VERTICE CENTROSINISTRA. LOLLI: EX CSM SA CHE TUTTI NOI LO VOGLIAMO, MA NON POSSIAMO INCALZARLO

REGIONALI: INVESTITURA IN ”CONTUMACIA” PER LEGNINI, CON LUI COALIZIONE DI 8 LISTE

4 Ottobre 2018 21:45

Regione - Politica

L'AQUILA – Un nuovo, forte, endorsement, per la prima volta corale, all'ormai ex vice presidente del Csm Giovanni Legnini è arrivato dall'intero centrosinistra abruzzese che, riunito mercoledì sera nella sede della Regione di palazzo Silone, all'Aquila, in un incontro di maggioranza, in via straordinaria allargato ai segretari di partito.

Una prima condizione, è quella di un centrosinistra coeso e quanto più ampio possibile, dettata dallo stimato esponente del Pd, mentre per la seconda, sia lui che la coalizione, sono attenti a quanto accadendo in questi giorni nel centrodestra, dato per favorito dai sondaggi ma profondamente logorato da divisioni interne sulla scelta del candidato governatore.

Una debacle di Pagano e soci farebbe propendere per un sì l’avvocato teatino che attualmente è in fase di riflessione dopo aver lasciato, lo scorso 25 settembre, il Csm.

Ma la coalizione, “che va ancora costruita” puntualizzano i protagonisti, è fiduciosa punta che l’ex sottosegretario all'Economia e alla Presidenza del Consiglio, possa essere il candidato alla presidenza della Regione alle elezioni del 10 febbraio prossimo: nonostante sul tavolo ci siano più pretendendi, ultimo dei quali il sindaco di Francavilla al Mare (Chieti), Antonio Luciani, fedelissimo di D'Alfonso, già dimessosi per candidarsi, che si è proposto senza tuttavia riscontrare troppa euforia attorno alla sua figura.

Comunque, il centrosinistra è già al lavoro e prende foma: come anticipa il presidente regionale, il parlamentare Camillo D’Alessandro, c’è una previsione di 6-8 liste con i civici del consigliere regionale di Abruzzo Civico Andrea Gerosolimo, ex assessore regionale prima di dimettersi dopo la sconfitta della coalizione alle politiche del 4 marzo in aperto contrasto con l’ex presidente D’Alfonso, che porterebbe con sé anche Donato Di Matteo, ache lui ex assessore regionale dimessosi è fuoriuscito dal Pd perché in lite con l’ex governatore.





Della partita con una lista civica anche l’ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, eletta senatore col Pdl confluita nei centristi guidati da Angelino Alfano alleati del centrosinistra e alle elezioni politiche, candidata con Civica popolare fondata dalla sua amica, l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Convocata dal presidente reggente della Regione, Giovanni Lolli del Partito democratico, alla riunione hanno partecipato i segretari regionali del Pd, Renzo Di Sabatino, e di Liberi e uguali, Fabio Ranieri e Tommaso Di Febo, gli assessori Marinella Sclocco (Leu) e Giorgio D'Ignazio (Civica popolare), il referente di +Europa, il consigliere regionale Maurizio Di Nicola, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Sandro Mariani, e il consigliere regionale Lucrezio Paolini (Idv-Civica popolare).

“Abbiamo fatto il punto su quello che stiamo facendo in Regione, alla discussione politica intendo partecipare il meno possibile”, taglia corto Lolli ad AbruzzoWeb, “ho riferito di fondi comunitari, bilancio e cose di fondo a cui stiamo lavorando”.

“Siamo in attesa di indicare un candidato – si limita ad aggiungere il presidente reggente – Legnini sa che noi tutti saremo contentissimi se il centrosinistra si candidasse con lui, aspettiamo una risposta, ha detto che ci sta pensando, non è che noi possiamo incalzarlo”.

La necessità preliminare è quella di chiarire chi ci sta a costruire la coalizione”, spiega Di Sabatino, “”bisogna parlarne con tutti e non si può dare per scontato, Civica popolare così come una parte della sinistra che fa riferimento ad Articolo 1-Liberi e uguali hanno ribadito di voler far parte di questo campo progressista ma sulla base di una condivisione del programma”.

“Serve un'alleanza di liste ma anche un programma condiviso”, chiarisce il neo segretario regionale, “poi c'è quel mondo radicale e socialista di +Europa che deve riunirsi e verifcare la sua partecipazione. Si è convenuto che il campo deve essere molto ampio comprendendo anche quei pezzi di società che non si riconoscono nei partiti, all'esito di questo percorso si individua il candidato e tutti auspicano che Giovanni Legnini possa essere il candidato”.





“Stiamo cercando di costruire uno schema da 6 a 8 liste”, svela poi a questo giornale il deputato del Pd D'Alessandro, che da presidente regionale ha convocato per domani la direzione del partito, la prima dopo le dimissioni del segretario Marco Rapino e l'insediamento di Di Sabatino.

“Oltre a quella del Pd, ci sarà una lista della sinistra, una declinazione locale di Civica Popolare della Lorenzin a cui sta lavorando la Chiavaroli, una espressione del mondo ambientalista, una civica che fa riferimento ad Andrea Gerosolimo, una composta da sindaci di Comuni inferiori a cinquemila abitanti, che quindi non hanno necessità di dimettersi, e poi stiamo lavorando ad un altro paio di liste che siano espressione di altre identità, una delle professioni e una composta da tutti giovani ma quest'ultima è solo un'ipotesi”, chiarisce D'Alessandro.

Il presidente regionale del Pd spiega che il confronto con Gerosolimo, insieme all'altro ex assessore Di Matteo e al consigliere Mario Olivieri ha rappresentato una spina nel fianco per la maggioranza di centrosinistra che ha governato negli ultimi quattro anni, è già intavolato: “Pone una questione di compatibilità, dobbiamo fare un lavoro sul programma ed uno sul candidato, senza nasconderci che il candidato presidente può fare la differenza”.

“Noi”, ribadisce poi D'Alessandro, “lavoriamo ad un candidato che sia patrimonio dell'Abruzzo e non del Pd, oggi il nome lo possiamo fare ed è quello di Legnini, ma non perché abbiamo la disponibilità e non credo ce la dia nelle prossime ore, credo però sia anche giusto perché per far diventare disponibilità la possibilità dobbiamo prima capire cosa batte in Abruzzo”.

“Questo schema iniziale di gioco ha una precondizione del programma, ma la condizione è il candidato presidente – ragiona ancora D'Alessandro – se si arriva su un candidato che consente un'allargamento, poi sarà lui ad ampliare ulteriormente”.

Il presidente del Pd parla infine della necessità di “liste forti che non salvaguardano posizioni ma sprigionano tutta l'energia che abbiamo, perché questa è la prima occasione di rivincita che abbiamo”.

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