CAPO DELLO STATO A CELEBRAZIONI PER I 30 ANNI DELLA STRUTTURA DI RICERCA

MATTARELLA AI LABORATORI DEL GRAN SASSO, ”VOLEVO VENIRE DA TEMPO, SONO RICCHEZZA”

di Alberto Orsini

15 Gennaio 2018 11:04

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Ci volevo venire da tempo”. La confessione di Sergio Mattarella è uguale a quella di tanti abruzzesi che di questi Laboratori del Gran Sasso, di cui si celebra il trentennale con il presidente della Repubblica, hanno sempre sentito parlare, ma di persona non li hanno mai visti.

La ricorrenza è davvero importante, con questa struttura sul territorio sono venuti a lavorare premi Nobel e altri di questi prestigiosi riconoscimenti sono stati conquistati; le tre sale sotto 1.400 metri di roccia, ampie 100 metri per 20 per 18, sono delle “cattedrali della scienza”, come dice il capo dello Stato ripetendo la definizione del presidente dell’Istituto di fisica nucleare Fernando Ferroni.

Una visita di più di tre quarti d’ora da cui Mattarella esce affascinato, lui che è, come fa notare, “di studi umanistici”.

La cerimonia è blindata, le porte della sala intitolata a Enrico Fermi, che fu sponsor e difensore quando i laboratori non si volevano fare, come svela il fondatore Antonino Zichichi, si chiudono un’ora prima per riaprirsi solo quando Mattarella, conclusa la parte istituzionale, va via.

Anche la protesta è bandita: non viene autorizzata la manifestazione di protesta pacifica a difesa dell’acqua e contro il futuro esperimento Sox, che ospiterà sotto il Gran Sasso materiale radioattivo, pur protetto, con conseguenti polemiche ambientaliste: ma tutti i protagonisti, istituzionali e scientifici, tra le pieghe della cerimonia ammettono che sì, sulla convivenza tra i due sistemi e la sicurezza si deve e si può fare di più.

“Non bisogna avere paura, che è il contrario della cultura”, ammonisce su questo il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, mentre il sindaco del capoluogo, Pierluigi Biondi, all’inquilino del Quirinale fa un’agenda di stringenti problematiche: i licenziamenti dei ricercatori Intecs, l’inviso metanodotto Snam, la stangata dei pedaggi autostradali.

Poi è l’ora della scienza, con Ferroni che racconta che cos’è e che cosa fa l’Infn, Zichichi che a dispetto di qualche inciampo con le slide racconta di quando si pensava che il tunnel sarebbe stato un rifugio antiatomico per il governo, il direttore, Stefano Ragazzi, quello divenuto di colpo famoso più per le incertezze nel rispondere alle incalzanti domande delle Iene proprio su Sox, che per anni e anni di attività scientifica, che ammette: il prossimo passo sarà aprirsi ancora di più al territorio.

Magari a partire proprio dalle visite guidate per i cittadini comuni (da un po’ sospese per manutenzione) curiosi di scoprire che cosa c’è sotto la loro montagna e di restare affascinati con il naso all’insù proprio come il loro presidente.

MATTARELLA

''DA TEMPO VOLEVO VENIRE, E' UNA RICCHEZZA PER IL PAESE''

“Istituto nazionale di fisica nucleare e Laboratori del Gran Sasso svolgono un ruolo di selezione importante per tanti ricercatori di alta qualità del nostro Paese, formano tanti giovani studiosi, questa è una ricchezza per il nostro Paese”.

Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento al trentennale della struttura di ricerca sotterranea.

“Consente di guardare al futuro partecipando alle frontiere dell’innovazione, della conoscenza e dell’applicazione delle ricerche. Non è un caso la collaborazione tra laboratori e aziende che si svolge costantemente”, ha aggiunto il capo dello Stato.

Per Mattarella, “la scienza e la cultura costituiscono una realtà indivisibile, ma questo versante della scienza che ho toccato con mano questa mattina, per una persona come me, di studi umanistici, ha particolare fascino”.

“Ci si trova alla frontiera della conoscenza, del mondo e della sua storia – ha concluso – Attraverso tentativi ripetuti, i passi avanti che si fanno sono arricchimento per tutta l’umanità e sono motivo di orgoglio per tutti gli italiani”.

“Ringrazio i professori Ferroni e Ragazzi per avermi accolto e mostrato le tre grandi cattedrali che sono il centro dei laboratori. Da tempo desideravo visitare i Laboratori e sono riconoscente per questo”, ha aggiunto.

“Questo è un punto di eccellenza tra i più alti del nostro Paese, motivo di prestigio e di orgoglio. Qui avvengono continuo confronto, interazione, scambio di esperienze con tanti altri luoghi di ricerca nel mondo”.

LA VISITA

Mattarella è stato accolto, presso la sala “C” dei laboratori sotterranei, dal presidente dell’Infn, Fernando Ferroni, dal direttore della struttura, Stefano Ragazzi, dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e dal presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso.

È stato accompagnato nella visita delle tre grandi sale sperimentali, durata circa 45 minuti, anche da una delegazione della Giunta esecutiva dell’Infn e dal professor Antonino Zichichi, ex presidente e di fatto ideatore del laboratorio.

In particolare, il capo dello Stato ha visitato gli esperimenti Borexino, Gerda, Cuore e Xenon1t, le cui attività di ricerca, che riguardano la fisica del neutrino nel caso dei primi tre, e la ricerca diretta di materia oscura, sono state illustrate dai coordinatori delle collaborazioni internazionali impegnate negli esperimenti.

La visita del Presidente Mattarella ai Laboratori del Gran Sasso è poi proseguita nei laboratori esterni, dove si è conclusa nella sala “Fermi” con l’incontro con le autorità e la comunità dell’Infn, riunita per celebrare i trent’anni dei Laboratori. Alle 11.51 il presidente ha lasciato la sala, dove era arrivato un'ora esatta prima.

La mattinata è quindi proseguita con gli interventi del direttore Ragazzi, del presidente della commissione Scientifica per la fisica astroparticellare Marco Pallavicini, del vice presidente Antonio Masiero, coordinati da Speranza Falciano, componente della Giunta esecutiva.

All’evento non ha partecipato il premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia. che era tra gli ospiti annunciati.

LE REAZIONI

IL DIRETTORE RAGAZZI: ''NON SI POSSONO INGRANDIRE; IENE? NON MI PENTO''

“Dimensionalmente il Laboratorio del Gran Sasso non può essere allargato, dobbiamo farci bastare quello che c’è, ma può essere migliorato nei suoi aspetti infrastrutturali”.

Così Stefano Ragazzi, direttore della struttura di ricerca dell’Istituto nazionale di fisica nucleare di cui oggi è stato celebrato il trentennale in una cerimonia con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, chiude la porta a ipotesi di ampliamento dei tunnel sotterranei sotto il massiccio più alto degli Appennini.

Per il futuro, secondo Ragazzi “l’aspetto da migliorare, su cui già abbiamo programmi, è una maggiore integrazione con il territorio, con tutte le imprese innovative, grazie a progetti di formazione come quelli con Gssi e Università aquilana. Il Laboratorio deve essere un attore importante del territorio – ha evidenziato – andando al di là di quello che è stato fino a oggi, un attrattore di competenze che ora devono rimanere con il trasferimento alle imprese”.

Sulla natura dei Lngs, il direttore ha ribadito, tra l’altro, che “noi siamo un’infrastruttura, mentre gli esperimenti vengono condotti da collaborazioni internazionali che vedono qui l’opportunità di compiere progetti all’avanguardia”.





Quanto alla sicurezza del sistema acquifero del Gran Sasso, in relazione all’esperimento Sox che ha suscitato molte polemiche ambientaliste per la presenza di materiale radioattivo, “abbiamo già attivo un protocollo d’intesa per le acque che è molto oneroso per i laboratori. Abbiamo commissionato uno studio, così come ha fatto l’autostrada – ha aggiunto Ragazzi – e riteniamo si debbano cercare soluzioni semplici ed efficaci per risolvere il problema agli standard di oggi”.

Sul tema, il direttore dei Laboratori è stato suo malgrado protagonista di un’intervista della trasmissione tv Le Iene in cui ha di fatto ammesso rischi potenziali nella convivenza tra acqua e laboratori.

“Non me ne pento, è stata un’intervista a sorpresa nel marzo scorso, me li son trovati, mi han fatto delle domande e io ho risposto – ha concluso – Non credo che avrei cambiato qualche risposta, poi il montaggio è responsabilità loro, non mia”.

FERRONI (INFN): ''STRUTTURA UNICA AL MONDO PER CAPIRE L'UNIVERSO''

Una struttura di ricerca unica “che ha fatto avanzare la scienza e la tecnologia attraverso lo studio di processi fondamentali per la comprensione dell’universo e grazie alla realizzazione di esperimenti d'avanguardia a livello mondiale”.

Così il presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Fernando Ferroni, ha presentato i Laboratori del Gran Sasso al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia di celebrazione del trentennale dalla nascita.

Sull’istituto, Ferroni ha illustrato che è articolato in “20 sezioni e 4 laboratori nazionali. Ha personale proprio, 2 mila persone con oltre 600 ricercatori, ma utilizza anche figure professionali fornite dalle università – ha snocciolato – Nel budget c’è una relativa stabilità del finanziamento ministeriale e una capacità crescente di attirare fondi esterni”.

“Le ricerche Infn sono guidate dalla curiosità del personale, dal Gran Sasso al Cern di Ginevra a Pisa dove sono state scoperte le onde gravitazionali – ha aggiunto Ferroni – Non è un ente di cervelli in fuga, manda i giovani all’estero per fare esperienza, ma ha grande capacità di richiamarli, con un recente concorso per 73 ricercatori di cui il 35% di ritorno”.

Il presidente ha poi ricordato come nel 2017 sia stata “osservata la fusione di stelle di neutroni che ha mandato numerosi segnali, non solo in termini di onde gravitazionali, e Marica Branchesi è stata citata tra i top 10 scienziati da Nature. Il Laboratorio – ha rimarcato – è leader per la ricerca della materia oscura e per tentare di verificare l’ipotesi di Majorana sulla natura del neutrino”.

Infine, il “rapporto proficuo con il territorio: ci siamo meritati il rispetto, ma gli enti hanno sempre fornito il supporto e l’Infn ha fatto nascere e portato all’indipendenza del Gran Sasso Science Institute, scuola di dottorato in fisica astroparticellare, matematica applicata, informatica e scienze sociali e studi urbani”.

ZICHICHI: ''UNA GUERRA NUCLEARE DURA DUE ORE, LABORATORIO NON E' RIFUGIO''

“La guerra nucleare non è come la guerra napoleonica, in cui prima si conquista un Paese e poi un altro, ma si conclude in due ore, e l’Italia è esposta a ricevere due bombe in un’ora per via dei sottomarini che si trovano nelle acque internazionali. Come fa un governo, in un’ora, a raggiungere il Gran Sasso e mettersi in questo rifugio?”.

Cosi il fisico Antonino Zichichi, fondatore dei Laboratori del Gran Sasso, svelando, durante la cerimonia del trentennale della struttura, alcuni dettagli dei forti ostacoli riscontrati nella fase di progettazione e realizzazione dei laboratori.

“Ci accusavano di voler fare un rifugio antiatomico per il governo sotto il Gran Sasso, la difesa del progetto da parte di Enrico Fermi, di sua moglie Laura e di Bruno Pontecorvo fu fondamentale per aggirare le opposizioni – ha ricordato – Marco Pannella occupò la zona con una cinquantina di persone, non si poteva lavorare. Venni e feci un discorso in cui li convinsi. Fu onesto, dopo la mia dichiarazione capì la cosa, si schierò a favore e fu un sostenitore”.

Rivolgendosi al capo dello Stato, Sergio Mattarella, presente in sala, Zichichi ha rimarcato l’importanza di una “alleanza tra scienza e politica per il progresso e il bene della nostra civiltà”.

“Il progetto lo presentai in Senato nel 1979 – ha ricordato – Il silenzio cosmico avrebbe permesso di misurare l’incredibile longevità del protone, la cui vita è miliardi di volte più lunga di quella dell’universo. All’epoca pochi fisici ci credevano”.

D'ALFONSO: ''NO ALLA PAURA, CHE E' IL CONTRARIO DELLA CULTURA''

“Non vogliamo che per via delle attività sotto il Gran Sasso si determini paura, che è il contrario della ricerca e della cultura. Come allora dobbiamo lavorare gomito a gomito”, ha detto il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, nel corso del suo intervento istituzionale alla cerimonia.

Il riferimento del governatore era alle polemiche seguite all’esperimento Sox che verrà installato nella struttura, per via dell’uso di materiale radioattivo che ha suscitato una mobilitazione ambientalista.

“Vogliamo uno spazio di monitoraggio per far sì che l’acqua continui a essere quella donata da Dio, che il trasporto autostradale nulla possa nuocere – ha aggiunto – che l’attività di ricerca continui come ora per evitare l’intrapresa malvagia di quelli che vogliono spargere paura”.

“Come presidente della Regione sarò al fianco, anche dispiegando risorse finanziarie, ma soprattutto garantendo composizione istituzionale che faccia fronte rispetto a chi ha provato a danneggiare e diffondere paura”, ha promesso.

“Si fa festa per riconoscere il risultato ma anche raccogliere le energie per rilanciare l’impegno per il futuro – ha concluso D’Alfonso – Come Abruzzo assumiamo riconoscibilità anche a migliaia di chilometri di distanza. Vogliamo confermare che oggi come allora l’Abruzzo è all’altezza di questa sfida”.

D’Alfonso ha ringraziato Mattarella “per la sua venuta, che è un ritorno: lei ci sta arricchendo della sua presenza davanti a occasioni importanti, riguardanti sia il bisogno di conforto pubblico e istituzionale sia l’evidenza del lavoro che questa Regione sta facendo”

“Festeggiamo trent’anni di attività di questa straordinaria intuizione per cui ringrazio chi allora l’ha saputa concepire e realizzare, ringrazio un padre come Antonino Zichichi – ha concluso – Accanto a lui va messo, l’allora ministro Remo Gaspari”.

LOLLI, ''VA ISOLATA DA A24 E LABORATORI, PAGHI LO STATO''

“Stiamo lavorando a una soluzione definitiva che isoli totalmente l’acqua del Gran Sasso dalle attività dell’autostrada e del laboratorio di fisica”.

Lo ha detto il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, a margine della cerimonia del trentennale dei Laboratori sotterranei del Gran Sasso, cui ha partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Presenza che, per Lolli, “è anche un segnale dopo tutte le polemiche che ci sono state” in relazione al futuro esperimento Sox con materiale radioattivo, pur protetto, e le proteste ambientaliste sui rischi potenziali di contaminazione dell’acqua.





“L’acquifero del Gran Sasso è il più importante del Centro Sud e noi dobbiamo essere attentissimi a come lo gestiamo, il problema della sicurezza è enorme e centrale – ha premesso Lolli – ma il laboratorio e l’autostrada sono due infrastrutture non solo abruzzesi, ma nazionali, di cui non possiamo fare a meno”.

Secondo il vice presidente, “la soluzione del problema, che c’è, è quella a cui assieme ad altri sto cercando di lavorare, ossia trovare il modo di far coesistere questi tre patrimoni essenziali evitando che ci siano possibili interferenze. Non è semplice, non si può fare in poco tempo e non sarà una cosa poco costosa – il suo avvertimento – ma l’Italia ha l’obbligo e la possibilità di affrontare questo problema”.

“Stiamo coinvolgendo l’Ispra, l’Istituto superiore di sanità, il ministero dell’Ambiente, le più importanti strutture dello Stato sono coinvolte nella ricerca di una soluzione definitiva – ha aggiunto ancora – perché è un problema nazionale e anche a finanziarlo dovrà essere, ovviamente, la presidenza del Consiglio”.

Quanto al protocollo sulla sicurezza firmato nei mesi scorsi, per Lolli “già opera: ha bloccato l’esperimento Sox, ha fatto sì che la verniciatura della segnaletica dell’autostrada e perfino la verniciatura dei tubi del laboratorio, per obblighi di legge, fossero eseguite con procedure molto più complesse per impedire che potessero avere interferenze con l’acquifero”, ha concluso.

BIONDI: ''PROBLEMI LAVORO INTECS, METANODOTTO SNAM E AUTOSTRADE''

“In questi giorni 65 ricercatori Intecs estremamente qualificati hanno perso il posto di lavoro qui all’Aquila. Lei, presidente Mattarella, nel discorso di fine anno ha toccato proprio questo tema, la disoccupazione giovanile: i nostri ragazzi vogliono restare in questo territorio, hanno lottato con una scelta importante e vitale che scongiura lo spopolamento”.

Questo l’allarme lanciato dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’intervento nella cerimonia per il trentennale dei Laboratori del Gran Sasso.

Rivolgendosi al capo dello Stato, Biondi ha citato “altre due questioni in cui speriamo nel suo intervento. Il metanodotto Snam, la cui realizzazione è oggetto di mobilitazione di tutti i livelli. Attraverserà il nostro territorio ad alto rischio sismico”.

Inoltre, il primo cittadino ha definito “indiscriminato e inconcepibile l’aumento dei pedaggi delle nostre autostrade, un grave colpo per una regione che, proprio grazie a esse, è uscita dall’isolamento. Costi troppo elevati scoraggeranno gli investimenti”.

Per Biondi, “il capoluogo porta ancora i segni del terremoto 2009: la ricostruzione è partita e va avanti – ha rimarcato – ma è ancora ben lontana dall’essere completata, quella pubblica ha segnato il passo, la socialità è sofferente, ma il centro storico si avvia a rinascere”.

“Nei prossimi anni, con le tecnologie 5g e smart city il nostro territorio diventerà ancora più competitivo. Idee, progetti e voglia di fare ci sono – ha concluso – abbiamo bisogno di sostegno nei programmi di investimento, di uno sguardo benevolo: solo così saremo sempre più cuore attivo e pulsante dell’Italia”.

“Fin dalla nascita, questi laboratori, i più grandi al mondo, hanno costituito un fiore all’occhiello per il nostro Paese – ha rimarcato Biondi – Noi abruzzesi e aquilani siamo consapevoli di quanto sia importante per il prestigio e lo sviluppo futuro”.

PEZZOPANE: ''ORGOGLIOSI, DA QUI E' NATO GSSI''

“Siamo orgogliosi della presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia per il trentennale dei laboratori del Gran Sasso dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. Come ha ricordato il capo dello Stato, la struttura è una ricchezza per l'Abruzzo e per il Paese e l'Italia non è esclusa dal futuro proprio grazie alla qualità della sua ricerca, che rimane di altissimo livello”.

Lo dice in una nota la senatrice uscente del Partito democratico Stefania Pezzopane.

“Le autorevoli parole del presidente Mattarella – prosegue la Pezzopane – costituiscono un'iniezione di fiducia per il futuro. In questa legislatura i governi del Pd hanno fatto molto per la ricerca e per l'università, incrementando le risorse e stabilizzando giovani ricercatori di talento”.

“E come è stato ricordato oggi dal presidente Infn Ferroni, dal cuore dell’istituto nasce anche il progetto scientifico di creare all’Aquila il Gssi – ha rimarcato – Un nuovo e autorevole istituto universitario pubblico istituito con legge dello Stato, anch'esso orgogliosa scelta della nostra classe dirigente”.

“Questa è la strada sulla quale proseguire”, ha concluso.

LABORATORI STORY

NEL 1979 L'IDEA DI ZICHICHI, 3 SALE DA 100 METRI

Per dimensioni e ricchezza della strumentazione scientifica, i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, di cui oggi si è celebrato il trentennale, sono il centro di ricerca sotterraneo più grande e importante del mondo, dove hanno condotto i loro studi e tuttora collaborano scienziati di fama internazionale e Premi Nobel, come Carlo Rubbia, premiato nel 1984 per i bosoni W e Z, e Barry Barish, insignito nel 2017 per la scoperta delle onde gravitazionali.

I Lngs sono stati progettati e costruiti sotto 1.400 metri di roccia con lo scopo di sfruttare la protezione della montagna dalla radiazione cosmica, che raggiunge incessantemente la Terra.

Si trovano, così, immersi in quello che i fisici chiamano “silenzio cosmico”: una condizione necessaria per svolgere l’attività scientifica cui sono dedicati e che prevede lo studio di fenomeni rarissimi e difficili da rivelare.

Fu nel 1979 che il professor Antonino Zichichi, all’epoca presidente dell’Infn, ebbe l’idea di dotare l’istituto di un grande laboratorio sotterraneo con strutture tecnologiche d’avanguardia per studiare le nuove frontiere della fisica.

In’infrastruttura di ricerca grazie alla quale l’Italia, per la prima volta, avrebbe condotto un’impresa scientifica unica e sarebbe stata in grado di attrarre fisici da tutti i continenti.

Le opere di scavo per la costruzione delle sale sotterranee iniziarono nel 1982 e nel 1987 i laboratori furono in grado di iniziare la loro attività scientifica e di ospitare i primi esperimenti.

Situati a circa 120 chilometri da Roma, in Abruzzo, all’interno del tunnel autostradale che collega le città dell’Aquila e di Teramo attraversando per 10 chilometri il massiccio del Gran Sasso, i Lngs sono dotati di tre grandi sale sperimentali, ognuna delle quali misura circa 100 metri di lunghezza, 20 di larghezza e 18 di altezza, e di gallerie di servizio, per un volume totale di circa 180 mila metri cubi.

I Laboratori sono oggi utilizzati come struttura a livello mondiale da scienziati provenienti da una trentina di Paesi diversi: attualmente sono circa un migliaio, impegnati in una quindicina di esperimenti in diverse fasi di realizzazione.

I principali argomenti di ricerca dell’attuale programma scientifico dei Lngs riguardano la fisica dei neutrini, quelli prodotti naturalmente sia nelle reazioni nucleari del sole sia nelle esplosioni di supernova, la ricerca diretta di particelle di materia oscura, e lo studio di reazioni nucleari di interesse astrofisico e decadimenti rari.

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