REGIONE: ACERBO, ‘SVELTINA PDL-PD PER NUOVI DIRIGENTI DA 150 MILA EURO’

30 Settembre 2013 17:40

Regione - Politica

L’AQUILA – “Un emendamento bipartisan Popolo della libertà-Partito democratico propone l’aumento dei dirigenti regionali, ognuno dei quali costa 150 mila euro l’anno”.

È quanto denuncia il capogruppo all’Emiciclo di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo.

Secondo quanto riferisce l’esponente di Prc, il provvedimento, “che porta la firma di Luca Ricciuti e Giovanni D’Amico” recita così: “Fino all’espletamento dei concorsi pubblici per l’accesso alla qualifica dirigenziale e comunque per non oltre due anni, l’amministrazione regionale, gli enti, le aziende e le agenzie regionali, in assenza di figure dirigenziali, possono attribuire le funzioni a dipendenti della categoria D in possesso del diploma di laurea anche di primo livello. Al dipendente incaricato spetta, per la durata dell’incarico, il trattamento accessorio del personale con qualifica dirigenziale”.





“Insomma – dice Acerbo – basta la laurea triennale per andare a ricoprire l’incarico di dirigente alla Regione Abruzzo. Viene immediatamente da domandarsi: ma con che faccia si chiede di aumentare il numero di dirigenti considerato che costano almeno 150 mila euro cadauno? La Regione Abruzzo ha per caso carenza di dirigenti? Non mi sembra proprio e tra l’altro erano stati proprio il presidente della Giunta, Gianni Chiodi, e l’assessore al Personale Federica Carpineta a cavalcare l’argomento”.

“La Regione Abruzzo ha una media di un dirigente ogni 10/15 dipendenti e francamente non si capisce la necessità di riaprire la possibilità di moltiplicare incarichi. Per fare un esempio l’Inps a Pescara ha un dirigente per 160 dipendenti”, aggiunge.

“La scusa che si adduce è quella che vi sarebbero carenze nelle direzioni aventi la competenza in materia di politiche della salute e in quelle competenti nella gestione dei fondi strutturali comunitari. Almeno questa è la motivazione con cui l’assessore Paolo Gatti difese analogo emendamento che bloccai in una precedente seduta del Consiglio regionale”.

“Non si capisce perché semplicemente non si redistribuiscono in maniera razionale i numerosi dirigenti della Regione Abruzzo per coprire le direzioni carenti”.





“I maligni dicono che i dirigenti che vivono all’Aquila non vogliono andare a lavorare a Pescara ma questa posizione francamente mi sembra indifendibile visto che prendono 150 mila euro all’anno. È evidente che per l’ennesima volta si saldano propensione clientelare dei politici che vogliono favorire la carriera di qualche protetto e la difesa corporativa dei dirigenti regionali”.

“Il risultato – prosegue Acerbo – è che a pagare debbano essere i cittadini e gli stessi dipendenti regionali dei livelli più bassi il cui trattamento economico non è certo esaltante. Se davvero la ‘sveltina’ si fa per coprire delle direzioni in oggettiva difficoltà bisognerebbe almeno limitare la norma eccezionale solo a quelle ma già che ci siamo, si saranno detti i nostri eroi, perché precludersi ulteriori possibilità?”.

“Invito a ritirare un emendamento che costituisce oggettivamente un’offesa a migliaia di cittadini abruzzesi che subiscono le conseguenze della crisi e dei tagli allo stato sociale votati da Pdl e Pd – conclude – Non è accettabile che si aumenti il numero dei superpagati dirigenti mentre si predicano sacirifici ai cittadini più deboli e in difficoltà”.

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