FESTA DEL LAVORO CON I NEGOZI APERTI ”CONSUMI NON AUMENTATI, SOLO DANNI”

di Alberto Orsini

1 Maggio 2014 09:05

Regione -

L’AQUILA – “Negozi aperti il 1° maggio e nelle altre feste? Non abbiamo mai condiviso e non condividiamo questa imposizione del governo e del parlamento dei cosiddetti decreti Salva Italia, che non l’hanno affatto salvata, anzi”.

La Festa del lavoro, nelle sue diverse accezioni, è l’occasione buona per il direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni, per rivangare la vecchia polemica delle aperture dei negozi nei festivi e nelle domeniche, liberalizzata completamente dal governo di Mario Monti a partire dal 1° gennaio 2012, con un decreto che ha sfilato alle Regioni la potestà legislativa su questo aspetto.





“I risultati sono sotto gli occhi di tutti dal punto di vista dei consumi siamo andati… alla grande, dal punto di vista dell’occupazione altrettanto! – sbotta sarcasticamente Cioni ad AbruzzoWeb – Avevamo ragione a dire che il ‘Salva Italia’ non sarebbe stato salvifico per nessuno”.

E qualcosa si muove in Parlamento. La prossima settimana la commissione Attività produttive della Camera dei deputati comincerà a discutere una proposta di legge che prevede tre capisaldi: un numero di feste con chiusura obbligatoria in tutta Italia, la delega a Comuni e Regioni sulle aperture domenicali, agevolazioni per il piccolo commercio.

Un sospiro di sollievo per Cioni, che sottolinea come “negli anni scorsi le normative del governo Monti abbiano favorito la grande distribuzione organizzata e penalizzato la piccola distribuzione, proseguendo nel disegno, certamente non virtuoso, di spegnere e spopolare i centri storici. Questo l’unico risultato che hanno ottenuto di sicuro”.





Tanto che, per il direttore Confcommercio, “in futuro qualche amministrazione dovrà investire con incentivi per chi vorrà riaprire in centro, perché spegnere le vetrine e abbassare le saracinesche vuol dire creare disagio sociale e ripercussioni turistiche. Un turista estero che vuole scoprire le tradizioni – ricorda – non va da Ikea o Leroi Merlin che troverebbe in tutto il mondo ma cerca la bottega. Vengono qui e trovano i negozi chiusi e i centri commerciali aperti”.

E il problema coinvolge anche le domeniche chiuse e aperte, sul quale Confcommercio ce l’ha anche con la Regione Abruzzo.

“Abbiamo firmato un documento unitario con i i tre sindacati, noi e la Confesercenti – conclude Cioni – per ridurle da 54 aperte a 26+4: era una linea di mediazione, ma anche quello è stato disatteso. La Giunta regionale lo ha approvato e il Consiglio no”.

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