare in pensione in anticipo, il Governo ha previsto per l'anno in corso una spesa di 12,3 miliardi di euro. Per affrontare una crisi economica che, invece, rischia di far scivolare il Paese in una recessione pesantissima, promette 7,5 miliardi. Insomma, per l'assistenza non badiamo a spese, ma per fronteggiare una crisi che si annuncia essere tra le più drammatiche degli ultimi 75 anni erogheremo una misura che, sebbene sia raddoppiata nel giro di pochi giorni, rimane ancora insufficiente''.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: