RELAZIONE SHOCK DELL'INGEGNERE CICCHETTI; FINANZIAMENTI AL PALO DA SEI ANNI, PROSEGUE BRACCIO DI FERRO TRA ENTE PARROCCHIA E COMUNE L'AQUILA

LA NON RICOSTRUZIONE: CROLLI IN CHIESA SAN MARCO E TORRI A ”RISCHIO COLLASSO”

di Filippo Tronca

6 Novembre 2018 06:30

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L'AQUILA – A quasi dieci anni dal sisma del 2009, a sei dall'ok ai finanziamenti per la ricostruzione da parte della Soprintendenza, nella chiesa di San Marco, nel cuore del centro storico dell'Aquila, si registrano nuovi crolli lungo le navate, crepe che si allargano, i puntellamenti oramai stagionati  che stanno cedendo e del tutto inutili, affreschi oramai compromessi.

E sopratutto non è da escludersi un “collasso delle torri campanarie”, alte 20 metri, con rischi enormi per la nuova sede della Prefettura, per i palazzi circostanti in fase avanzata di ricostruzione, o già ultimati, ed anche per le maestranze al lavoro e i cittadini che quotidianamente transitano nell'area.

L'angosciante scenario è descritto nero su bianco in una relazione tecnica a firma dell'ingegnere Paolo Cicchetti, a seguito di un sopralluogo effettuato il 4 ottobre scorso.

Una relazione destinata a infiammare nuovamente le polemiche intorno alla mancata ricostruzione della chiesa di San Marco, gioiello medioevale nel cuore del centro storico dell'Aquila, a pochi metri da Piazza Duomo, fortemente danneggiata dal sisma dell'aprile 2009.

 



Nella relazione si evidenzia poi “un peggioramento dello stato di degrado ed un ingente aumento dei danni strutturali. A tal proposito si sono evidenziati numerosi ulteriori crolli che hanno investito aree che nel 2016 erano state perfettamente pulite e risultavano prive di materiale derivante da crolli. In particolare si sono registrati distacchi di materiale in corrispondenza delle cappelle laterali a ridosso dell'ingresso principale.

Da un analisi dei puntellamenti lignei posti in opera nel 2009 si è riscontrato uno stato di degrado degli stessi che ne compromettono fortemente l'efficienza; in alcune zone sono addirittura inesistenti a causa dell'estremo stato di degrado”.

“Oltre ai vari nuovi crolli interni sopra documentati – si prosegue nella relazione – assume importante rilievo la situazione relativa la facciata principale che denuncia un peggioramento del quadro fessurativo”.

Ancora più preoccupante è la situazione della facciata lungo via dei Neri in quanto “il puntellamento ligneo posto in opera a sostegno della muratura storica Aquilana risulta gravemente compromesso a causa del degrado subito in questi 9 anni; rappresentando allo stato attuale un pericolo per il fabbricato adiacente ormai quasi giunto a conclusione dopo l'opera di consolidamento post sisma; ma soprattutto per le maestranze che vi lavorano giornalmente”. 

CRONISTORIA DI UNA MANCATA RICOSTRUZIONE

L' Ente parrocchia di San Marco, titolare del bene, aveva nel marzo 2012 presentato, a firma dei tecnici incaricati, la proposta di aggregato, formalizzata in base alla continuità strutturale tra la casa canonica e la Chiesa di San Marco, evidenziando la necessità di un intervento unitario di rafforzamento o miglioramento sismico.

A luglio 2012 è stato presentato il progetto di ricostruzione alle Soprintendenze per i beni architettonici e paesaggistici (Bap), e dei Beni storici artistici ed etnoantropologici (Bsae), chiamate ad emettere parere di congruità tecnico-economica, per un importo complessivo dei lavori  di oltre 7.4 milioni, di cui  350 mila circa per la Canonica, il resto per la chiesa.

Il parere di congruità tecnica ed economica è arrivato nel dicembre 2013, accordando un contributo di 4,8 milioni, stralciando 2,6 milioni per il euro per apparati decorativi, e adeguamento liturgico, facendo riferimento a fondi ad hoc in una delibera Cipe.

Il Comune però nel marzo 2014 ha invitato a rimodulare la presentazione dei computi, dividendo la casa canonica dal complesso destinato al culto e nel dichiarare che il previsto finanziamento privato spetta solo  per la solo casa canonica, ha di fatto bloccato il finanziamento di ricostruzione del complesso monumentale.

Tesi contrastata con forza dall'ente parrocchia, anche con un ricorso al Tar, in quanto la norma del 2015 non poteva essere in alcun modo retroattiva, e per la chiesa di San Marco doveva valere dunque quanto previsto dalla delibera Cipe 135 del 2012 e ancor prima l'Opcm 3.790 del 2009.

In campo è sceso anche l'arcivescovo metropolita Giuseppe Petrocchi, che al Comune ha ricordato in una lettera la norma del Concordato del 18 febbraio 1984 e delle successive intese di attuazione tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, “secondo cui gli Enti ecclesiastici non sono enti pubblici, bensì sono riconosciuti quali Enti privati, di cui le proprietà sono private ad uso pubblico”.

Il Comune dell'Aquila, nel settembre 2015 ha riformulato un ulteriore diniego nonostante una relazione tecnica del 2015 che attestava il peggioramento dei danni causati, su una struttura già pesantemente compromessa. Situazione peggiorata come detto ulteriormente dopo il terremoto del 24 agosto 2016, ottobre 2016 e poi ancora del gennaio 2017.

Non a caso il Mibact nel novembre 2016  ha emesso un provvedimento di somma urgenza,  per ulteriori opera di puntellamenti  che dopo una prima fase, che ha riguardato la parte absidale è stata sospeso per mancanza di fondi.

L'impasse, protesta l'ente Parrocchia, sta impedendo il rientro nei palazzi già ricostruiti, per motivi di pubblica incolumità di circa cento nuclei familiari “con danni sociali ed economici a carico dell'amministrazione comunale e con un evidente pregiudizio a danno dell'erario dello stato”.

Nel marzo 2018 don Daniele Pinton ha scritto al sindaco  Pierluigi Biondi, al dirigente Vittorio Fabrizi, e al segretariato regionale del ministero dei beni culturali Claudio Finarelli, sollecitando “l'urgenza di procedere al perfezionamento dell'iter per il finanziamento dell'appalto dei lavori”.

Nella lettera si ricorda che è l'organo ministeriale, ovvero il Mibact “a riconoscere la corretta spettanza dal punto di visto tecnico e la giusta quantificazione del contributo economico”, come avvenuto con la dichiarazione di congruità economica e finanziaria, e dunque “il competente Comune, nel dichiarare che è previsto il finanziamento privato per la solo casa canonica, ha di fatto bloccato il finanziamento di ricostruzione del complesso monumentale”, per di più “ubicato in una posizione baricentrica rispetto ad altri aggregati per i quali è stato già concesso il finanziamento per la riparazione dei danni del post sisma 2009 e per i quali in alcuni lavori sono giunti alla fase finale. In tale situazione, il complesso di San Marco può costituire un pericolo alla regolare esecuzione dei lavori in corso sugli aggregati limitrofi”, soprattutto perché, scrive don Pinton già a marzo, “eventi sismici che si sono succeduti dal 24 agosto 2016, hanno prodotto un aggravio notevole delle condizioni di stabilità strutturale del complesso, evidenziando il collasso delle strutture murarie del catino absidale, coincidente con parte delle murature della casa canonica, evidenziando in maniera importante il principio di ribaltamento fuori del piano della facciata originale, nonché un aggravio delle condizioni generali delle murature perimetrali con particolare riferimento a quelle posto su via dei Neri che hanno evidenziato un aggravio del distacco tra “l'apparecchio aquilano” e le murature retrostanti”.

Situazione che alla luce della nuova relazione si è ancor di più aggravate.

Lettera che non è servita a smuovere le acque. Il Comune è infatti rimasto fermo nelle sue posizioni, come ribadito nella risposta del dirigente Fabrizi. Si dovrà pertanto attendere la sentenza del Tar.

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