VERTICE E SFURIATA DI MARSILIO DOPO SEDUTA CONSIGLIO DI MARTEDI’ IN CUI I VETI INCROCIATI HANNO PREVALSO. DUBBI SU LEGA, MA ANCHE FI E’ SPACCATA. DIFFICILE TROVARE CHI HA MANDATO SOTTO MAGGIORANZA. SOSPIRI SU BANCO IMPUTATI

REGIONE: NOMINE, CENTRODESTRA A PEZZI , FLOP GARANTE INFANZIA, CACCIA A TRADITORE

28 Maggio 2020 01:18

Regione - Politica

L’AQUILA – La strigliata del governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, in un summit nel quale sono volate parole grosse, e la caccia al “traditore” o ai “traditori”: si è chiusa così la giornata, orribile dal punto di vista politico, della maggioranza di centrodestra in Regione dopo la seduta del Consiglio di ieri pomeriggio nel quale è saltata l’elezione del Garante per l’Infanzia, Maria Concetta Falivene, in quota Forza Italia, mentre si è arrivati a fatica, con appena 12 voti, a quella di Davide Di Giacinto Calcedonio, in quota Lega, come consigliere dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise.

Nella giornata di oggi, caratterizzata dalla uscita dei 10 salviniani a palazzo dell’Emiciclo, che in una nota hanno sottolineato di aver votato secondo le indicazioni, ha tenuto banco la ricerca dei consiglieri che hanno fatto saltare l’intesa: una impresa difficile che ha fatto finire sotto la lente di ingrandimento tutti i 17 consiglieri di maggioranza e persino il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, lo stesso che ieri sera aveva accusato la “sua” maggioranza con un dura nota, secondo alcuni rumors regista della bocciatura della Falivene perché  in disaccordo con il coordinatore regionale degli azzurri, il senatore pescarese Nazario Pagano.

Ad appena 16 mesi dal trionfo elettorale, la coalizione di governo sembra già decotta ed avviata verso il declino, se consideriamo che sul tema delle nomine, i segretari di Lega, Fi e Fdi avevano parlato di nomine in generale e di quelle della riunione di ieri, nel summit di lunedì pomeriggio: insomma, le scelte di ieri erano state preparate.

Quindi il centrodestra esce con le ossa rotte tanto che Marsilio, dopo il consiglio, ha richiamato tutti all’ordine nel corso di un infuocato summit di maggioranza nel quale sono volate parole grosse.

“Non possiamo fare figure di questo genere” ha detto in sintesi il governatore, facendo eco al presidente dell’assise, Sospiri, che in chiusura di seduta aveva detto: “E’ una vergogna non avere votato il Garante per l’Infanzia, non si possono fare giochetti politici su questi temi”.





Immediatamente è scattata la corsa a smarcarsi.

La cronaca, fredda, dice infatti che alla maggioranza sono mancati due voti nella votazione sulla Falivene – 15 rispetto ai 17 del centrodestra, che ha perso il consigliere dell’Udc Marianna Scoccia, passata alla opposizione di centrosinistra senza aver ufficializzato l’adesione ad Italia Viva, ma facendo coppia con il capogruppo di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani, con un quorum necessario a 16 – e di più in quella su Calcedonio (nella quale ci si è fermati a 12 su 16 votanti totali).

L’altro dato oggettivo è l’uscita dall’aula del consigliere di Forza Italia Daniele D’Amario: gli azzurri, anche su input di Marsilio, hanno tenuto il punto con Sospiri e con il sottosegretario alla presidenza, Umberto D’Annuntiis.

Ne è uscito, insomma, il quadro di una maggioranza a pezzi che è riuscita a farsi male da sola offuscando anche un importante risultato come quello dell’approvazione della riforma sulla Medicina dello Sport, attesa da trenta anni.

La caccia al traditore, per ora, non ha prodotto risultati.

Nei concitati minuti della seduta i “sospetti” sono caduti su due defezioni della Lega, ma ben presto si è capito che non poteva essere così: difficile immaginare una imboscata sulla Falivene quando, subito dopo, era prevista la votazione su Calcedonio, casella assai gradita alla Lega su cui si è lungamente lavorato per trovare una sintesi. Lo stesso capogruppo del Carroccio, Pietro Quaresimale, in una nota stringata, ha voluto chiarire: “La Lega ha rispettato quanto concordato con il resto della maggioranza. I dieci consiglieri hanno seguito le indicazioni di voto, individuando nell’avvocato Falivene il miglior candidato a ricoprire il ruolo di garante per l’infanzia”. 





La Lega, dunque, si è chiamata fuori. All’origine della “trappola”, allora, potrebbe esserci una resa dei conti all’interno di Forza Italia. A quanto filtra, infatti, la Falivene sarebbe molto gradita al coordinatore regionale, il senatore Nazario Pagano.

Che, secondo i rumors, sarebbe in rotta di collisione con Sospiri, con il quale, anche lui pescarese, i rapporti storicamente non sono buoni, che ormai ha assunto sempre più il ruolo di “dominus” all’interno delle dinamiche in Regione.

E questa frizione potrebbe aver prodotto il cortocircuito sulla Falivene che, in automatico, si sarebbe poi esteso alla elezione di Calcedonio all’Izs. Cozza, contro questa tesi, proprio la sfuriata di Sospiri post consiglio che, secondo molti, è stata di facciata, anche se proprio con quella uscita pubblica lo stesso uomo forte del centrodestra ha di fatto chiuso il discorso con la Falivene, visto che ha annunciato la nomina nella prossima seduta.

Emerge anche, allora, la possibilità che proprio il ruolo preponderante di Sospiri – che ha di fatto gestito tutta la legge “Cura Abruzzo 2”, con uno stanziamento di almeno 60 milioni per imprese, famiglie, enti e associazioni – possa aver provocato la reazione di qualche esponente di maggioranza.

Le certezze, dunque, restano tre: Marsilio mai come stavolta si è imbestialito per la magra figura rimediata dal centrodestra; una rottura simile non era stata preannunciata da alcun segnale preventivo, visto che nel vertice preparatorio del giorno precedente non erano emersi segnali di allarme; non si capisce quale sia stata l’operazione e ordita da chi. In questo quadro di grande tensione va tenuto in considerazione il comunicato serale dell’assessore leghista alla Salute, Nicoletta Verì, che all’esito del secondo tavolo di monitoraggio con i tecnici di Ministeri e Agenzie si è affrettata a comunicare che i conti del comparto sono a posto: questo dopo aver corretto in corsa l’operazione project financing per l’ospedale di Chieti e, dunque, spostando quelle risorse sul riordino contabile.

Un’operazione necessaria per evitare conseguenze peggiori, vedi nuovo “commissariamento”. In sostanza, avendo confermato il buco smentito con il comunicato. 

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