LUNGA LETTERA AI GIOVANI DEL PARTITO DA EX CONSIGLIERE GUARDIASIGILLI; TRATTATIVE PER FAR RITIRARE DA CORSA SINDACO FRANCAVILLA LUCIANI

PRIMARIE PD: FINA LANCIA SUA CANDIDATURA, MINORANZA MARTINA, ‘PROPOSTA UNITARIA’

23 Giugno 2019 12:14

Regione -

PESCARA – Michele Fina, ex consigliere del Guardasigilli Andrea Orlando, si appella ai giovani e all'unità con una lunga lettera, di fatto ufficializzando la sua candidatura a segretario regionale del partito democratico abruzzese, che sarà eletto, con le primarie aperte, nel congresso del 20 luglio prossimo.

Nelle stesse ore ribadiscono la “disponibilità su una proposta unitaria”, i parlamentari Pd Camillo D'Alessandro e Stefania Pezzopane il consigliere regionale Silvio Paolucci e Manola Di Pasquale. Componenti assieme al senatore ed ex presidente della Regione Luciano D'Alfonso, della minoranza dell'ex ministro Mauro Martina, e che hanno però deciso di appoggiare Fina, che fa parte della maggioranza del segretario nazionale Nicola Zingaretti.

Proposta unitaria: ovvero arrivare al 20 luglio con un unico candidato, evitando scontri intestini in un partito che deve risalire la china dopo le recenti mazzate elettorali. C'è infatti un secondo probabile candidato, il sindaco di Francavilla Antonio Luciani, che fa parte della corrente che fa capo a Paola De Micheli, ex sottosegretario all'Economia. comunque interna alla maggioranza di Zingaretti,.

Appoggiato dall'ex presidente vicario della Regione Giovanni Lolli, e il candidato della coalizione di centrosinistra alle ultime regionali, Giovanni Legnini, che va sottolineato, non ha la tessera del Pd.

Visto che entrambe le candidature provengono dalla maggioranza di Zingaretti, sostengono dunque D'Alessandro, Pezzopane, Paolucci e Di Pasquale, siano quelli della maggioranza a lavorare per una proposta unitaria.

“All’area regionale che ha condiviso la proposta Martina-Guerini-Lotti – spiegano in una nota – , insieme ad altri che hanno fatto altre scelte congressuali,  interessa  insediare in Abruzzo una classe dirigente rinnovata, autonoma, forte sui territori e fortemente regionalista Per questo abbiamo aderito alla richiesta fatta dai rappresentanti della mozione Zingaretti di un congresso unitario, condividendone lo spirito, pur sapendo che il congresso regionale non ripropone automaticamente posizioni politiche e consistenze identiche al congresso nazionale. Dalla discussione all'interno dell'area Zingaretti emerge che allo stato attuale ci sono due proposte di candidature, con due profili politici completamente  diversi, sottoposte entrambe ad una consultazione; ciò a riprova plastica che una cosa è il congresso nazionale, altra è la dinamica regionale”.





Pertanto, concludono, “ribadiamo la nostra disponibilità su una proposta unitaria. All’esito del lavoro di sintesi che la mozione Zingaretti sta compiendo, faremo le nostre valutazioni e le renderemo pubbliche”.

Fina, che intanto, numeri alla mani, sente la vittoria in tasca, visto che il gorsso del partito sta con lui, sia che correrà da solo, sia che dovrà vedersela con Luciani, scrive una lunga lettera che già di fatto suona come un programma di mandato.

E ribadisce anche lui che “alla vigilia del nostro congresso regionale non è più tempo di restare divisi: dobbiamo unire le nostre generazioni e caricarci per intero la responsabilità della ricostruzione e dell’alternativa”

LA LETTERA DI FINA

“Cari amici, cari compagni, – esordisce Fina – scrivo a voi che, come me, avete partecipato alla fondazione del Partito democratico con la speranza che potesse raccogliere una grande comunità politica a servizio dell’Italia e del sogno europeo. Scrivo anche a chi è venuto dopo, nel travagliato percorso che ci ha portato fino ad oggi, coltivando la stessa speranza. Abbiamo vissuto questi anni da coprotagonisti e quindi siamo corresponsabili di vittorie e sconfitte, errori, risultati raggiunti o mancati.

In questi dieci lunghi anni io stesso ho svolto ruoli politici ed istituzionali locali e nazionali, ho fondato e animato con i miei compagni di viaggio associazioni e progetti di formazione. Molti di voi hanno avuto percorsi simili ma i nostri sono stati troppo spesso percorsi distinti e a volte distanti”.

“Ci hanno diviso molte cose, compreso le valutazioni sulle leadership locali e nazionali. Ci siamo ancora divisi all’ultimo congresso che ha eletto Nicola Zingaretti segretario e poi ritrovati in una battaglia di dignità e ripartenza nelle elezioni regionali. Di certo possiamo dire che il congresso nazionale, qualunque siano state le nostre scelte, le ultime elezioni regionali ed europee, hanno riaffermato il ruolo del Pd e del centrosinistra come sola alternativa possibile alle destre e ai populismi”.

E hanno dimostrato che le stelle polari per noi debbono essere unità e forte discontinuità. Vale per l’Italia e vale anche per l’Abruzzo. Alla vigilia del nostro congresso regionale voglio dirvi che non è più tempo di restare divisi: dobbiamo unire le nostre generazioni e caricarci per intero la responsabilità della ricostruzione e dell’alternativa. L’alternativa a un governo regionale commissariato che espone la nostra terra ad un progressivo arretramento. La loro capacità di difesa degli interessi regionali nei confronti di chi, a Roma, li ha nominati facendo leva sul vento favorevole alle destre è, per definizione, pressoché nullo.





È già chiaro a molti ma presto lo sarà a tutti, nella riemersione del connotato secessionista della Lega: il combinato tra l’autonoma differenziata e la flat tax che mantengono rispettivamente risorse pubbliche e risorse fiscali al nord, già lo dimostra. Per questo, anche in Abruzzo, il nostro impegno deve essere costruire un’alternativa culturale, ideale e politica a queste destre.

Ecco perché serve un partito che ci restituisca entusiasmo, partecipazione e nuova militanza. Questo è il tempo. Sul fronte del fenomeno migratorio, cavalcato da una propaganda dell’odio e della violenza, o ci dotiamo di una consapevolezza condivisa o cercheremo sempre di fuggire dal confronto.

Nella sfida per la transizione ecologica dell’economia non bastano le buone pratiche nelle amministrazioni locali; serve una scelta di campo radicale ed inequivocabile. Se c’è chi aggredisce il sapere, il nostro compito è stare al fianco degli insegnati, dei studiosi e dei ricercatori che sono i più esposti funzionari civili contro la barbarie della regressione culturale e nella difesa dei valori costituzionali. Sul lavoro e lo sviluppo dobbiamo tornare ad essere coloro che esistono per ridurre le diseguaglianze e distribuire le opportunità e non per giustificare il mondo così com’è.

Su questi temi e su altri serve un partito, cioè una comunità leale e appassionata, non una sommatoria di comitati elettorali. Serve formazione politica per coinvolgere le nuove generazioni e cultura della differenza per essere davvero un luogo di donne e uomini. Serve una comunicazione più efficace, credibile, sobria, semplice ma profonda.

Soprattutto serve umiltà: in questo tempo buio abbiamo bisogno di un’alleanza costituzionale con altre forze politiche, sindacati, comitati civici, associazioni di categoria, culturali o ecologiste che condividano la difesa dei principi che sono a fondamento del nostro paese e che si impegnino a farli avanzare per prosciugare le paludi di sofferenza e distanza che le destre hanno imparato a strumentalizzare.

Questo è il nostro compito e per questo dobbiamo eleggere un segretario e un nuovo gruppo dirigente davvero autonomi, consapevoli del grande lavoro da compiere, aperti ad essere rapidamente rinnovati dai tanti che dobbiamo coinvolgere, capaci di tutelare le nuove energie e non arroccati in una burocratica autoconservazione.

Ancora, serve un partito pulito, capace di allontanare tempestivamente chi viola le più elementari regole comuni. Una comunità davvero solidale e non costantemente impegnata in scontri interni. A questa responsabilità siamo chiamati tutti. Per questo ci siamo preparati. Se non lo faremo, questa volta, non potremo chiamare in causa altri che noi stessi.

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