CENTRODESTRA IN CONFUSIONE SU INTERVENTI PRIVATI IN SANITA' E A RISCHIO RISARCIMENTI MILIONARI. STRANO ANNUNCIO VERI': PER CAPOCASA NON C'E' COPERTURA. PROGETTO TEATINO DATATO 2014, HA PUBBLICA UTILITA'

NUOVO OSPEDALE CHIETI: ANCORA IMPASSE PROJECT FINANCING, RUP CONGELA BANDO

28 Agosto 2019 08:20

Regione -

CHIETI – Rischia ancora una volta di impantanarsi l'iter partito nel lontano 2014 per la realizzazione ex novo dell'ospedale Santissima Annunziata di Chieti, insicuro simicamente, con lo strumento del project financing proposto dall’Ati Maltauro e Nocivelli, che ha ricevuto la dichiarazione di pubblica utilità dalla precedente Giunta regionale di centrosinistra, e per il quale si attende solo il bando europeo.

Mentre il centrodestra in Regione deve ancora decidere come e se portare avanti l'iter, seppure arrivato ad un punto di non ritorno, vista la certezza di un risarcimento milionario da parte della proponente in caso di revoca, l'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, della Lega, ha comunicato in una nota, che “il direttore generale facente funzione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Giulietta Capocasa, nella veste di Responsabile unico del procedimento, ha riferito che al momento l’istruttoria è sospesa in quanto è necessario individuare la copertura economico-finanziaria”.

Questo perché Capocasa, nominata rup dal centrosinistra a novembre 2018, è destinata ad essere sostituita in questo ruolo, oltre che da quello di direttore generale facente funzione, essendo di espressione della ex maggioranza. 

Ed evidentemente non ha intenzione di firmare atti scottanti, in questo suo breve interregno, solo per togliere le castagne dal fuoco ai nuovi vertici di centrodestra.

Inusuale poi la nota della Verì, un altro indizio che il centrodestra non ha le idee chiare, anzi è in confusione non solo su questa proposta, datata 2014, ma anche nelle altre per altri ospedali, su tutti Teramo, Avezzano, Giulianova, Vasto, Lanciano e L’Aquila, ognuno di marca centrosinistra, in particolare dell’ex presidente. 

Luciano D’Alfonso, ora senatore del Pd: l’assessore regionale, anche lei poco chiara perché in posizione attendista, riferisce di fatto di un ostacolo posto dalla Asl chietina, la stessa che quando era direttore generale, Pasquale Flacco, è stata esautorata dalla Regione nella pratica del project, che procedeva con estenuante lentezza. Come a dire: la Verì ha evidenziato un sopravvenuto ostacolo a lei evidentemente non gradito, facendo nome e cognome del responsabile. 

Del resto, l'assessore leghista non ha espresso affatto contrarietà al project financing dell’ospedale Santissima Annunziata, ha evidenziato solo la necessità di  leggere bene le carte, per poter meglio gestire la pratica.  

Una posizione dettata da realismo: il project chietino è arrivato ad un punto di non ritorno, visto che in caso di affossamento, i proponenti Maltauro e Nocivelli con certezza presenteranno un conto salatissimo alla Regione, in termini di risarcimenti. E comunque nessuno può presentare altre proposte alternative prima della revoca che – secondo molti – nessun dirigente pubblico firmerebbe per evitare responsabilità e la scure della Corte dei conti. Soprattutto considerando che allo stato attuale della documentazione, stando ai tecnici, il bando potrebbe essere fatto in un mese.

L'inghippo rappresentato dalla sospensione dell’istruttoria da parte di Capocasa, non può invece che far piacere in primis all'assessore regionale alle Attività produttive, Mauro Febbo, di Forza Italia, che assieme al Movimento 5 stelle, ha fatto la guerra, dai banchi dell'opposizione, contro il project, cavallo di battaglia dell'ex presidente della Regione Luciano d'Alfonso del Partito democratico.  

La volontà politica intorno al project, è importante poi ricordare, è uno dei temi più pesanti che ha messo sul tavolo il manager della Asl indicato nella provincia teatina, Francesco Zavattaro, che da una parte ha fatto intendere che tornerebbe volentieri in Abruzzo, dall’altra, ha dettato precise “condizioni”, non solo  di carattere economico, sottolineando la necessità in particolare di stabilire lo stato dell’arte del buco di bilancio, e appunto su cosa si intenda fare sul project, questione che lui conosce molto bene, essendo un iter partito quando lui era direttore generale della medesima Asl, poi defenestrato da D'Alfonso.





Sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo Pd, Silvio Paolucci, ex assessore regionale alla Sanità, altro fautore del project, che ha ribadito: “avevamo individuato lo strumento possibile per rifare l'ospedale di Chieti, quello del project financing; se altri hanno altre idee, altre risorse, se le hanno trovate a Roma, se il governo giallo verde si è impegnato con la Regione per darne altre, siamo disposti a discutere, ma se così non fosse, non capiamo perché abbandonare una proposta senza averne un'altra”. 

Tenuto conto che il governo Lega M5S è caduto, e dopo le dimissioni del premier, Giuseppe Conte, sono in corso le consultazioni per formare una nuova maggioranza.

In una seduta di Giunta nelle scortese settimane si è poi autorizzata con una delibera, la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti a procedere alla demolizione del corpo “C” dell’ospedale Santissima Annunziata, e alla successiva ricostruzione, fuori sito, del nuovo corpo destinato alla Radiologia.

L’azienda sanitaria lancerà un bando di gara per eseguire le opere: l'importo dei lavori, che in un primo momento la Asl aveva chiesto di destinare ad un project financing, è stato rimodulato in diminuzione in 4.526.489 di euro, fondi di derivazione statale da decretazione del capo Dipartimento della Protezione Civile.

Questo però non significa percorrere una strada alternativa al project, visto che vanno fatti ancora gli appalti.

“Abbiamo agito in questa direzione per utilizzare fondi della Protezione Civile che rischiavamo di perdere – aveva spiegato il governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, -. È un primo intervento per la messa in sicurezza dell’ospedale di Chieti  con l’abbattimento e la ricostruzione di un primo corpo con un bando della Asl, fuori dal project financing – ha spiegato il presidente della regione.

Alla base del project chietino, solo uno di quelli proposti in Abruzzo, c'è stata la presa d'atto che gran parte della struttura ospedaliera risulta non sicura sismicamente e staticamente anche per l’utilizzo di materiale scadente. E, in seconda battuta, che la Regione non ha i denari per intervenire.

E così nel 2014, l’Ati Maltauro-Nocivelli ha presentato alla Asl provinciale di Chieti un project financing che lo scorso anno, dopo un una lunga interlocuzione e modifiche della proposta, ha ottenuto dalla Giunta regionale di centrosinistra guidata da Luciano D’Alfonso, il provvedimento di pubblica utilità. Questo dopo aver tolto la pratica dalla Asl teatina “colpevole” di un grave ritardo. 

Il nuovo ospedale di Chieti, in base all'ultima versione del project, avrà una dotazione di 498 posti letto, che troveranno posto in 6 padiglioni: 2 di nuova costruzione (denominati P e N) e 4 ristrutturati (G, H, M, K), per un totale di 75.500 metri quadrati di superficie. Le demolizioni, invece, riguarderanno 9 dei padiglioni attualmente esistenti.

L'opera avrà un costo di 118 milioni e 800 mila euro. Il privato ci metterà i soldi per la realizzazione, e incasserà per 25 anni e mezzo un canone di locazione (il cosiddetto canone di disponibilità) fissato a base d'asta in 12 milioni e 270 mila euro e un canone per la concessione di servizi la cui base d'asta è invece fissata a 9 milioni 580 mila euro.

Sommando i canoni, il costo complessivo finale del nuovo presidio teatino arriva a 285 milioni di euro, soggetto in ogni caso a una percentuale di ribasso d'asta che lo comprimerà ulteriormente. La prima proposta del raggruppamento di imprese, invece, prevedeva un costo finale di 526 milioni.





Il presidio disporrà di 1.309 posti auto, a fronte dei 1071 della prima elaborazione progettuale, andando a risolvere uno dei disagi maggiormente segnalati dall'utenza che utilizza i servizi ospedalieri. Il costo dell'edificio ammonterà a 118 milioni e 800 mila euro, contro i 143 del primo progetto.

L’esecutivo, che ha puntato anche su altri project per nuovi ospedali, aveva avocato a sé la delicata la pratica contro la quale si sono pronunciati M5S e Forza Italia, che era all'opposizione, per i gravi ritardi nell’esame delle carte da parte dell’azienda sanitaria.

Ora la stessa azienda sarebbe chiamata a bandire la gara di appalto europea che prevede per l’Ati il solo diritto di prelazione.  

Non è quello di Chieti l'unico project abruzzese.

A Teramo, a marzo, la Asl ha avviato l'iter per la verifica della fattibilità della proposta di project financing per la costruzione del nuovo ospedale di Piano d'Accio (Teramo): un'opera di un valore di circa 250 milioni, per 600 posti letto.  È stato costituito il gruppo di lavoro che studierà l'unica proposta arrivata finora, presentata da una storica impresa edile, la “Pizzarotti” di Parma, fondata nel 1910 da Gino Pizzarotti. 

La struttura, che risponderà a tutti i nuovi criteri anche in termini di sicurezza, antincendio e antisismico, dovrebbe prendere il posto dell'ospedale “Giuseppe Mazzini” di Teramo. Ma anche qui è forte è lo scontro politico sulla localizzazione.

C'è poi il nuovo ospedale di Avezzano (L'Aquila) da oltre 84 milioni di euro, da realizzare con una originale formula di project financing, e che dovrà sorgere al fianco del vecchio e insicuro San Filippo e Nicola.

Per questa struttura, si è seguita una strada diversa rispetto ad esempio all'ospedale di Chieti, dove è il privato a proporre di sobbarcarsi il costo della realizzazione per poi rifarsi con la gestione trentennale di parte dei servizi.

Per Avezzano il costo dell'intervento sarà di 83 milioni e 676 mila euro, di cui 34 milioni a carico dello Stato, 1,5 milioni a carico della Regione e 48 milioni derivanti da capitale privato. E sono 12 le cordate di studi  professionali in gara per realizzare il progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Ci sono infine i project  in alto mare dal punto di vista procedurale, praticamente alla fase degli annunci, per gli ospedali dell'Aquila, di Vasto, Giulianova.

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