PRC E ANPI VS CANDIDATO FDI: ''CHIEDA SCUSA CRIMINI NONNO''; EVENTO IN PROGRAMMA STASERA IN RISTORANTE FRAZIONE COLLEBRINCIONI; IL DIRETTO INTERESSATO INTANTO DENUNCIA CENSURA SOCIAL, ''OSCURATI MIEI MANIFESTI, POLICY SEMBRA SCRITTA DAI CENTRI SOCIALI''

EUROPEE: INFURIANO LE POLEMICHE SU INCONTRO NIPOTE MUSSOLINI A L’AQUILA

6 Maggio 2019 13:24

L'Aquila - Politica

L'AQUILA –  “Mussolini è il cognome di un assassino. Il nipote chieda almeno scusa per i crimini del nonno”.

A lanciare bordate, questa volta è l’abruzzese Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Sinistra Europea, ennesima puntata della furibonda polemica nata intorno all'incontro elettorale in programma questa sera al ristorante Parkeller a Collebrincioni, frazione del comune dell'Aquila, che vede protagonista Caio Mussolini, nipote del duce, candidato di Fratelli d’Italia alle europee del prossimo 26 maggio, nella circoscrizione Sud.





Sull’incontro avevano tuonato già l'Associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) dell’Aquila e il circolo aquilano di Sinistra italiana che sui social ha scritto “ora sappiamo dove non andare mai a cena”, riferendosi al locale che ospiterà l’evento elettorale di cui è proprietario Daniele D'Angelo, capogruppo in Consiglio comunale dell'Aquila della lista civica Benvenuto Presente, che  ha ovviamente risposto per le rime, facendo notare che Mussolini è un candidato in una competizione democratica, che lui è un esponete di Frtelli d'Italia, e ci mancherebbe se non organizzasse una cena per un candidato del suo partito, e aggiungendo che è ingiusto “essere giudicati per ciò che ha fatto il nostro bisnonno”.

Si fa sentire anche il diretto interessato, Caio Mussolini, che non risponde agli accusatori abruzzesi, ma se la prende con i social, facebook e Instagram accusati di censurare i suoi manifesti. Affermando che “la policy dei social sembra scritta dall'Anpi e dai centri sociali”.

“E’ vergognoso – tuona intanto Acerbo nella nota – che il nipote di Benito Mussolini invece di chiedere scusa per i crimini del nonno si dica orgoglioso del cognome che porta. E' un modo implicito per fare apologia del fascismo. Evidentemente la Meloni lo ha candidato proprio per questo motivo. Si può andare orgogliosi del cognome di una brava persona non di un dittatore assassino che usò l’omicidio politico e la violenza squadristica per cancellare ogni libertà in Italia, che si rese responsabile di crimini contro l'umanità in Libia, Etiopia e nei Balcani, che fece uso di armi chimiche contro civili, che bombardò le città spagnole repubblicane, che si schierò con Hitler, fu complice dell'Olocausto, mando centinaia di migliaia di giovani italiani verso la morte, che lasciò il nostro paese in macerie. La carriera di Mussolini è quella di un traditore del movimento operaio e socialista, che si mise a libro paga di industriali e latifondisti per schiacciare con l'assassinio e il bastone le classi popolari di questo paese”.





Per il responsabile aquilano dell’Anpi, Fulvio Angelini, “non meriterebbe alcun commento una persona dal nome pomposo, un po’ ridicolo e al tempo stesso drammaticamente triste. Ma la sua vergognosa presenza a Collebrincioni, rinnoverà la memoria del sacrificio dei Nove Martiri aquilani, il nobile martirio di nove giovani che – rifiutando di arruolarsi nell’esercito dell’invasore tedesco – scelsero di combattere per la libertà dell’Italia, ma traditi da qualche ignobile fascista locale furono catturati dai nazisti proprio a Collebrincioni, portati all’Aquila e fucilati alle Casermette il 23 settembre del 1943. Gli eredi del fascismo, gli eredi di quell’eccidio, troveranno domani – ad accoglierli a Collebrincioni – la memoria viva di quei ragazzi, la storia di nove veri patrioti, il ricordo della loro bontà, del loro coraggio, della dignità con cui si sacrificarono per riscattare l’Italia dalla vergogna fascista -si legge ancora nella nota di Angelini.

Mussolini non replica, ma se la prende con i social che bannano i suoi post. “L'immagine è nascosta per proteggerti da contenuti indesiderati, eppure il mio manifesto – che stanno affiggendo in tutto il Sud – è tricolore, dove c'è scritto il mio nome e il mio cognome con un font normalissimo (American Captain, così nessun può dire nulla). Si accusano i russi di interferire con le elezioni europee, ma grazie ai progressisti signori della rete io non ho gli stessi diritti degli altri candidati. Ha ragione Trump, questa censura arbitraria dei big di internet deve cessare. La policy dei social sembra scritta da ANPI e centri sociali”.

 

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: