SEGRETARIO GENERALE DELLA FILLEA CGIL NAZIONALE A L'AQUILA PER GIORNATA SULLA RICOSTRUZIONE: ''LAVORATORI NON SONO TUTTI UGUALI''. FRANCESCO MARRELLI: ''LA NUOVA MISURA ESCLUDE I DIPENDENTI DELL'EDILIZIA''

FORNERO E QUOTA 100: ”INGIUSTE, OPERAIO MUORE 8 ANNI PRIMA DI IMPIEGATO PUBBLICO”

di Alessia Centi Pizzutilli

31 Maggio 2019 08:00

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L’AQUILA –  “Un lavoratore edile muore in media 8 anni prima di un dipendente pubblico, se vogliamo fare una vera riforma delle pensioni, bisogna partire dal fatto che chi fa un lavoro gravoso deve andare prima in pensione. Tutte le leggi previdenziali, la Fornero con i disastri che ha combinato, ma anche ‘Quota 100’, si basano su un errore concettuale, ovvero che i lavori sono tutti uguali, per cui 40 anni di cantiere sono uguali a 40 da giornalista o da professore universitario, non è così”.

La questione sulle pensioni, per il segretario generale della Fillea Cgil nazionale, Alessandro Genovesi, “è una battaglia culturale”.

“Personalmente non ho problemi a spiegare, anche in un'azienda edile, che il ragioniere che lavora al caldo deve fare  6 mesi in più per fare in modo che l'operaio sui ponteggi esca 6 mesi prima, sarebbe giusto ed è una battaglia che voglio portare avanti”, ha spiegato ad AbruzzoWeb.

Il segretario generale del sindacato che rappresenta in Abruzzo e Molise oltre 13 mila lavoratori del comparto dell’edilizia, del legno e dell’industria estrattiva, è arrivato all’Aquila in occasione del convegno “Il lavoro edile nei cantieri dei crateri sismici e nella regione. Esigenza di legalità e proposte di legge per un settore trasparente e sicuro”, promosso dalla Fillea Cgil a dieci anni dal terremoto del 2009.





Genovesi,  a margine dell’incontro, è entrato a gamba tesa su uno dei temi più discussi nell’ultimo anno.

Le pensioni, insieme al superamento della legge Fornero, al reddito di cittadinanza e alla flat tax, infatti, rappresentano tutt’oggi uno dei capisaldi del contratto di Governo Lega-Movimento Cinque Stelle.

Secondo le stime, nel 2019, potranno usufruire di “Quota 100” circa 350 mila cittadini.

Il numero contenuto nella nuova misura adottata dal Governo non è casuale, ma è dato dalla somma dell’età anagrafica e degli anni contributivi: il minimo per l’uscita anticipata è avere due requisiti imprescindibili, cioè 62 anni di età e 38 anni di contributi versati.





Stando agli ultimi dati forniti dall'Inps, le domande di pensione con “Quota 100” presentate fino alle ore 17 del 10 maggio scorso sono 131.099 per l'intero territorio nazionale, e 3.796 in Abruzzo. In testa c'è Chieti con 1.222 domande, seguita dalla provincia dell'Aquila con 1.027, poi Pescara con 817 domande e, infine, Teramo con 730.

Per Genovesi però, ci sono alcuni elementi che andrebbero riconsiderati: “Essendo lavori diversi: alcuni meno gravosi e altri di più, sarebbe giusto permettere a tutti coloro che fanno lavori usuranti, che hanno un'aspettativa di vita più bassa, di andare in pensione prima di coloro che svolgono lavori ‘meno duri’. Per esempio  bisognerebbe considerare che il dipendente edile mediamente va in pensione con 34 anni di contributi versati, perché è un lavoro discontinuo: quando il cantiere è fermo non si lavora, quando piove non si opera, si va in cassa integrazione o si va avanti con i contributi figurativi”, ha spiegato.

D’accordo con la linea di pensiero di Genovesi anche Francesco Marrelli, segretario della Cgil della provincia dell'Aquila: “’Quota 100’ di fatto esclude i lavori dell'edilizia, come del resto esclude tutti i lavoratori discontinui, nonostante la loro attività sia altamente usurante. Esclude tutti coloro che non possono garantirsi i 38 anni di contributi, dunque per questi lavoratori rimane un'unica finestra di uscita che è quella di vecchiaia, ovvero i 67 anni e questo vuol dire esporre a un alto rischio tutti gli operai impiegati sui ponteggi e nei cantieri”, ha aggiunto.  

“Sulla questione delle pensioni, chiediamo quindi un intervento serio e coerente rispetto alle necessità e ai bisogni dei lavoratori edili”, ha concluso Marrelli.

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