PROCESSO TETTI SPESA SANITA’: CHIODI ATTACCA LA PROCURA, ”NON HO FAVORITO PRIVATI”

12 Ottobre 2016 12:52

Regione - Politica

PESCARA – “Credo che la procura di Pescara abbia giocato un ruolo importante e negativo nella mia esperienza politica, è intervenuta spesso sulle questioni politiche e a giudicare dai risultati, ad esempio nei casi di D'Alfonso e Venturoni, senza grandi risultati”.

Lo ha detto l'ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, ieri a Pescara a margine del processo sui tetti di spesa delle cliniche private per l'anno 2010, che lo vede imputato insieme all'ex sub-commissario Giovanna Baraldi, all'ex assessore regionale Lanfranco Venturoni e a due tecnici dell'Agenzia nazionale per i servizi regionali, con le accuse, a vario titolo, di falso, violenza privata e abuso d'ufficio.

“La delusione è grande perché in tutto il Paese e in parlamento mi consideravano una persona che ha fatto una battaglia straordinaria per risanare e moralizzare il sistema sanitario e che era anche riuscita a farla – ha proseguito Chiodi -. Qui a Pescara, invece, mi considerano un delinquente e sono l'unico politico d'Italia ad essere imputato per non avere favorito la sanità privata”.





Quanto al merito delle accuse, l'ex governatore smentisce le ricostruzioni effettuate da due testate giornalistiche: “Il Centro e Rete8 sono di proprietà di un operatore della sanità privata: confondono fischi per fiaschi e prendono stralci di intercettazioni”.

La sentenza del processo sui tetti di spesa delle cliniche private è attesa per il prossimo 30 novembre.

Il gup del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea, ha rinviato l'udienza e fissato la data per la discussione delle parti e la decisione finale.





Ieri, in aula, era presente soltanto Chiodi.

Il procedimento ha preso il via dall'esposto presentato dai titolari di alcune cliniche private, in seguito al ridimensionamento dei tetti di spesa per l'anno 2010. Secondo l'accusa, Chiodi, coinvolto in qualità di ex commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, avrebbe fatto firmare alle cliniche private contratti di prestazione di assistenza ospedaliera, collegando la firma al pagamento dei crediti che le cliniche vantavano nei confronti della Regione.

A giudizio del pm, l'ex governatore avrebbe fatto pressioni sulle cliniche per far firmare quei contratti e avrebbe tenuto un “generale atteggiamento ostruzionistico volto a non fornire i dati per procedere all'attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa”. Da qui l'accusa di violenza privata, contestata anche a Venturoni. 

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