REGIONALI: UNA API RONZA IN LISTA, RUTELLIANI PROVANO A NON SPARIRE

di Filippo Tronca

23 Maggio 2014 13:37

L'Aquila - Politica

L'AQUILA – Una Api si aggira nelle liste dei candidati abruzzesi alle regionali. Si tratta di Alleanza per l’Italia, la poco fortunata creatura politica fondata nel 2009 da Francesco Rutelli in rotta con il Partito democratico, che, seppure sostanzialmente estinta come partito politico, esiste anche in Abruzzo sotto la forma più friendly di associazione culturale. E sotto la guida di Loredana Di Lorenzo, Api prova a riconquistarsi una parte nello scenario politico regionale.

Non avendo la forza di  assemblare una lista autonoma con successo, in occasione delle elezioni regionali di domenica prossima l'Api ha cercato di piazzare candidati d’area nelle liste del centrosinistra che appoggiano Luciano D’Alfonso, molto stimato da Rutelli secondo quanto si è appreso.

È il caso per esempio di Marisa D’Andrea, candidata nella lista del presidente Valore Abruzzo nel collegio aquilano.





Non sarà facile, però, per gli ultimi rutelliani d’Abruzzo, riconquistarsi uno spazio nello scacchiere politico.

Ai tempi d’oro l’Api poteva vantare in Regione ben tre consiglieri d’opposizione: Paolo Palomba, Camillo Sulpizio e Gino Milano, quest'ultimo capogruppo. Tutti e tre, nel dicembre 2008, erano stati eletti nella file dell'Italia dei valori, da dove erano passati successivamente in quelle dell'Api. Per poi sciogliere il gruppo nel novembre 2013 e costituire quello di Centro democratico.

Assente come gruppo autonomo nelle maggiori città abruzzesi, l’Api ha vissuto poi una tormentata vicenda al Comune dell’Aquila dove, invece, vantava una forte presenza in maggioranza.

L’esponente di maggior spicco, il fu vice sindaco Roberto Riga, è stato però indagato per una brutta storia di un presunto giro di grappe e tangenti intorno agli appalti della ricostruzione e si è fatto da parte.





Assieme a lui, l’anziano campione di preferenze Giuseppe Ludovici, salito alla ribalta delle cronaca nazionale per aver proposto di curare gli omosessuali, essendo a suo dire “persone malate”, è entrato di rotta di collisione con il sindaco, Massimo Cialente, e si barcamena nella terra di mezzo del gruppo misto, votando spesso e volentieri con l’opposizione di centrodestra.

A tenere alto il liso vessillo dei rutellliani è rimasto solo Pierluigi Mancini che, dopo il passo indietro di Riga, ha rivendicato un posto in Giunta, perorando la causa con l’ostruzionismo nelle commissioni.

Ma il sindaco gli ha risposto picche: “Alleanza per l’Italia – ha dichiarato a muso duro – non avrà nessun assessore, la politica non è divisione di posti”. Almeno non a vantaggio dell’Api.

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