ELEZIONI: SOTTANELLI, ”CENTRODESTRA GOVERNERA’ DA SOLO, ALTRIMENTI BENE UN TECNICO COME DRAGHI”

di Filippo Tronca

6 Febbraio 2018 06:30

Regione - Politica

TERAMO – “La possibilità di raggiungere una maggioranza in grado di governare credo sia alla portata del centrodestra, ma non escludo che possano esserci figure di tipo tecnico, e penso a quella di Mario Draghi, in grado di guidare il nostro Paese”.

A sostenerlo nell'intervista ad AbruzzoWeb è il deputato uscente Giulio Sottanelli, che si ricandida al Senato, nelle liste proporzionali nel collegio L’Aquila-Teramo, con Noi per l’Italia-Udc, considerata la “quarta gamba” del centrodestra.

Si consuma, così, un passaggio di campo per il politico originario di Roseto degli Abruzzi (Teramo). La sua carriera politica, infatti, è iniziata nel centrosinistra nel lontano 1993, quando fu eletto consigliere comunale con la Margherita di Francesco Rutelli.

È, poi, diventato consigliere provinciale, quando presidente era Claudio Ruffini del Partito democratico. Il grande salto alle elezioni politiche del 2013, dov'è stato eletto alla Camera nella circoscrizione Abruzzo, come capolista di Scelta civica per l'Italia, la formazione oramai disciolta dell’ex premier “tecnico” Mario Monti.

Componente della commissione Finanze di Montecitorio, Sottanelli si è molto occupato della vicenda del crac della Banca Etruria e della vertenza aperta dai correntisti rimasti con i conti prosciugati. Nell'ottobre 2016 è diventato, infine, capogruppo di Scelta Civica-Ala per la Costituente Liberale e Popolare-Maie.

Sottanelli, ce la farà Noi con l’Italia a superare la fatidica soglia del 3 per cento? Qual è il morale della truppa, sondaggi e proiezioni alla mano?

Raggiungeremo e supereremo di gran lunga la soglia, sia a livello nazionale che in Abruzzo, dove stiamo lavorando per andare ben oltre. Ce lo testimoniano gli ultimi sondaggi, e consideriamo che la nostra formazione è ancora poco conosciuta, sebbene contenga un simbolo come lo scudo crociato che ha una tradizione e una continuità. In Abruzzo penso ci sia spazio per fare un risultato ottimo, considerando le candidature in campo e il forte radicamento territoriale di chi sta correndo. Sono ottimista e le persone che sto incontrando in tutto in queste ore confermano questa mia sensazione: gli abruzzesi vogliono rappresentanti a Roma che siano competenti, preparati e a servizio degli interessi della nostra regione. Figure come la mia, come quella di Gianni Chiodi e di Enrico Di Giuseppantonio incarnano questa aspettativa.





Noi con l’Italia sarà solo un’aggregazione elettorale o un progetto politico nato per durare e dire la sua?

È nato dall’unione di forze moderate di ispirazione liberale e popolare che fanno riferimento a leader radicati sui propri territori, come Flavio Tosi, Raffaele Fitto e Maurizio Lupi, ed è secondo me destinato ad avere un futuro che, spero, possa incrociare anche in modo più stabile l’alleanza che stiamo sperimentando con l’Udc di Lorenzo Cesa. Dopo il 5 marzo sarà una sfida che starà a tutti noi combattere, io lavorerò in Abruzzo affinché questo movimento abbia un futuro.

Che ne pensa di questa legge elettorale? C'è chi rimpiange il Porcellum…

Penso che il sistema elettorale sia piuttosto complicato da spiegare ma, in compenso, il sistema di voto è molto semplice: basta mettere una sola croce, sia per la Camera che per il Senato, e non c’è il voto disgiunto. Non c’è paragone con il Porcellum: il ritorno dell’uninominale è una cosa positiva per recuperare il rapporto tra eletti e territorio e la presenza sulla scheda dei nomi dei candidati al proporzionale fa capire bene agli elettori chi stanno votando e chi eleggeranno. Tutto è migliorabile, ma almeno è un passo avanti.

Alla fine dei conti ci sarà un nuovo Mario Monti a capo di un governo tecnico gradito all’Europa?

La possibilità di raggiungere una maggioranza in grado di governare credo sia alla portata del centrodestra, ma non escludo che possano esserci delle figure di tipo tecnico, e penso a Draghi, in grado di guidare il nostro Paese.

A proposito di Europa: lei è un europeista, eletto con l’europeista Monti, come giudica le posizioni opposte dei vostri alleati della Lega?

Sì, sono un europeista convinto, così come lo sono tanti altri amici che stanno in “Noi con L’Italia-Udc” ed è proprio questo il nostro senso dentro la coalizione: portare idee di buon senso e moderate su alcuni temi fondamentali, come appunto il rapporto con l’Europa, saremo il punto di equilibrio e aiuteremo a fare la sintesi, a contrario di chi, come i Cinque stelle, sull’Europa dice ogni giorno tutto e il contrario di tutto.





Nella scena politica teramana chi esce sconfitto dalla partita delle candidature?

Penso che solo il giudizio degli elettori possa decretare vincitori e sconfitti. Le aspirazioni a candidarsi di molti non sono state soddisfatte e in provincia di Teramo alcune erano del tutto legittime e sarebbero state un bene per gli abruzzesi.

In commissione Finanze si è molto dedicato alle questioni del credito, in primis il default di Banca Etruria, e dei creditori traditi: che cosa va cambiato nelle politiche del credito in Italia?

Le regole sono dettate dalla normativa europea, sono regole comuni che vengono applicate in tutti gli Stati membri. Il sistema bancario italiano andava protetto nel 2010 come hanno fatto altri Paesi come Francia e Germania per evitare i default, perché, al di là delle responsabilità di alcuni amministratori, nessun sistema bancario è in grado di reggere 10 anni di crisi globale e di Pil negativo. Le banche e, quindi, il sistema del credito oggi può essere aiutato solo lavorando per tornare a far crescere l’economia e, dall’altro lato, favorendo un ritorno alla competitività dell’intermediazione finanziaria che sta cambiando pelle sotto la forte spinta della tecnologia.

Nei primi quattro anni di legislatura Scelta Civica ha fatto parte dei governi Letta e Renzi insieme al Pd e a Forza Italia e successivamente a Ncd e Ap. Che cosa hanno fatto di buono i governi che anche lei ha appoggiato?

Come Scelta Civica abbiamo sostenuto i governi che hanno portato avanti le riforme, dopo il no al referendum e con l’avvento di Paolo Gentiloni abbiamo scelto di stare all’opposizione perché era venuta meno la ragione dello stare insieme. Purtroppo quel ‘no’ al referendum e tutto quello che ne è seguito ha smantellato molte delle cose fatte, sicuramente alcune cose buone ci sono ma al nostro Paese serve una svolta più profonda.

Gianni Chiodi, candidato con voi, dopo che non è stato messo in lista dal suo partito, Forza Italia, ha subito un torto?

Credo che Chiodi abbia fatto una scelta legittima per evitare che il suo territorio subisse un torto.

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