PERDONANZA: LA PORTA SANTA TORNA AL SUO ANTICO SPLENDORE

23 Agosto 2011 11:40

L'Aquila -

L’AQUILA – È uno dei simboli più importanti della Perdonanza celestiniana. La sua apertura, al termine del Corteo della Bolla, segna l’inizio del Giubileo aquilano. Quest’anno le migliaia di fedeli che tra il 28 e il 29 agosto l’attraverseranno per ottenere l’espiazione dei peccati potranno ammirare l’eccellente risultato del restauro che l’ha riportata agli splendori del pre terremoto.

Parliamo della Porta Santa della Basilica di Collemaggio, restaurata grazie ai fondi raccolti dal Lions club L’Aquila host. L’inaugurazione, che avverrà questo pomeriggio, sarà preceduta alle 16 da un convegno presso la stessa Porta Santa in cui verranno illustrate le modalità del restauro. 

Il restauro della Porta è stato affidato da vice commissario delegato ai Beni culturali, l’ingegner Luciano Marchetti, all’associazione “Restauro in Abruzzo”, che già si era occupata della messa in sicurezza della struttura nel 2009 e che in soli tre mesi (da maggio fino ad agosto di quest’anno) è riuscita a terminare il lavoro, per dare l’opportunità alla città di godere della di questo splendido pezzo d’arte in occasione della 717ª edizione della Perdonanza.

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“Ci siamo sentiti davvero onorati che il restauro sia stato affidato a noi – spiega Lorenza D’Alessandro, presidente dell’associazione ‘Restauro in Abruzzo’ – anche perché la porta santa rappresenta davvero uno degli elementi cardine con cui si identifica la città dell’Aquila”.

La Porta Santa, che si trova sul fianco sinistro della basilica, è databile intorno al 1397. Costruita con conci di calcare bicromo, bianco e rosso, include una lunetta dipinta da Antonio da Atri con l’immagine della Vergine con Bambino tra i santi Pietro Celestino e Giovanni Battista, ed è sormontata da un’aquila, stemma cittadino.

Nel terremoto del 2009 il monumento ha resistito alle forti sollecitazioni, che invece hanno fatto crollare l’intera area del transetto, ma ha subìto comunque danni e lesioni.

“La sconnessione degli assemblaggi dei blocchi – spiega la dottoressa D’Alessandro – ha determinato anzitutto l’espulsione del materiale di risarcimento applicato nei precedenti interventi di restauro, mentre gli sforzi di compressione derivati dai movimenti sussultori hanno creato  numerose fessurazioni capillari nella pietra già caratterizzata da una naturale morfologia esfoliativa”.





Una delle fasi più delicate del restauro è stata la ricollocazione dei frammenti e delle scaglie lapidee cadute nella notte del 6 aprile 2009, fortunatamente recuperate nelle prime fasi dell’emergenza.

“I frammenti erano numerosi –  ha proseguito la D’Alessandro – ed è stato fondamentale reinserirli. Il lavoro è stato però condotto nei minimi dettagli, tanto che in futuro speriamo ci sia solo bisogno di una buona manutenzione e nessun ulteriore intervento di restauro”.

Il restauro ha anche permesso di scoprire e studiare le preziose testimonianze di graffiti incisi nel corso dei secoli dai fedeli che arrivavano numerosi per l’apertura della Porta Santa. testimonianze che sono state studiate da Carlo Tedeschi, professore di Paleografia Latina presso l’Università di Chieti-Pescara.

A testimonianza dell’importante intervento di restauro, l’associazione ha voluto realizzare un video in cui vengono documentate le fase salienti della ristrutturazione della porta santa. Il video,. Dal titolo “Il dono di Celestino”, verrà proiettato domani in occasione della cerimonia di inaugurazione.

Ad affiancare la dottoressa D’Alessandro, anche gli altri membri dell’associazione Giorgio Capriotti, Fausto Di Marco, Jenny Rolo ed Elisabetta Sonnino.

I lavori dell’associazione sono stati condotti sotto la direzione di Biancamaria Colasacco, storica dell’arte della Soprintendenza Bsaedell’Abruzzo e responsabile già in precedenza dei lavori di restauro svolti in basilica e attualmente distaccata presso l’Ufficio del vice commissario Marchetti.

Consulente scientifico del progetto è stato Ulderico Santamaria, professore presso il Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. (e.m.)

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