PAREGGIO DI BILANCIO, ”CHIAMATELO CRIMINE” ”CORTE COSTITUZIONALE LO TOLGA DI MEZZO”

di Giuseppe Palma e Luca Tibaldi*

6 Gennaio 2017 08:00

Italia - Economia

L'AQUILA – Circa la vile costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio, per cui oggi cercheremo di dare una diversa chiave di lettura per i lettori di AbruzzoWeb, abbiamo già scritto molto su EconomiaDemocratica.

Pochi mesi fa, ed esattamente a settembre, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, del Partito democratico, ha ammesso spudoratamente di provare vergogna per il fatto che il Parlamento, nel 2012, avesse provveduto ad inserire in Costituzione, senza neppure un minimo di discussione nel Paese, il vincolo del pareggio di bilancio. 

Ma il forte clamore per l'ammissione del ministro non è scaturito tanto per questo, quanto per il fatto che lo stesso abbia addirittura ammesso che, se non l'avessero fatto, la Banca centrale europea avrebbe chiuso i rubinetti. 

Questa ammissione si aggiunge alle dichiarazioni, tra gli altri, di Massimo Garavaglia. senatore della Lega Nord, Commissione Bilancio, che qualche anno fa descrisse una situazione simile. 

In seguito ad una visita di commissari della Bce nel 2011 fu chiesto ai senatori se avrebbero sostenuto un allora ipotetico governo Monti. 





Dopo che i senatori evidenziarono che un governo esisteva ancora in quel momento e che godeva della fiducia del Parlamento, gli inviati Bce risposero: “Se voi non sostenete il governo di Mario Monti, noi non compriamo i vostri Titoli di Stato per due mesi e andate in fallimento”.

Da tali dichiarazioni emergono principalmente tre gravissimi aspetti criminali: che l'Italia è un Paese ormai schiavo e totalmente sottomesso ai criminali di Bruxelles e Francoforte, che nel 2012 il Parlamento fu addirittura “costretto” a costituzionalizzare un vincolo esterno capace di uccidere i principi inderogabili della Costituzione primigenia, uno su tutti il diritto al lavoro e il suo significato costituzionale; che se il Parlamento non l'avesse fatto, la Bce avrebbe chiuso i rubinetti, dichiarazione che ammette esplicitamente le terribili conseguenze connesse alla perdita di sovranità monetaria, circostanza che pone lo Stato in una situazione di pericolosa suddidanza nei confronti della Bce stessa, quindi di perenne ricatto da parte dei mercati finanziari e della stessa banca centrale europea, che è indipendente dalla politica e non funge neppure da prestatrice di ultima istanza. 

Ciò detto, è evidente che la perdita di sovranità monetaria altro non ha prodotto che aver posto il nostro Paese in una pesante ed insopportabile posizione di schiavitù. 

La costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio blinda invece la “naturale” prosecuzione del crimine! 

Se lo Stato italiano non può scegliere in autonomia le politiche monetarie e fiscali, ma al contrario è costretto ad ottenere la liquidità di cui nesessita dai grandi mercati dei capitali privati, automaticamente si lega mani e piedi, incapace non solo di agire, ma addirittura di affrontare una qualsiasi emergenza, senza poter neppure garantire e incoraggiare il risparmio dei cittadini (come dovrebbe fare ai sensi dell'articolo 47 della Costituzione). 

Lo Stato, a seguito dell'introduzione della moneta Euro e della costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio, è del tutto impotente.





Per fortuna, pochi giorni fa, la Corte costituzionale – con l'importante sentenza n. 275/2016 – ha sancito il principio che l'equilibrio di bilancio di cui all'art. 81 della Costituzione (quel vincolo del pareggio di bilancio inserito nel 2012) non può costituire un limite quando lo Stato è chiamato a garantire i “diritti incomprimibili”. 

È l'equilibrio di bilancio che deve conformarsi ai “diritti incomprimibili” e non il contrario! 

Su “Economia Democratica” ce ne siamo occupati nel dettaglio. 

Ora la Corte costituzionale deve però mostrare più coraggio e spingersi a dichiarare l'incostituzionalità del vincolo in Costituzione del pareggio di bilancio – introdotto con legge costituzionale n. 1/2012 – per palese violazione dei principali inderogabili della Costituzione primigenia.

Occorre al più presto liberare la Costituzione dalle catene della schiavitù imposte dalla criminale sovrastruttura EUropea!

*Giuseppe Palma e Luca Tibaldi (di Economia Democratica)

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