NORMA DEL PENTASTELLATO IN COMMISSIONE GIUSTIZIA, ''SVOLTA EPOCALE, A DIFESA DELLA LIBERTA' DI STAMPA E PER PORRE UN FRENO ALLE INTIMIDAZIONI DEL POTENTE DI TURNO''

INFORMAZIONE: SENATORE DI NICOLA, ”LEGGE CONTRO QUERELE TEMERARIE PRESTO REALTA”’

di Filippo Tronca

23 Maggio 2019 06:01

L'Aquila - Politica

AVEZZANO – Dopo un buon ventennio di annunci, distinguo e ammuine, è davvero ad un passo l'introduzione nell’ordinamento italiano della legge sulla “querela temeraria”, che intende tutelare i giornalisti da azioni giudiziarie per diffamazione che hanno il solo scopo di intimidire e zittire. Questo  imponendo al querelante di risarcire lui il querelato, in caso di archiviazione e assoluzione, con una cifra non inferiore al 50 per cento di quanto richiesto.

E primo firmatario dello storico provvedimento è un abruzzese: Primo Di Nicola, vice capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, giornalista e storica firma dell'Espresso, nonché ex direttore del quotidiano abruzzese Il Centro. 

ll testo è stato depositato a ottobre dell’anno scorso, e incardinato in commissione Giustizia, dove sono state fatte le audizioni e si attendendo gli emendamenti per andare in aula, dove l'approvazione potrebbe arrivare entro giugno.

“Già in commissione tutte le forze politiche si sono dette d'accordo, dunque sono estremamente fiducioso che il provvedimento vada in porto – commenta Di Nicola ad Abruzzoweb – e si tratterà di una svolta epocale, perché tanti fatti di cronaca raccontano del potente di turno che avvia querele contro i giornalisti, senza alcuna motivazione che non sia quella di intimorire e condizionare attraverso richieste economiche spropositate. Un fenomeno che ha assunto dimensioni pericolose per la libertà di stampa in Italia”.

La conferma e' in un recente rapporto ministeriale che documenta l’archiviazione del 90 per cento sulle 6.000 querele a giornalisti presentate negli ultimi 3 anni'. Nel 2017 l'osservatorio Ossigeno per l'informazione ha calcolato che su 100 querele presentate, ben 40 sono temerarie.  





Ne sa qualcosa lo stesso Di Nicola, che 1996, è stato destinatario di una querela, poi ritirata, da parte dell'ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, per “violazione della privacy”, con allegata una richiesta di risarcimento di un miliardo di lire. 

La proposta di legge si compone di un solo articolo, in cui si prevede che all'articolo 96 del Codice di procedura civile, dopo il primo comma, venga aggiunto quanto segue: 

“Nei casi di diffamazione commessa con il mezzo della stampa, delle testate giornalistiche online o della radiotelevisione, in cui risulta la mala fede o la colpa grave di chi agisce in sede di giudizio civile per risarcimento del danno, su richiesta del convenuto, il giudice, con la sentenza che rigetta la domanda, condanna l'attore, oltre che alle spese di cui al presente articolo e di cui all'articolo 91, al pagamento a favore del richiedente di una somma, determinata in via equitativa, non inferiore alla metà della somma oggetto della domanda risarcitoria”.

In passato, una delle ragioni della mancata stretta sulle querele temerarie, è stata che nei vari provvedimenti che hanno fatto capolino in Parlamento, sono  stati inseriti altre modifiche normative in materia  controverse, come l'abolizione della pena carceraria per i  giornalisti condannati per diffamazione, o l'istituto della rettifica, che poi non trovavano i numeri in aula. In questo caso il dono della sintesi del pdl Di Nicola, è un buon viatico per l'approvazione.

“Molte, troppe querele che ricevono i giornalisti – commenta a questa testata Di Nicola – finiscono nel nulla, con una archiviazione, o con sentenze di assoluzione, a conferma della pretestuosità delle iniziative. In una panorama dell'informazione che vede i bilanci di quasi tutte le testate in condizioni critiche, solo l'idea di venire condannati a risarcimenti milionari mette profondamente in crisi editori e giornalisti”. 

E pertanto, prosegue il senatore, “è arrivato il momento di dire basta a questo fenomeno, imponendo a chi fa queste querele temerarie in caso di riconoscimento da parte del giudice della temerarietà della lite, una condanna al risarcimento danni a favore per giornalista non inferiore al 50 per cento di quello richiesto”.





Già solo questa funesta eventualita', si prevede, avra' un potere deterrente, con l'abbattimento delle cause intentate, a beneficio anche degli uffici giudiziari, già oberati e in affanno. 

La modifica normativa è attesa sopratutto dai giornalisti che non hanno alle spalle testate che gli garantiscono una adeguata tutela giuridica, e hanno pochi soldi in tasca.

“Chi lavora in un grande giornale – spiega infatti Di Nicola – è maggiormente tutelato, anche se testate autorevoli e solide, rischiano lo stesso di chiudere anche quando ci sono in ballo poche centinaia di migliaia di euro. Certamente il free lance e chi lavora per piccole testate locali, è maggiormente sensibile all'intimidazione, perché come noto queste testate hanno minori risorse , non solo per affrontare il rischio di un eventuale condanna, ma anche per pagarsi semplicemente un legale”

“Al di là di questi aspetti c'è una questione ancora più importante: le richieste esorbitanti di richiesta di danni vengono fatte per lo più a quei giornalisti e quelle testate che fanno lavoro inchiesta, che fanno poi i conti ogni giorno con i poteri politici ed economici e con i loro abusi. Questa legge vuole tutelare innanzitutto che la parte più vitale della professione giornalistica”.

 

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