FORESTALI: LETTERA A MATTARELLA, ”NON FIRMI DECRETO SCIOGLIMENTO!”

17 Febbraio 2016 16:05

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Hanno scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alcune migliaia di agenti del Corpo forestale dello Stato, per il quale il governo tra mille polemiche ha ormai decretato l'accorpamento all'Arma dei carabinieri. È un ultimo appello affinché non firmi il decreto di riforma della Pubblica amministrazione.

“Nonostante la delega ricevuta dal Governo prevedesse il riordino del Cfs o l’eventuale assorbimento in altra forza di polizia, non considerando affatto il riordino si è passati da subito alla seconda soluzione – dicono gli agenti nella missiva al Colle – in tal modo individuando, a nostro avviso, la più sconsiderata ed anticostituzionale previsione quale quella dell’assorbimento del Cfs, corpo di polizia a ordinamento civile, nell’Arma dei carabinieri, polizia militare nonché quarta Forza armata dello Stato Italiano”.

“Il Corpo Forestale dello Stato, unica forza di polizia specializzata nel settore ambientale da 193 anni viene, di fatto, soppresso senza considerare minimamente il vuoto che si verrà a creare nel settore, perdendo l’esperienza maturata in quasi due secoli di storia”, aggiungono.





LA LETTERA A MATTARELLA

Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica,

siamo lavoratrici e lavoratori in divisa del Corpo Forestale dello Stato che, come è noto, fra poco sarà soppresso ed assorbito dall’Arma dei Carabinieri. Il Consiglio dei Ministri, infatti, il 21 gennaio scorso ha licenziato lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo Forestale dello Stato ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettera A della Legge 7 Agosto 2015 numero 124, in materia di riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche.

Nonostante la delega ricevuta dal Governo prevedesse il riordino del Cfs o l’eventuale assorbimento in altra forza di polizia, non considerando affatto il RIORDINO si è passati da subito alla seconda soluzione in tal modo individuando, a nostro avviso, la più sconsiderata ed anticostituzionale previsione quale quella dell’assorbimento del C.F.S., Corpo di Polizia a ordinamento civile, nell’Arma dei Carabinieri, Polizia Militare nonché quarta Forza Armata dello Stato Italiano. Il Corpo Forestale dello Stato, unica forza di polizia specializzata nel settore ambientale da 193 anni viene, di fatto, soppresso senza considerare minimamente il vuoto che si verrà a creare nel settore, perdendo l’esperienza maturata in quasi due secoli di storia.

Noi riteniamo che l’ambiente e soprattutto la gestione tecnica del settore non possano essere militarizzati perché ciò corrisponderebbe a sostenere che è possibile utilizzare i militari per insegnare a scuola o per fare gli infermieri negli ospedali!





Chiediamo la Sua attenzione, Presidente, perché speriamo in una riflessione poiché siamo disperatamente consapevoli che la Sua firma su quel Decreto autorizzerà la militarizzazione forzata di 8.000 lavoratori che hanno scelto di fare un concorso pubblico per entrare nel Corpo Forestale dello Stato e non un arruolamento in un corpo di polizia militare. Circa il 90% dei Forestali sono contrari a questo assorbimento nell'Arma dei Carabinieri mentre nella restante parte risiede rassegnazione e paura.

Pur non comprendendo la mancata riforma delle 5 forze di polizia a carattere nazionale, che ne prevedeva la riduzione a due, tuttavia, se proprio questo disegno dovrà essere realizzato almeno si cerchi di non umiliare la storia e l'essenza dei lavoratori del Cfs assoggettandoli alla militarizzazione e si scelga, semmai, l’assorbimento in una forza di polizia ad ordinamento civile quale per esempio la Polizia di Stato.

Signor Presidente, noi speriamo che possa esservi un Suo intervento affinché non vengano lesi i diritti dei lavoratori del Corpo Forestale dello Stato, servitori dello Stato che hanno scelto di impegnarsi in altri orizzonti rispetto alla vita militare, e chiediamo, che vi sia la possibilità di indurre il Governo ad una riflessione su un provvedimento che, se varato, rappresenterebbe un pericoloso precedente che va nella direzione opposta da quella tracciata dalla Legge 121 del 1981 e dalla Commissione Europea.

 

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