L’AQUILA ANCORA SENZ’ACQUA, SALE IL DISAGIO

11 Ottobre 2010 14:10

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Lavori ancora in corso nel capoluogo all’acquedotto del Gran Sasso per posizionare un’importante idrovalvola di sicurezza.

Non ci sono stati imprevisti, ciononostante i tempi si allungano un po’ rispetto a quelle che erano le previsioni della vigilia dell’ente gestore, la Gran Sasso Acqua.

Lo slittamento sta causando un aumento delle segnalazioni di cittadini rimasti senz’acqua, per via dell’interruzione di un flusso di 500 litri al secondo.

AUMENTANO I DISAGI

Se in mattinata e nel primo pomeriggio solo gli alloggi connessi direttamente all’acquedotto e non alla rete erano rimasti a secco, come il progetto C.a.s.e. della frazione di Paganica e i moduli abitativi provvisori (Map) di quella di San Gregorio, adesso le segnalazioni cominciano ad arrivare anche da Bagno, San Giacomo e dall’abitato di Paganica.

“È inevitabile – spiega Stefano Pacitti, responsabile della rete idrica – I serbatoi di riserva si sono andati esaurendo e perciò l’acqua comincia a scarseggiare. Nessun imprevisto nei lavori, siamo alle fasi conclusive, in particolare alla saldatura. In nottata ci sarà il ritorno dell’erogazione, domani poi faremo tutti i controlli del caso”.





IL CAPOLUOGO SENZ'ACQUA

Disagi e proteste nel capoluogo, rimasto senz’acqua nella zona Est, compreso il progetto C.a.s.e. della frazione di Paganica e i moduli provvisori di San Gregorio, a causa di lavori urgenti all’acquedotto del Gran Sasso.

Non ci sono guasti da riparare, ma si tratta di un intervento ritenuto molto importante per la sicurezza e la prevenzione: sarà infatti inserita una valvola che scatterà in caso di rotture come quelle prima e dopo il sisma del 6 aprile 2009, evitando perdite.

Le squadre del gestore della rete idrica, la Gran Sasso Acqua, hanno cominciato a lavorare da questa mattina presto con l’obiettivo di concludere nel primo pomeriggio. La condizione della rete dovrebbe tornare normale dappertutto entro la serata, salvo imprevisti.

LA MAPPA DEI DISAGI

I lavori hanno comportato un’interruzione come detto nella zona Est del capoluogo, oltre che in alcuni comuni della valle Subequana e in quelli dell’altopiano di Navelli. A tracciare la mappa è Stefano Pacitti, responsabile della rete idrica Gsa.

“Abbiamo ricevuto segnalazioni di mancanza nella zona di Paganica – snocciola – in particolare negli alloggi del progetto C.a.s.e., che per le condizioni di urgenza in cui sono stati realizzati non sono allacciati alla rete, ma direttamente alla condotta principale”.





“Per lo stesso motivo – aggiunge – cioè l’allaccio diretto all’acquedotto, manca l’acqua anche ai Map (moduli abitativi provvisori, n.d.r.) di San Gregorio e ad alcune utenze della parte alta del quartiere di San Giacomo. Tutti questi sono stati i primi a restare senz’acqua, ma saranno anche i primi a riaverla”.

LE CONTROMISURE

“Per limitare e integrare la carenza – prosegue Pacitti – stiamo spostando volumi d’acqua da altre zone. Interrompere l’acquedotto del Gran Sasso significa far venire meno un flusso di 400-500 litri al secondo nella zona Est del comprensorio, fino alla valle Subequana e all’altopiano di Navelli”.

Per ovviare ai disagi, “al momento stiamo sfruttando anche la riserva idrica dei serbatoi di accumulo. Sarà un rincorrersi – ipotizza Pacitti – tra l’acqua delle riserve che comincia a scarseggiare e quella, una volta finito il lavoro, che tornerà ad arrivare. Noi speriamo che non manchi, una volta finito il lavoro ci vorrà qualche ora per tornare a pieno regime, diciamo entro la serata”.

I LAVORI

Quanto ai lavori, il responsabile della rete spiega che “l’idrovalvola di sicurezza sarà inserita in quello che noi chiamiamo autosollevamento di Paganica, una struttura che si trova in realtà nelle vicinanze di Tempera. Si tratta – sostiene – di un intervento importante, programmato dal nostro settore tecnico per ovviare al rischio di rotture come quelle nei giorni prima del terremoto”.

“Con quest’apparecchiatura – conclude – qualora, facendo gli scongiuri, ci sia una nuova rottura a valle, scatterà la chiusura immediata. Si tratta di un lavoro importante che richiede tempo, su un tubo di grande diametro, 600 millimetri. Di qui la necessità di chiudere l’acquedotto”. (alb.or.)

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