PIANO DI RINASCITA PER TASSE E INFRASTRUTTURE, CONTE, UN ”NUOVO INIZIO”

3 Giugno 2020 21:20

Italia -

ROMA – Un “nuovo inizio”: il premier Giuseppe Conte prova a ripartire da qui, messa “alle spalle” la fase più acuta della crisi sanitaria, pur “non” essendo il virus “ancora scomparso”, già morde la crisi economica e si affacciano le tensioni sociali. 

“Dobbiamo fare presto”, premette il premier, perciò offre alle opposizioni e a tutte le parti sociali un tavolo di confronto, già la prossima settimana, per elaborare un “piano di Rinascita”. 

E' la base di lavoro da presentare all'Europa per spendere, facendo “sistema”, il “tesoretto” che arriverà dal Recovery Fund, nella speranza di ottenere risorse non esigue già quest'anno. 
“Superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese”, è il “titolo” impegnativo: dall'alta velocità (senza “pregiudizi” verso un'opera come il Ponte sullo Stretto) a tasse più basse e progressive (“pagheranno tutti ma pagheranno tutti meno”, assicura), da burocrazia più snella e riforma dell'abuso di ufficio alla fiscalità di vantaggio per il Sud. 

La prossima settimana, forse da lunedì, a Villa Pamphili Conte convocherà gli stati generali. 

Ma a breve dovrà decidere su Autostrade, verso cui usa parole assai dure. 

Il governo “a breve” potrebbe anche dover adottare nuove misure una tantum a sostegno di comparti, dal turismo all'artigianato, vicini al collasso. Con la consapevolezza che il suo operato sarà giudicato anche su come manterrà l'impegno del premier a riaprire la scuola a settembre in “aule rinnovate”. 





Il presidente del Consiglio coglie il messaggio inviato il 2 giugno a tutte le forze politiche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

E spiega di voler cogliere “l'occasione storica” del Recovery Fund chiamando a raccolta tutti i “principali attori del sistema Italia” e “singole menti brillanti”. Anche chi, come Carlo Bonomi, ha usato verso il governo e la politica paragonata al Covid “espressioni assolutamente infelici”: “Sono sicuro che Confindustria presenterà progetti lungimiranti non solo di riduzione delle tasse”, lo sfida. Precisando agli industriali che in Italia non ci sarà nessuna “sovietizzazione” delle imprese. 

La base di lavoro, spiega, è il rapporto della task force di Vittorio Colao che sarà consegnato “a giorni”. 

Il governo, senza passare da rimpasti o allargamenti, offre all'opposizione di scrivere insieme “il progetto di Rinascita” e promette – assicura Conte – di non 'usare' i 172 miliardi che potrebbero arrivare dal Recovery Fund come un “tesoretto” per lucrare consenso.

Il dialogo si è già intensificato tra la maggioranza, sia Pd che Iv, e Forza Italia, dopo la lettera di apertura al dialogo di Silvio Berlusconi. 

Mentre Matteo Salvini non sembra fidarsi troppo e “sfida” Conte a non escludere l'opposizione “come fatto finora” e prendere in considerazione le proposte leghiste su “burocrazia zero e flat tax”. 

Caustica Giorgia Meloni: dietro la conferenza stampa convocata da Conte nel cortile di Palazzo Chigi nel giorno della riapertura totale alla circolazione tra le regioni, ci sono solo nuove “promesse”, con un atteggiamento “surreale” di chi continua ad “annunciare bellissime cose” senza realizzarle. 





Conte sceglie di tenere toni bassi nel commentare la manifestazione del centrodestra del 2 giugno: “Giusto manifestare, ma serve prudenza”. 

La maggioranza plaude, da Vito Crimi ad Andrea Orlando che però chiede “strategia” e visione, a un Matteo Renzi che vuol passare “dalle parole ai fatti” sul piano shock. 

Il leader di Iv rilancia la proposta di elezione diretta del premier ma è al tavolo delle riforme economiche che Conte immagina il patto per la ripartenza del Paese. Osserva il ritrovato “entusiasmo” per il ritorno alla socialità ma invita i cittadini a essere prudenti nel mantenere distanze e mascherine. Poi annuncia un “percorso di rilancio” con “nuove misure nel breve periodo”, l'impegno a velocizzare i pagamenti e l'utilizzo dei 20 miliardi del programma europeo Sure, per il sostegno al lavoro, e dei finanziamenti Bei. 

Prudenza sul Mes che divide la maggioranza: “Quando avremo tutti i regolamenti li porterò in Parlamento e lì decideremo”. 

Nelle prossime settimane dovrebbe intanto essere varato il decreto semplificazioni: “Riformeremo il reato sull'abuso di ufficio e circoscriveremo la responsabilità erariale ma rafforzeremo i controlli antimafia”. 

Una prova a breve per la maggioranza sarà anche la decisione su Autostrade: finora, spiega Conte, non sono arrivate proposte adeguate da parte di Atlantia e se non ci saranno arriverà la “caducazione”, ossia la revoca della concessione. Proprio sui trasporti il premier assume un impegno corposo: “C'è tanto da fare, la Roma-Pescara, l'alta velocità nel Sud Italia e in Sicilia. Non opere immaginifiche ma mi siederò a un tavolo e senza pregiudizi valuterò anche il Ponte sullo Stretto”. 

Plaudono i renziani, sono molto più dubbiosi i Cinque stelle.

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