ACCORDO TRA UDC, FLI E CENTRO DEMOCRATICO: ''PUNTIAMO AGLI SCONTENTI''

REGIONE: PROVE TECNICHE DI CENTRO, IN 6 NEL NUOVO POLO ”CONTRO PDL E PD”

di Pierluigi Biondi

23 Marzo 2013 08:01

Regione - Politica

L’AQUILA – Nel Consiglio regionale dell’Abruzzo vanno in scena le prove generali di un “centro alternativo al Popolo della libertà e al Partito democratico”.

Dopo lo tsunami delle elezioni politiche del mese scorso, che ha rivoluzionato gli equilibri nazionali con la prepotente ascesa del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo e la “vittoria a metà” del centrosinistra di Pier Luigi Bersani e il ridimensionato delle aspirazioni di alcune formazioni scomparse dallo scenario parlamentare, sono riprese le grandi manovre in vista delle regionali.

Negli ultimi giorni, infatti, si è rimpolpata la compagine del Nuovo polo per l’Abruzzo, già esistente da un anno e mezzo, con l’ingresso dei fuoriusciti dell’Italia dei valori Camillo Sulpizio e Paolo Palomba che vanno ad aggiungersi a Gino Milano, Berardo Rabbuffo, Daniela Stati e Antonio Menna.

“Un’alternativa moderata rispetto ai blocchi classici”, come spiega Rabbuffo, anche se Menna frena un po’: “delle alleanze se ne parlerà a tempo debito”.

Si tratta di una federazione tra gruppi già esistenti che, comunque, non si sciolgono e mantengono segreterie e personale: rimangono in vita, infatti, il Centro democratico (Milano, Sulpizio e Palomba), che a livello nazionale alle politiche è andato in tandem con Pd e Sel, Futuro e libertà (Rabbuffo e Stati) e l’Unione di centro (Menna).

Un accordo tecnico, dunque, previsto dal regolamento, che consente di unificare la rappresentanza in seno alle commissioni ed eventualmente anche nella conferenza dei capigruppo, opzione quest’ultima scartata dai sei, che continuano a partecipare singolarmente alle riunioni dell’organismo.





Ma al di là dell’aspetto formale, c’è pure in ballo il tentativo di creare una forza che possa giocarsi le sue carte alle prossime regionali, previste per i primi mesi del 2014, ma una data ufficiale ancora non c’è.

Una coalizione che vada per conto suo, staccandosi dai big del centrodestra e del centrosinistra, come conferma Rabbuffo: “potremmo rappresentare l’alternativa moderata ai blocchi classici che si sono contrapposti finora”.

“Per il momento non sciogliamo Fli, anzi, stiamo lavorando per riorganizzarci – aggiunge – ma nel frattempo lavoriamo a una composizione di un soggetto che possa dire la sua alle elezioni per il prossimo governatore dell’Abruzzo”.

“Ci sono alcuni consiglieri, da una parte e dall’altra, che vogliono riposizionarsi e noi potremmo offrirgli questa opportunità – sottolinea – in tal senso abbiamo già vari contatti, in particolare con quelli che non sono di centrosinistra ma non si sentono a proprio agio nemmeno nel centrodestra”.

“Però nomi non ne faccio”, conclude.

Su una posizione più cauta, invece, Menna, che all’indomani della composizione delle liste per Camera e Senato si era messo in “sciopero del voto” per contestare l’investitura del vice presidente dell’Emiciclo, Giorgio De Matteis, a numero due per la corsa a Montecitorio.





“Per il momento si tratta solo di una opzione tecnica, non è automatico che si trasformi in un’intesa politica”, chiarisce.

“Anche perché – prosegue Menna – la riflessione sulle alleanze non può essere una cosa delegata a sei consiglieri regionali ma va condivisa con la base e con i vertici dei rispettivi partiti, che hanno l’ultima parola, da questo punto di vista sono un politico tradizionalista”.

Però se dovesse fare una scelta di cuore, Menna è deciso: “mai con Gianni Chiodi, qualora fosse ricandidato. Ci ha trattato malissimo, quindi difficilmente starei con lui. Contro il parere di Pier Ferdinando Casini, ai tempi in cui ero segretario regionale dell’Udc, siglai l’accordo con il Pdl e l’ho fatto vincere in quattro province e nei comuni più importanti della regione, dopo si è dimenticato di noi”.

“Siamo arrivati al punto che il centrodestra rispetta più Rifondazione che noi, solo perché hanno paura del loro capogruppo, Maurizio Acerbo“, lamenta Menna, che comunque ribadisce una posizione più volte rivendicata: “però stiano tutti tranquilli, io dall’Udc non mi schiodo così come non mi muovo dal collocamento all’opposizione di questa maggioranza in Consiglio”.

“Sono altri – chiosa, con chiaro riferimento a De Matteis – che continuano a tenere il piede in due staffe conservando benefit e auto blu, incuranti dello schiaffo preso alle elezioni”.

Menna spiega anche l’adesione data a Presenza popolare, l’integruppo formato con gli assessori regionali Gianfranco Giuliante e Angelo Di Paolo (Pdl), Carlo Masci (Rialzati Abruzzo), Paolo Gatti (capolista alla Camera con Fratelli d’Italia) e il portavoce del gruppo del Pdl, Riccardo Chiavaroli, che in qualche modo potrebbe sembrare in antitesi con il Nuovo polo: “era solo un accordo politico trasversale pre-elettorale con il quale abbiamo condiviso l’esigenza di maggiore rispetto per i territori e la necessità di portare a compimento, entro la fine della legislatura, di alcune riforme, come quella sui trasporti”. 

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