GRANDI RISCHI: IL RITORNO DI ”DON ATTILIO”, L’AVVOCATO DI FERRO

di Alberto Orsini

26 Settembre 2012 12:16

L'Aquila - Cronaca, Video

L’AQUILA – Le ultime due udienze del processo alla commissione Grandi rischi, culminate con la richiesta di condanna a 4 anni di reclusione per ciascuno dei sette imputati, hanno visto il grande rientro in aula dell’avvocato Attilio Cecchini, 87 anni, nome storico del foro aquilano, rimasto in cura per molti mesi dopo un grave incidente stradale in cui è rimasto coinvolto lo scorso 22 febbraio.

Sereno, attento, nessun segno (almeno esteriore) dei giorni di convalescenza dopo un delicato intervento, Cecchini ha assistito lunedì alle nove ore di requisitoria del pm Fabio Picuti e martedì alle cinque della collega Roberta D’Avolio, dispensando ‘zucchero’ sulla procura ai microfoni di AbruzzoWeb.

‘L’accusa – ha detto – è riuscita a supportare di prove e argomenti logici tutti gli aspetti della problematica estremamente complessa che questo processo comporta. La contestazione è stata supportata con forza logica e dovizia di argomentazioni giuridiche per me ineccepibili’.

Parlando del nesso causale tra azioni dell’organo scientifico e comportamento degli aquilani, ‘don Attilio’ si è detto sicuro che ‘ne discuteremo a lungo, ci saranno sicuramente interventi di natura giuridica da parte dei difensori perché è lo snodo fondamentale: se da quelle indicazioni della Cgr – ha ricordato – sia scaturita la decisione di ciascuna delle vittime di non muoversi di casa, cioè di adeguarsi alle indicazioni’.

Lunedì prossimo sarà il suo turno, Cecchini dovrà parlare davanti al giudice Marco Billi per conto della parte civile che rappresenta. ‘Interverrò sicuramente – ha prospettato – ma non sugli aspetti che la procura e i pm hanno sostenuto con tanta forza e convinzione, si finirebbe per indebolire queste forti argomentazioni se si parla solo per il gusto di intervenire. Su questi punti mi rimetterò alle esaustive argomentazioni di questo giovane magistrato’, alludendo a Picuti.





A Cecchini comunque è piaciuta anche la parte affidata alla D’Avolio. ‘Con acribia e puntualità – ha commentato – ha enucleato tutto il materiale che esprime forza persuasiva in relazione alle gravissime responsabilità della commissione Grandi rischi. Su questo dirò la mia, sulle responsabilità della commissione, del dipartimento e dello Stato cui i cittadini aquilani si sono improvvidamente affidati’, ha concluso.

Alla guida di una piccola monovolume, Cecchini lo scorso febbraio era andato a schiantarsi contro un camion dei vigili del fuoco nella zona di via Antica Arischia. Ricoverato d’urgenza e operato, era stato poi ricoverato nel reparto di Rianimazione fino ai primi di aprile.

Poi la fase delicata del recupero, con il processo Grandi rischi che ha ‘deciso’ di aspettarlo. Gli ultimi slittamenti di alcune udienze in un processo che è sempre andato a velocità record sono state infatti tollerate anche per farlo tornare in tempo per il suo intervento. Il 1° ottobre sarà finalmente il suo turno.

Nell’ambito della maxi inchiesta crolli, tra l’altro, l’avvocato sta seguendo anche il filone della Casa dello studente, in questo caso come difensore di uno degli imputati.

IL PROCESSO

L’organo consultivo della presidenza del Consiglio è accusato nella sua composizione del 2009 per aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani prima del 6 aprile 2009, causando la morte di 309 persone.





Dopo alcune schermaglie sull’ammissione di prove come i due minuti del film Draquila di Sabina Guzzanti, alla fine proiettato in aula come pure altri servizi televisivi, nelle udienze davanti al giudice Marco Billi sono sfilati i testimoni dell’accusa, chiamati dai pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio, e quelli di parte civile e delle difese.

I familiari e amici di vittime del sisma hanno sottolineato che i loro congiunti, spaventati dalle scosse fino al 31 marzo di due anni fa, hanno poi cambiato atteggiamento dopo i tranquillizzanti messaggi diffusi dalla Grandi rischi dopo la riunione del 31 marzo 2009.

Una tesi rifiutata dalle difese, che annoverano principi del foro come gli avvocati Alfredo Biondi, ex ministro della Giustizia, o Marcello Melandri, già impegnato in processi come Fastweb e Gea. Tra gli avvocati di parte civile anche Giulia Bongiorno che, però, non ha mai partecipato di persona.

Gli imputati sono Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis (l’unico che fino a oggi è stato sempre presente in aula), già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.

I capi di imputazione per tutti sono di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose. Il giudice Billi ha imposto un ritmo veloce al processo con un’udienza a settimana. Le prossime udienze ci saranno tutti i mercoledì salvo diverse decisioni del giudice. Alberto Orsini

<span style='I PROTAGONISTI DEL PROCESSO GRANDI RISCHI
IL GIUDICE
Marco Billi
L’ACCUSA
Pubblico ministero Pubblico ministero
Fabio Picuti Roberta D’Avolio
LA DIFESA
Imputato Avvocato
Franco Barberi Francesco Petrelli
Bernardo De Bernardinis Filippo Dinacci
Enzo Boschi Marcello Melandri
Giulio Selvaggi Antonio Pallotta e Franco Coppi
Gian Michele Calvi Alessandra Stefano
Claudio Eva Alfredo Biondi
Mauro Dolce Filippo Dinacci
LE INTERVISTE
Sabina GuzzantiMarcello Melandri – Fabio Alessandroni – Filippo Dinacci – Attilio Cecchini
I DOCUMENTI
Il verbaleIl castello accusatorio
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