L’AQUILA – È partita la rincorsa per gli ambitissimi posti di coordinatori degli Uffici speciali per la ricostruzione dell’Aquila e del “cratere” e già emergono i primi nomi.
Le due figure sono state introdotte dalla legge Barca: per loro è previsto un trattamento economico di 200 mila euro annui e di fatto andranno a sostituire le strutture commissariali, sciolte a seguito della fine dell’emergenza, avvenuta il 31 agosto scorso.
Un’indennità e una posizione di potere che fanno gola a molti, a partire da alcuni pezzi da 90 del ministero della Coesione territoriale retto da Fabrizio Barca, come per esempio il direttore del dipartimento per lo Sviluppo delle economie territoriali (Diset), l’ingegnere Aldo Mancurti, che con frequenza visita il capoluogo per riferire al governo dello stato di attuazione della ricostruzione.
Ma sono gli aspiranti “locali” quelli più clamorosi: i rumors in città parlano dell’ex assessore al Bilancio Silvana Giangiuliani, che ha il gradimento del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che per lei aveva pensato a un contratto di consulenza di natura fiduciaria, incarico poi stoppato dai mal di pancia interni alla stessa maggioranza portati allo scoperto da AbruzzoWeb.
La nomina a mega-dirigente dell’Ufficio segnerebbe un ritorno in campo in grande stile per la Giangiuliani, dopo l’uscita di scena a seguito del varo della nuova Giunta di Cialente dopo le elezioni amministrative di maggio.
Dalle parti della Provincia dell’Aquila, invece, sarebbe in pista anche un altro ex dell’esecutivo aquilano, stavolta del centrodestra di Biagio Tempesta: si parla del dirigente del settore Ambiente e Urbanistica Francesco Bonanni.
Non è escluso che anche l’ex direttore dell’Ufficio coordinamento ricostruzione (Ucr) Gaetano Fontana presenti la sua candidatura, che avrebbe i crismi richiesti dalla legge, ma per lui la strada è certamente in salita, dopo gli scontri con il Comune dell’Aquila e il suo coinvolgimento nelle inchieste giudiziarie della squadra Mobile di Pescara su Ecosfera.
Tra i papabili, per esperienza, formazione e conoscenza della realtà aquilana, potrebbe esserci anche l’ex capo della Struttura di gestione dell’emergenza Roberto Petullà, dirigente della Protezione civile nazionale distaccato presso il dicastero di Barca, che però, da quanto si apprende, non avrebbe avanzato la sua candidatura, nonostante anch’egli abbia le carte in regola per fare domanda.
La norma, infatti, prevede che il titolare dell’Ufficio possieda “una formazione tecnica economica” e competenze di tipo “gestionale generale con attitudine alla pianificazione, efficienza/efficacia dei processi, controllo e rendicontazione dell’operato e alla negoziazione”, inoltre deve avere “ricoperto ruoli di dirigente direzione generale o direzione di progetti”.
Un profilo certamente specialistico, ma non così raro in Italia, tanto che la valutazione comparativa dei titoli è stata delegata da Barca a una società esterna, che dovrà acquisire i curriculum dei pretendenti e predisporre una rosa da sottoporre a Cialente e ai rappresentanti delle aree omogenee del “cratere” per l’intesa sulla scelta e la stipula del contratto, che durerà tre anni, salvo probabili rinnovi alla scadenza del periodo.
LA ROAD MAP: ”SCEGLIERANNO I CACCIATORI DI TESTE”
“Sono arrivate candidature e anche auto candidature al ministro e a me, abbiamo incaricato una società di ‘cacciatori di teste’ di Milano per la trasparenza, il ministro renderà noto a tutti i dettagli”.
Così il capo di gabinetto di Fabrizio Barca, Alfonso Celotto, ha spiegato oggi la procedura per la selezione dei due super manager che gestiranno i rispettivi uffici speciali per la ricostruzione, uno per L’Aquila e l’altro per i restanti comuni del “cratere”.
“Ora il ministro sta facendo interviste ai candidati, ci arriverà a una short list di 5-8 persone papabili, alla fine il ministro d’intesa con i sindaci sceglierà il candidato”. (alb.or.)
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