INDAGINE SPI CGIL; MASTRANGIOLI, 'CI SONO BONUS, MA POCHI NE FANNO USO'

POVERTA’ ENERGETICA: QUASI LA META’ ANZIANI ABRUZZESI NON HA SOLDI PER SCALDARSI

di Filippo Tronca

26 Gennaio 2019 08:30

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Quasi la metà degli anziani over 65 abruzzesi non può permettersi una temperatura adeguata in casa, perché con la loro misera pensione hanno grandi difficoltà a far fronte ai costi di riscaldamento. 

Con conseguenze gravi anche sullo stato di salute e i livelli di mortalità. Soprattutto nelle aree interne e montane, dove notoriamente fa più freddo. Aree interne che tutti i candidati alle regionali promettono di ripopolare, rivitalizzare, riconnettere con il mondo, tramutare in eldoradi pullulanti di turisti.  Senza però quasi mai fare menzione, appunto, dei “poveri energetici”, gli italiani con una pensione che non basta a pagare le bollette del gas, dell’acqua calda e dell’elettricità. 

Di loro si è occupata invece, almeno a livello statistico, un’indagine realizzata a livello italiano dallo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil, e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Del 47 per cento complessivo, il 14 per cento dei pensionati non riesce a mantenere una temperatura adeguata in casa. E non solo perché far partire la caldaia costerebbe troppo a fine mese, ma anche perché nel 18% dei casi negli appartamenti manca del tutto l’impianto di riscaldamento. In altri casi sono gli infissi a essere inadeguati. E per sostituirli, la pensione non basta. Poi c'è un 33 per cento di quel 47 per cento,  che e' a pieno rischio povertà energetica

Dal punto di vista territoriale, la quota più sostanziosa di “poveri energetici” si trova in Calabria, 45,4%, cui si contrappone il dato registrato in Toscana, solo il 6,8 per cento. L'Abruzzo si attesta alla media dei 33 per cento circa. 

A dare battaglia su questa vergognosa situazione è in particolare Enio Mastrangioli, dello Spi Cgil della Valle Peligna.





“Sono numeri pesanti – spiega Mastrangioli ad Abruzzoweb –  in Abruzzo le percentuali equivalgono a 143 mila persone over 65 anni, e di queste 43 mila si trovano si trovano in condizione di forte indigenza, non solo non hanno soldi per riscaldarsi, ma anche per mangiare e provvedere alle elementari esigenze, magari dopo una vita di sacrifici”.

Nulla di cui stupirsi: in base ai recenti dati istat, il 50 per cento dei pensionati abruzzesi non supera infatti 500 euro al mese di assegno mensile, il 75 per cento non supera i 1.000 euro. Le pensioni minime sono complessivamente oltre 116 mila.

I poveri energetici, si spiega nella ricerca,  sono per lo più anziani soli, vedovi o vedove, che vivono in piccoli appartamenti tra i 40 e i 60 metri quadri, in condomini cittadini, e senza grandi attività sociali. Le donne sono la maggioranza. E più si va avanti con l’età più le condizioni economiche peggiorano. I più poveri sono gli ex artigiani e le ex casalinghe. Se la passano mala anche quelli che hanno lavorato come operai. Ma tra coloro che non hanno una pensione da lavoro, affidandosi a invalidità, reversibilità o pensione sociale, le condizioni di fragilità economica sono ancora più gravi. Tra chi è in affitto, poi, le ristrettezze energetiche aumentano: una sola pensione non basta a pagare la rata mensile e a riscaldare la casa.

Mastrangioli sollecita dunque i decisori politici a prendere provvedimenti. Rendendo innanzitutto più efficaci le misure di aiuto che esistono già dal 2008, come il “bonus energia”, ma che incredibilmente viene poco utilizzato: a livello nazionale 700 mila persone, non solo anziani, su una platea di potenziali beneficiari di 2.2 milioni.

“I bonus energetici sono strumenti che sulla carta avrebbero dovuto limitare e contrastare questi fenomeni – spiega Mastrangioli – ma anche in Abruzzo solo il 30 per cento delle famiglie che ne avevano diritto ne ha effettivamente fatto uso. Questo bonus riguarda acqua, gas e corrente elettrica, e possono accedervi tutti coloro, non solo anziani, che hanno reddito Isee annuo sotto gli 8 mila euro se single, 20 mila se  famiglie numerose. L'aiuto è significativo: l'acqua è gratis fino a 50 litri al giorno a persona, per la bolletta del gas e della corrente elettrica si può arrivare ad un risparmio del 20 per cento, che non e' tantssimo ma neanche poco”. 

Per Mastriangioli serve dunque maggiore promozione del bonus energia.





“Occorre semplificare anche l'iter. Ora si deve andare in Comune, farsi consegnare un modulo che va compilato, dichiarando l'Isee e tutti i dati richiesti. I Comuni sono tenuti, anche attraverso i Caf, ad inserire la richiesta in rete, e gestori di acqua gas luce applicano gli sconti”. 

C'è poi un altra possibile linea di azione: migliorare la prestazione energetica delle abitzioni. 

“Altro strumento da mettere in campo e quello della riqualificazione energetica degli edifici, che insieme al bonus potrebbe portare ad importanti risparmi. Ma un anziano con la sua piccola pensione in molti casi non può accedervi: è prevista infatti una detrazione fiscale del 70 per cento spalmata in dieci anni, ma i soldi per l'intervento li devi anticipare, e si tratta di migliaia e migliaia di euro. L'agevolazione non si addice ai poveri energetici”. 

“Quella della povertà energetica un problema che riguarda le aree interne – conclude Mastrangioli – dove si deve accendere i riscaldamenti anche da ottobre a maggio. Di aree interne tutti i candidati alle Regionali si riempiono la bocca, come avviene da decenni, ma i problemi restano irrisolti, non si vedono risultati, c'è abbandono e spopolamento”.

“Dalla ricerca emerge anche che la povertà energetica ha come conseguenza l'aumento dei costi della sanità, con maggiori ricoveri, e per spesa farmaceutica. A pensarci, permettere, con adeguati aaiuiti economici, a  tutti i nostri anziani di vivere in una casa calda e confortevole, non sarebbe un costo, ma un investimento ed un risparmio nel medio e lungo periodo”.

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