REPORT SU DATI TRATTI DA 'ARCHIVIO STATISTICO DELLE IMPRESE ATTIVE' DELL'ISTAT: ARTIGIANATO REGIONALE FANALINO DI CODA CLASSIFICA NAZIONALE

MICROIMPRESE OSSATURA SISTEMA ECONOMICO DANNO LAVORO A UN ABRUZZESE SU DUE

26 Febbraio 2020 07:16

Regione -

L'AQUILA – Le microimprese abruzzesi rappresentano il 96% del totale delle imprese e impiegano il 55% degli occupati, mentre quelle italiane rappresentano il 95% del totale delle imprese, con il 44,5% di lavoratori.

Le micro imprese abruzzesi sostengono l’occupazione impiegando il 55% degli occupati a fronte del 44,5% italiano e per questo possono essere considerate l’ossatura del sistema produttivo regionale.

È quanto emerge dallo studio realizzato da Aldo Ronci su dati tratti dall’Archivio statistico delle imprese attive (Asia), tenuto dall’Istat.

I dati non comprendono quelli delle imprese agricole e nemmeno quelli delle imprese dell’amministrazione pubblica.
Nel report sono definite “micro imprese” quelle che hanno da 1 a 9 addetti; “piccole imprese” quelle che hanno da 10 a 49 addetti; “medie imprese” quelle che hanno da 50 a 249 addetti e “grandi imprese” quelle che hanno 250 e più addetti.

La struttura dimensionale delle imprese abruzzesi presenta due aspetti negativi.

Il primo è quello di avere un numero troppo esiguo di grandi imprese infatti sono appena 60 mentre se avesse avuto la stessa composizione media nazionale ne avrebbe dovuto avere 87, che si traduce nell’avere il 30% in meno di grandi imprese,
il secondo è quello di avere un numero basso di addetti per ogni grande impresa pari a 747 unità mentre quello italiano si attesta a 984 addetti per ogni grande impresa e ciò significa che se le 60 imprese avessero avuto un numero medio di addetti pari a quello italiano l’Abruzzo avrebbe avuto ben 14.200 addetti in più.

Un altro punto di debolezza si trova nel mondo artigiano abruzzese che, nel quinquennio 2012-2017,  flette ad una velocità doppia rispetto a quella nazionale sia per il totale delle classi (Abr -15,01%; It – 7,27%) che per le micro imprese (Abr -15,05%; It -7,57%), valori questi che sia per il totale delle classi che per le microimprese hanno posizionato  l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale.

Le imprese non artigiane abruzzesi, invece, nel quinquennio 2012-2017, sono cresciute più del valore medio nazionale sia per il totale delle classi (Abr +2,33%; It +1,15%) che per le micro imprese (Abr +2,53%; It +1.07%).

I decrementi per attività economiche più elevati da evidenziare sia per le imprese artigiane che per quelle non artigiane sono quelli relativi al settore delle costruzioni e del commercio risentendo il primo della crisi immobiliare e della carenza di investimenti pubblici e il secondo della globalizzazione e della presenza dei centri commerciali.

In Abruzzo i dati dell’export dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto, quelli sulla dinamica delle imprese, quelli sulla restrizione creditizia per le piccole imprese, quelli sulla flessione del numero di abitanti, sono tutti peggiori dei dati medi nazionali e confermano lo stato di crisi del sistema economico abruzzese.

Forse è giunto il momento di decidere a livello regionale quali politiche adottare per fare in modo che ci sia un cambio di passo del sistema produttivo locale, in particolare delle micro imprese e tra queste quelle artigiane, che deve necessariamente e improro-gabilmente imboccare la strada dell’innovazione per far diventare più competitivo il sistema.

Nel secolo scorso la domanda di prodotti ha continuamente prevalso sull’offerta di prodotti; poi, la Cina si è messa a fare produzione manifatturiera e i rapporti commerciali si sono rovesciati e l’offerta ha prevalso e prevale sulla domanda. Il sistema dei prezzi è, nella media, virato verso il basso e molte imprese si sono trovate e si trovano in difficoltà.

La struttura delle imprese italiane è caratterizzata dalla presenza del 95% di micro imprese e con tale struttura è in grado di far fronte alle problematiche poste dalla globalizzazione?

In Europa la situazione è pressoché analoga, sia pure con qualche variazione.

Piccolo è ancora bello? Sul tema la dottrina è molto divisa perché una parte degli economisti sostiene che le micro imprese sono inadeguate ad affrontare le problematiche poste in quanto sono meno competitive, hanno una totale dipendenza da eventi e finalità dell’imprenditore e spesso presentano carenza di competenze gestionali, mentre un’altra parte sostiene che le micro imprese sono una realtà importante del sistema economico, presentano una marcata flessibilità ossia una spiccata capacità di adattamento sia alle condizioni economiche generali e settoriali che alle specificità dei singoli mercati e di fatto riescono ad impiegare circa la metà degli occupati.

Questo report analizza la struttura delle imprese abruzzesi e italiane e la loro dinamica nel quinquennio cha va da 2012 al 2017 e alla luce di tali dati valuta i risultati.





LE IMPRESE ATTIVE PER CLASSI DIMENSIONALI

Nel 2017 le imprese in Abruzzo sono, per classi dimensionali, così distribuite:

94.215 micro imprese (1-9) pari al 96,01% ( It 95,05%);

3.512 piccole imprese  (10-49) pari al 3,58% (It 4,34%);

342 medie imprese (50-249) pari allo 0,35% (It 0,52%);

60 grandi imprese (250 e più) pari allo 0,06% (It 0,09%).

GLI ADDETTI DELLE IMPRESE ATTIVE PER CLASSI DIMENSIONALI

Nel 2017 gli addetti alle imprese in Abruzzo sono, per classi dimensionali, così distribuiti:

169.036 alle micro imprese (1-9) pari al 54,8% (Italia 44,5%);

61.248 alle piccole imprese  (10-49) pari al 19,8% (It 20%);

33.484 alle medie imprese (50-249) pari al 10,9% (It 13%);

44.823 alle grandi imprese (250 e più) pari al 14,5% (It 22,5%).

LE IMPRESE ATTIVE E GLI ADDETTI PER CLASSI DIMENSIONALI

Le micro imprese abruzzesi rappresentano il 96% del totale e impiegano il 55% degli occupati mentre quelle italiane rappresentano il 95% del totale e impiegano il 44,5% degli occupati.

Le grandi imprese abruzzesi rappresentano lo 0,06% del totale e impiegano il 14.5% degli occupati mentre quelle italiane rappresentano lo 0,09% del totale e impiegano il 22,5% degli occupati.

IL NUMERO MEDIO DEGLI ADDETTI DELLE IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI

Il numero medio di addetti per ogni impresa in Abruzzo è, per classi dimensionali, così distribuito:





per ogni micro impresa 1,8 addetti (Italia 1,8);

per ogni piccola impresa 17,4 addetti (It 17,4);

per ogni media impresa 97,9 addetti (It 97,1);

per ogni grande impresa 747,1 addetti (It 984,4).

LE VARIAZIONI DELLE IMPRESE E DELLE MICRO IMPRESE NEL QUINQUENNIO TRA IL 2012 E IL 2017

I decrementi subiti dalle imprese nel quinquennio tra il 2012 e il 2017 sia per il totale delle classi (-2.601) che per le micro imprese (-2.444) sono il frutto di due tendenze opposte: da un lato i decrementi delle imprese artigiane sia per il totale delle classi (-4.284) che per le micro imprese (-4.186); dall’altro lato gli incrementi delle imprese non artigiane sia per il totale delle classi (+1.683) che per le micro imprese (+1.742).

I decrementi percentuali subiti dalle imprese nel quinquennio tra il 2012 e il 2017 sia per il totale delle classi (Abr -2,58%; It -1,01%) che per le micro imprese (Abr – 2,53%; It – 1,18%) sono il frutto di due tendenze opposte: da un lato i decrementi percentuali delle imprese artigiane sia per il totale delle classi (Abr -15,01%; It – 7,27%) che per le micro imprese (Abr -15,05%; It -7,57%), valori questi che sia per il totale delle classi che per le microimprese hanno posizionato  l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale; dall’altro lato gli incrementi percentuali delle imprese non artigiane sia per il totale delle classi (Abr +2,33%; It +1,15%) che per le micro imprese (Abr +2,53%; It +1.07%).

LE VARIAZIONI DELLE MICRO IMPRESE PER ATTIVITÀ ECONOMICHE IN ABRUZZO NEL QUINQUENNIO TRA IL 2012 E IL 2017

Le variazioni delle micro imprese sono state disomogenee. Le flessioni più consistenti si sono registrate nelle costruzioni (-2.488), nel commercio (-1.795) e nell’industria (-688) mentre le attività economiche che hanno annotato incrementi più alti sono: le attività tecnico professionali (+895) e quelle di assistenza sociale (+839).

Le variazioni percentuali dei dati abruzzesi confrontati con quelli italiani mostrano divergenze variabili, ad esempio nelle costruzioni il decremento abruzzese del 18,20% è peggiore di quello italiano del12,28% mentre nelle attività di informazione e comunicazione l’incremento abruzzese è del 14,10%  è migliore di quello italiano del 5,52%.

LE VARIAZIONI DELLE MICRO IMPRESE ARTIGIANE PER ATTIVITÀ ECONOMICHE IN ABRUZZO NEL QUINQUENNIO TRA IL 2012 E IL 2017

Le variazioni delle micro impese artigiane sono tutte negative ad eccezione di lievissimi incrementi nelle attività di informazione e comunicazione (+ 22) e quelle immobiliari (+5), con un picco di flessione nelle costruzioni (- 2.322) e con flessioni consistenti ma più lievi nell’industria (- 989), nelle riparazioni di auto e casalinghi (- 34) e nei trasporti (- 324).

In valori percentuali i decrementi sono stati tutti peggiori di quelli italiani registrando valori doppi rispetto a quelli medi nazionali, relegando l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale.

LE VARIAZIONI DELLE MICRO IMPRESE NON ARTIGIANE PER ATTIVITÀ ECONOMICHE IN ABRUZZO NEL QUINQUENNIO TRA IL 2012 E IL 2017

Le variazioni delle micro imprese non artigiane  sono al contrario di quelle artigiane tutte positive ad eccezione del commercio(- 1.461) e delle costruzioni (- 166) con picchi positivi nelle attività tecnicche e professionali (+ 951) e nelle attività di assistenza sociali (+ 844).

I valori percentuali sono stati quasi tutti migliori di quelli nazionali ad eccezione del commercio che sostanzialmente ha eguagliato il decremento nazionale e della ristorazione dove l’incremento abruzzese (+ 1,84%) è stato peggiore di quello italiano (+ 4,33%). 

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: