REGIONE: ECCO LA RAFFICA DEI RICORSI, CHI RICORRE AL TAR PER AVERE UN POSTO

di Alberto Orsini e Berardino Santilli

24 Giugno 2014 08:03

Regione - Politica

L’AQUILA – Dopo il riconteggio dei voti da parte dell’ufficio centrale regionale e il varo del Consiglio regionale-bis, è ora pronta a scatenarsi la raffica di ricorsi di quelli che sono rimasti fuori in base alle decisioni dell’organismo stanziato nella Corte d’Appello dell’Aquila.

Alcuni il ricorso lo hanno già annunciato, ma tanti altri ne arriveranno.

I ricorsi sono destinati a pesare sul clima del Consiglio e sono solo l'ultima conseguenza della legge elettorale coniata dal centrodestra, sotto l'egida di Lorenzo Sospiri, presidente dell'apposita commissione.

Una legge, il “Sospirellum”, che D'Alfonso ha annunciato di voler cambiare subito.

Sono due le tipologie di chi sceglie di rivolgersi alla magistratura, amministrativa ma non solo.

Da un lato c’è chi è arrivato a una manciata di voti da un candidato eletto per una lista in un certo collegio provinciale: scopo del ricorso, in questo caso, è procedere a un riconteggio nella speranza di “rosicchiare” consensi a chi è meglio piazzato e scavalcarlo, sostituendolo a palazzo dell’Emiciclo.

Dall’altro c’è chi, invece, contesta proprio l’attribuzione provinciale di un seggio nell’ambito dello stesso partito o lista, chiedendo che venga dirottato su un’altra provincia: quella dove, evidentemente, il ricorrente verrebbe premiato con l’elezione.





Al primo gruppo appartiene Luca Ricciuti, ex presidente della commissione Territorio, secondo in Forza Italia nella lista aquilana, arrivato a un tiro di schioppo da Emilio Iampieri, formalmente eletto.

Secondo quanto si è appreso da fonti vicine a Ricciuti, che citano i verbali degli uffici, sarebbero solo 21 i voti di distacco su Iampieri che, nel dubbio, da tempi non sospetti ha già presentato un esposto ai carabinieri per riscontrare possibili carenze di preferenze nei suoi confronti.

Tra chi chiede di rifare i conti per spuntare un seggio c’è anche Giampaolo Arduini, ex vice sindaco del capoluogo, candidato aquilano di Centro democratico, arrivato sotto di 80 voti esatti all’eletto Maurizio Di Nicola.

Sempre in Cd c’è il pescarese Giorgio D’Ambrosio che, invece, contesta l’assegnazione del seggio all’Aquila, Arduini o Di Nicola che sia, e lo chiede invece nella provincia adriatica, dove sarebbe lui ad accaparrarsi il posto in aula.

D'Ambrosio è discusso appartenente al cosiddetto “partito dell'acqua” di Pescara e la sua candidatura, esclusa dal Pd e poi concretizzata da un'altra lista, è stata fonte di molte polemiche.

Anche l’Italia dei valori aquilana, capeggiata dal più votato Lelio De Santis, assessore comunale, farà ricorso per “spostare” come in un Risiko la casellina da un territorio a un altro: segnatamente da Chieti, dove è stato confermato Lucrezio Paolini, peraltro vice presidente del Consiglio annunciato, appunto all’Aquila, dove toccherebbe a lui.

LE DELEGHE

Intanto si va raffinando ancora il quadro delle deleghe che potrebbero essere assegnate ai vari assessori.

In primis, Donato Di Matteo non si occuperà dei Trasporti, come già gli era successo quando per pochi mesi è stato componente dopo il rimpasto nella Giunta del turco, decapitata per gli arresti della bufera giudiziaria sanitopoli che causò tra gli altri l'arresto dello stesso governatore.





Troppe remore e polemiche interne anche allo stesso Partito democratico per sperare in un bis, anche perché si tratta del terzo pescarese in Giunta con il presidente e Marinella Sclocco.

Per sopire le chiacchiere D’Alfonso, essendo tra l'altro un esperto del ramo, prenderà su di sé questa delega centrale nel programma di governo per via della fusione della società pubbliche di trasporto, della quale si parla da anni con tanto di studi di fattibilità pagati profumatamente a società di consulenza, tra cui Kpmg, dalla quale D'Alfonso ha preso le distanze all'atto di presentazione della Giunta qualche giorno fa.

Di Matteo è anche ex presidente Aca di pescara, spesso chiacchierato per gli sprechi in seno alla società dell'acqua. Alla vigilia delle elezioni che videro vincere il governatore uscente, Gianni Chiodi, nel 2008, per il veto dell'Italia dei valori non fu candidato dal Pd nonostante avesse vinto a mani basse le primarie. Qualcuno ora crede che l'assessorato sia un risarcimento di quello che sembrò a molti una ingiustizia.

Come altra succosa novità, si va inoltre profilando un secondo “superassessorato”, dopo quello con le deleghe pesantissime alla Sanità, Bilancio e Programmazione accorpate tutte in un’unica figura, quella di Silvio Paolucci.

Si tratta di Attività produttive, Turismo e Agricoltura che, da quanto si è appreso, verranno assegnate tutte al vice presidente della Giunta, l’ex sottosegretario aquilano Giovanni Lolli, che quindi avrà il suo bel daffare.

PRIMO CONSIGLIO

Si terrà infine lunedì 30 giugno la prima seduta del Consiglio regionale della decima legislatura. Il consigliere anziano Mario Olivieri ha convocato la seduta di insediamento alle ore 11 a Palazzo dell’Emiciclo. Sembra ormai definitivamente acclarata e certa la nomina di Giuseppe Di Pangrazio come nuovo presidente dell’assemblea legislativa.

 

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