REGIONALI: RICCIUTI (FDI), ”RICOSTRUZIONE 2016 AL PALO, COLPA DEL CENTROSINISTRA, ORA POTERE AI SINDACI”

5 Febbraio 2019 09:00

Regione - Politica

L'AQUILA- “La ricostruzione nel cratere 2016 non è mai partita, si tocca con mano il totale fallimento della governance messa in campo dai governi di centrosinistra di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Va cambiato tutto, e va dato potere ai sindaci”.

È uno dei passaggi dell'intervista di Abruzzoweb a Luca Ricciuti, candidato consigliere regionale di Fratelli d'Italia, alle elezioni del 10 febbraio prossimo.

Impiegato di banca, figlio di Romeo Ricciuti, presidente Dc della Regione Abruzzo tra il 1977 e il 1981, Luca Ricciuti, attuale membro del cda della Gran Sasso acqua, società dell'Aquila che gestisce il ciclo idrico integrato, è stato già consigliere regionale, eletto con Forza Italia, nella legislatura di centrodestra di Gianni Chiodi, ricoprendo l'incarico di presidente della seconda commissione Territorio e Lavori pubblici.

Nel settembre 2017 la decisione di aderire ufficialmente a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Nella sua lunga carriera politica è stato anche assessore comunale dell'Aquila nella giunta di Biagio Tempesta, prima con deleghe all'Ambiente e al Commercio, poi all'Urbanistica. Ha ricoperto l'incarico di presidente dell'Asm, la società comunale che gestisce il ciclo dei rifiuti a L'Aquila.

Luca Ricciuti, che clima si respira negli ultimi giorni di campagna elettorale? Secondo lei è vero che come dice sia il candidato del centrosinistra Giovanni Legnini, che il candidato del Movimento 5 stelle Sara Marcozzi, è oramai testa a testa con il vostro candidato Marco Marsilio?





Il clima è molto buono, credo che il centrodestra sia in vantaggio anche per le proposte e la qualità persone mese in campo. questa vittoria e alla portata di mano, ma dobbiamo moltiplicar le forze, senza essere referenziali in questi giorni ho girato tutta la provincia dell'Aquila, sono stato nella valle Roveto, a Sulmona, a Cappadocia, dove hanno inaugurato gli impianti da sci che io ho finanziato questo ero presidente della commissione Territorio in Regione. Legnini e Marcozzi, questa è la verità si stanno giocando il secondo posto, Marsilio è avanti e di parecchio, secondo la nostra percezione. Si sveglieranno male l'11 febbraio.

E quali problemi ha registrato nel suo viaggio nel territorio?

A Montereale e Campotosto , terra martoriata da ben due terremoti, la situazione è devastante. La ricostruzione non è mai partita, si tocca con mano il totale fallimento della governance messa in campo da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Va cambiato tutto. i cantieri non partono, per colpa di leggi cervellotiche, sopratutto quelle introdotte nel 2016. La prima cosa da fare è assumere personale e attributo alla potestà dei Comuni. Ora è tutto accentrato all'ufficio speciale di Teramo, che non funziona.

Come si evita lo spopolamento di quelle meravigliose ma sfortunate terre, in attesa di una ricostruzione che sarà inevitabilmente lunga?

La priorità e studiare il modo per far tornare intanto le persone che hanno le seconde case, e vivono in città. La Regione ha poteri, il presidente di regione e un fondo sub commissario., protagonisti delle scelte, ripeto, devono essere i sindaci. 

Di Maio e Salvini si sono dati botte da orbi nel week end in Abruzzo si sono dati botte da orbi sulle infrastrutture, sul fare o non fare la Tav. lei come la pensa?





Noi come Fratelli d'Italia siamo favorevoli alla Tav, opera strategica per il Paese e già avviata 

E siete favorevoli anche a metanodotto Snam, che dovrà attraversare l'Abruzzo?

Siamo favorevoli in linea di principio, ma il metanodotto doveva passare in mare, vicino le coste, ma anche qui hanno deciso di penalizzare le aree interne. Grave poi è stata la scelta della società Snam di realizzare la centrale di compressione nel bel mezzo della valle Peligna, fregandosene delle esigenze locali. 

E dove dovrebbe dunque essere localizzata, la centrale di compressione?

Decidano loro, cambino il progetto, ci facciano una proposta. Sicuramente non in valle Peligna, dove avrebbe impatti devastanti per una terra già colpita da una pesante crisi economica.

redazionale

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