PERDONANZA: LA CURIA, ”UNA SAGRA”; CIALENTE, ”RIDATA DIGNITA”’

9 Settembre 2010 19:24

L'Aquila -

L’AQUILA – Una bocciatura senza appello. La valutazione della curia aquilana sull’edizione 2010 della Perdonanza Celestiniana, a dieci giorni dalla chiusura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, è inequivocabile: “una sagra”.

Una valutazione che ha “sorpreso e addolorato” il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente (nella foto a sinistra), che della rinnovata dignità della Perdonanza ha sempre fatto uno dei fiori all’occhiello della sua amministrazione e che ha risposto per le rime al portavoce della Curia, ricordato che “sapevano e hanno approvato tutto”.

TRACANNA ATTACCA: E’ STATA UNA SAGRA

Un giudizio durissimo, emesso attraverso il quindicinale diocesano “Vola” e delineato attraverso l’editoriale firmato da Don Claudio Tracanna, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi dell’Aquila: senza mezzi termini don Tracanna parla del giubileo aquilano ridotto ad una “sagra”, contraddistinta da contestazioni (quelle del popolo delle carriole) ed eventi collaterali (musicali e non solo) che avrebbero svilito, o comunque fatto passare in secondo piano, il messaggio di perdono e riconciliazione di Papa Celestino V.

Messaggio, comunque, compreso dalle migliaia di fedeli che a fine agosto hanno attraversato l’unica Porta Santa situata al di fuori del Vaticano per lucrare l’indulgenza plenaria.

“Un cronista – scrive Don Tracanna nell’editoriale – prima dell’apertura della Porta Santa lo scorso 28 agosto mi chiese di fare un primo bilancio della Perdonanza. Subito non gli risposi perché ancora non iniziava la ‘grande notte’ del Perdono. Ora, invece, posso farlo e dire che indubbiamente più che positivo visto il gran numero di fedeli che ha dato ‘da fare’ ai sacerdoti presenti in Basilica per le confessioni e l’elevato numero di persone che hanno ricevuto l’eucarestia”.

Un dato positivo che però Don Tracanna fissa in un contesto tutt’altro che positivo, iniziando dalle proteste delle carriole.

“Certamente sarebbe stato opportuno che il piccolo gruppo che ha protestato durante il corteo (accusando, indistintamente tutti, dal governo al sindaco al nostro arcivescovo) avesse ricordato quanto dice la Bibbia nel libro del Qoelet,ovvero che c’è un tempo per fare tutto e che forse quello della Perdonanza non era né il tempo né il luogo per fare simili proteste. Fermo restando, ovviamente, il sacrosanto diritto a protestare, ma nel rispetto altrui”.

L’editorialista si chiede anche se sia ancora sensata “la partecipazione della Diocesi al Comitato Perdonanza (quest’anno ne ho fatto parte anche io e me ne assumo tutte le responsabilità). Da tempo, infatti, anche il sindaco insiste perché la Perdonanza ritorni ad essere una festa soprattutto religiosa”.

Si apre qui la seconda parte della riflessione di Don Tracanna, che sottolinea come “anche quest’anno l’appuntamento (celestiniano ndr), sia diventato contenitore di ogni genere di iniziative, anche molto lontane dallo spirito celestiniano, Non ho nulla contro i concerti al Parco del sole, che sono un’occasione di divertimento per i nostri ragazzi. Ma dato che si vuole tutelare l’aspetto spirituale dell’evento era così necessario realizzarli durante la Perdonanza? Non si potevano realizzare durante le altre settimane estive? Inoltre, perché sovrapporre Vecchioni al terzo appuntamento mondiale dei giovani per la pace?”

Un crescendo di stoccate con il fioretto cui segue la sciabolata finale: “Penso che se un genitore chiedesse al proprio figlio cosa è la Perdonanza, forse si sentirebbe rispondere che è la sagra più bella di tutto il circondario”.

Si riaccende, insomma, un dibattito che nel capoluogo da anni contraddistingue la settimana di eventi ‘di contorno’  legati alla Perdonanza celestiniana. Per alcuni troppo frivoli, per altri necessari per ravvivare la città che, specie dopo il terremoto del 2009, di momenti di aggregazione collettiva ha un estremo bisogno.





CIALENTE REPLICA: ”RIDATA DIGNITA’, E LA CURIA HA APPROVATO TUTTO”

L’AQUILA – “Sorpreso e addolorato”: questo lo stato d’animo del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, dopo la stroncatura della Curia alla Perdonanza 2010, paragonata dal portavoce don Claudio Tracanna a una “sagra”.

Cialente replica in una lunga nota, in cui si dichiara appunto sorpreso per le polemiche, visto che “è stata ridata dignità all’evento”. Questa la nota.

Le polemiche che leggo sulla stampa mi sorprendono e mi addolorano, anche perché in contraddizione con quanto mi è stato detto di persona.

Sono rimasto molto sorpreso dalle affermazioni riportate da don Claudio Tracanna, membro del Comitato Perdonanza Celestiniana e portavoce della Curia, che definisce, in un’intervento sulla stampa, la manifestazione come ‘una sagra paesana’ e che velatamente minaccia di voer abbandonare lo stesso Comitato per le prossime edizioni.

A differenza di molti, ho sempre evitato di entrare in polemiche sulla gestione dell’evento Perdonanza, per il rispetto che porto a quella che è e deve restare essenzialmente una manifestazione religiosa e dello spirito.

”QUALCUNO RIMPIANGE VELINE E PREMI PATACCA?”

Quando ho potuto ho, anzi, cercato di spegnerle. Sarebbe facile, per me, replicare che forse qualcuno rimpiange le Perdonanze degli anni passati: quelle dei premi patacca, dei debiti non pagati, delle veline o, addirittura, dei pass venduti per avere un posto a sedere.

Le Perdonanze, insomma, in cui si privilegiava la festa popolare, costosa e caciarona, e in cui la reliosità era relegata in un angolo, senza che una parola venisse spesa a difesa della dignità di un evento rubato alla spiritualità e vilipeso in mille modi.

Una manifestazione che finiva sui giornali con le pagelle, come il festival di Sanremo. Non voglio rivangare gli errori e le responsabilità del passato, i danni in termini di immagine e i debiti per 2 milioni di euro accumulati a spese dei cittadini aquilani.

”RIDATA DIGNITA’ A IMMAGINE COMPROMESSA”

Se intervengo è solo per difendere il lavoro di persone splendide, alcune delle quali nominate dal mio predecessore, con le quali in questi anni, dapprima con l’assessore Anna Maria Ximenes e poi con l’assessore Marco Fanfani, siamo riusciti faticosamente a restituire dignità a un evento la cui immagine era compromessa persino a livello internazionale, rilanciando i valori dello spirito e della “Porta Santa che si apre al mondo”.

Sfido chiunque a contestare il fatto che la Perdonanza, negli ultimi anni, ha avuto un seguito senza precedenti nei giorni del 28 e 29 agosto. Una manifestazione che è cresciuta, riuscendo a chiudere i bilanci sempre in pareggio.





Dico solo che questa è la Perdonanza che, per volere del sottoscritto, ha lanciato il messaggio storico di affidare, per ventiquattr’ore, la Bolla del Perdono alla Chiesa. Un atto il cui valore, anche di stravolgimento della storia della città, mi pare sia stato colto solo da alcuni studiosi, come il professor Clementi, dal momento che altri, sono evidentemente impegnati a guardare altrove.

Un gesto teso a far sì che il dono di Celestino alla città divenisse messaggio universale di speranza. D’altra parte il risultato di un rilancio spirituale della manifestazione è nel fatto, ormai noto a tutti, che, sia in questa edizione che in quella passata, le ostie non sono state sufficienti per tutti coloro che hanno partecipato al rito di apertura e di chiusura della Porta Santa.

”MOLTI AGISCONO A SCAVALCO INVECE DI PARLARMI”

Aggiungo che, in questa polemica di cui credo che davvero la città non abbia bisogno, sorprende l’atteggiamento di taluni, come il signor Giorgi (Paolo, responsabile del Movimento Celestiniano e autore di un’altra polemica, n.d.r.), il quale ha partecipato a tutte le edizioni degli ultimi decenni, che agiscono a “scavalco” mentre avrebbero potuto parlare con me.

Oggi di Perdonanza come ieri di progetti su piazza d’Armi, spuntati come funghi grazie all’intervento della Protezione civile, di cui mi sono ritrovato a dover rispondere, a cose fatte, agli inviperiti cittadini aquilani.

”EDIZIONE 2010, IL MEGLIO NELLE NOSTRE CONDIZIONI”

Per quanto riguarda la Perdonanza di quest’anno, abbiamo cercato di fare il meglio, nella condizione in cui ci troviamo. Credo sia stata una bella edizione, sia nella parte culturale e di intrattenimento, grazie alla generosità di alcuni artisti, che nel corteo, ormai di preciso valore storico-filologico.

”D’ERCOLE CONCORDAVA SU TUTTO IL PROGRAMMA”

Certo, vi sono limiti, si potrebbe fare di più, si potrebbe fare di meglio. Voglio sottolineare però che l’intero programma è stato concordato e addirittura approvato da monsignor D’Ercole, oltre che dai rappresentanti della Curia all’interno dello stesso Comitato organizzatore, sin nei minimi dettagli, e che anche il concerto di Roberto Vecchioni era stato concordato con l’organizzazione dell’appuntamento mondiale dei giovani della pace anche negli orari.

”MUSICA ALTA, MA ERO FELICE PER I NOSTRI GIOVANI”

È vero, i concerti al Parco del Sole avevano un volume alto. Sentivo anch’io la musica da casa mia fino a tardi. Tuttavia, anche se se non riuscivo a dormire ero felice, perché sapevo che per qualche sera i giovani della mia martoriata città si stavano ritrovando e divertendo e che, in quelle ore, tra loro vi erano forse i quattordicenni che, con rito ormai consolidato nella nostra città, solo in occasione della Perdonanza scoprono l’ebbrezza di poter fare un po’ tardi, entrando così nel mondo dei “quasi adulti”.

Non so cosa possano pensare i nostri ragazzi della Perdonanza. Credo che ne penseranno bene se i genitori eviteranno di raccontare loro cosa in certi momenti è stata la manifestazione.

La città non ha bisogno di polemiche, lo ribadisco. Tuttavia, lo ripeto ancora, se sono intervenuto è per tutelare il lavoro di quanti, compresi esponenti della Curia, ci stanno aiutando fare della Pedonanza un evento di cui essere fieri.

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