PROCLAMATI I VINCITORI DELLA SEZIONE DEDICATA AI DETENuTI

L’AQUILA, PREMIO BONANNI: VERSI DI SPERANZA DIETRO LE SBARRE

di Sara Beomonte Zobel

29 Ottobre 2010 21:30

L'Aquila - Cultura

L’AQUILA – Dolore, nebbia e freddo, ma anche luce, mare e tanta speranza nelle poesie scritte dai detenuti che hanno partecipato al IV°premio letterario internazionale “L’Aquila – Carispaq”, , di poesia a tema libero riservato ai detenuti dei penitenziari italiani”,  intitolato alla scrittrice Laudomia Bonanni , la cui premiazione ha avuto luogo oggi pomeriggio presso il teatro della casa circondariale dell’Aquila “Le costarelle”.

La sala dove ha avuto luogo la premiazione si raggiunge dopo aver attraversato numerosi “labirinti” fatti di porte blindate e muri con sbarre alle finestre: uno scenario piuttosto insolito per la consegna di riconoscimenti letterari, un concorso che ha riscosso negli anni grande successo nel capoluogo abruzzese.

“Quando abbiamo cominciato – ha esordito il direttore del carcere, Tullio Scarsella, accogliendoci nel teatro – ci siamo chiesti se saremmo effettivamente stati in grado. I detenuti  hanno mostrato di saper fare poesia, una poesia che, unita alla sofferenza, è portatrice di speranza”.

Il direttore ha fatto qualche accenno alle poesie che sono state lette nel corso dell’incontro, e in particolare si soffermato su una in particolare:

“Ce n’è una – ha spiegato Scarsella – che paragona il carcere a una sorta di ‘terremoto dell’anima’, un’immagine molto forte che vuole porre l’accento sul dramma della perdita, che accomuna una disgrazia collettiva come il terremoto a una disgrazia personale come il carcere”.

“Ci auguriamo – ha affermato, concludendo il suo discorso di benvenuto – che la città dell’Aquila possa superare il terremoto come i nostri ragazzi hanno superato il loro: con la poesia. Attraverso la cultura si può purificare l’anima, ritrovare la serenità”.

Alle parole del direttore è seguita la proiezione di un cortometraggio, realizzato da  Rosanna Narducci, Antonio De Rossi e Gabriella Fasanella in collaborazione con i carcerati e la polizia penitenziaria.





Parole che colpiscono e immagini dense di emozioni che ritraggono la loro quotidianità, fatta non solo di gesti routinari ma anche ricca di speranze, sogni e rimpianti che ogni giorno vengono vissuti dai ragazzi con intensità.

Un video che ha commosso i presenti, al punto che l’assessore alla ricostruzione e presidentessa della giuria del premio Laudomia Bonanni, Stefania Pezzopane, chiamata sul palco subito dopo la riaccensione delle luci, si è presa qualche momento prima di parlare.

“Non si viene qui senza un motivo – argomenta la Pezzopane – non si viene qui per fare spettacolo. Quello che noi vediamo oggi è un lavoro fatto costantemente tutto l’anno. Riteniamo che con questa iniziativa le persone abbiano ritrovato creatività e forza. La poesia aiuta tutti” ha concluso sospirando l'assessore

Un discorso sentito anche quello del direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera.

“Siamo noi – ha sottolineato – che quando entriamo qui dentro riceviamo qualcosa. L’unica cosa che posso dirvi è grazie, grazie per il cortometraggio. Con tutto quello che la televisione ci propina oggi  abbiamo bisogno di queste cose, abbiamo bisogno di cose vere”.

Anche il vescovo ausiliare dell'Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, è intervenuto al riguardo, lanciando un forte messaggio di speranza:

“È importante ricominciare, nella vita non c’è cosa da cui non si può risorgere”.

Dopo i discorsi delle autorità si è entrati nel vivo dell’evento, alcuni detenuti ha letto le loro poesie che parlano di famiglie spezzate, di passati difficili da accettare e, a sorpresa, di gigli.





I gigli costituiscono un ‘topos’ molto importante nella produzione letteraria di Laudomia Bonanni: i gigli in ferro battuto, che si potevano vedere agli angoli dei palazzi nel centro dell’Aquila prima del 6 aprile, erano la terminazione delle catene facenti parte delle costruzioni dell’epoca, che avevano tenuto in piedi i palazzi dopo il terremoto del 1703.

“Dopo quell’evento sismico – spiega la professoressa Patrizia Tocci – vennero eletti a simbolo della rinascita: pur essendo piccoli fiori rappresentavano un grande voglia di vivere. ‘Comprendere l’importanza delle piccole cose’, era questo il loro senso”.

La professoressa Liliana Biondi ha introdotto i presenti nel cuore della vita della scrittrice aquilana, che per anni ha ricoperto l’incarico di giudice presso il tribunale minorile, e ha parafrasto le sue riflessioni riguardo questo mondo controverso fatto di colpe, detenuti, secondini e pene da scontare.

“La Bonanni – spiega la  Biondi – sosteneva che nella vita ci si sbaglia perché gli errori sono nella famiglia, nella casa, nella città. La colpa non è solamente nel singolo, ma è in tutto quello che c’è intorno a lui”.

Momenti di profonda riflessione che hanno toccato tanto il pubblico quanto i detenuti, e che sono culminati nella lettura delle poesie che si sono aggiudicate i premi.

Il vincitore è Luca Denti (detenuto presso la casa circondariale Bollate – Milano).

La giuria ha poi proclamato secondi classificati ex aequo Roberto Bordogna (dalla casa circondariale Bergamo), Alessandro Crisafulli (recluso nella casa circondariale Opera – Milano) e Gabriele Aral (dalla casa circondariale Volterra).

La premiazione si è conclusa tra gli applausi e la commozione generale, quando tutti i presenti hanno lentamente lasciato la sala arricchiti di qualcosa, come diceva all’inizio il direttore Tordera “perché ogni tanto è bello essere nella condizione di chi riceve”.

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