SFIDA CHIODI-D'ALFONSO: NUOVA PUNTATA DI ABRUZZOWEB SU SCENARI POLITICI VERTICE DI MAGGIORANZA: SI VOTA NEL 2014 A GENNAIO, MARZO O MAGGIO

ELEZIONI REGIONALI: SI AFFILANO LE ARMI, MODERATI AL BIVIO, CONTINUA TOTO-NOMI

di Pierluigi Biondi

2 Luglio 2013 08:01

Regione - Politica

L’AQUILA – Prosegue senza sosta la “guerra di posizionamento” dentro i partiti in vista delle elezioni regionali, che si terranno in una data compresa tra l’autunno prossimo e il marzo 2014.

Per quanto riguarda i candidati presidenti, giochi già fatti dentro il centrodestra: il governatore in carica, Gianni Chiodi, correrà di nuovo per tentare il bis.

Acque più agitate dentro l’attuale opposizione, con il Partito democratico che deve fare i conti con il ritorno dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, tornato prepotentemente sulla scena politica dopo l’assoluzione nel processo su presunte tangenti negli appalti pubblici cittadini.

D’Alfonso parla già da concorrente in pectore, e probabilmente sarà così, anche se nel centrosinistra non sono del tutto sopite le aspettative dell’ex deputato aquilano Giovanni Lolli, rimasto fuori da Montecitorio dopo le politiche del febbraio scorso, che l’hanno visto piazzato in un posto border line nella lista dei democrat.

Da qualche parte si reclamano ancora primarie per la scelta dell’anti-Chiodi, ma il nuovo corso del Pd, alle prese con un congresso nazionale che si annuncia infuocato, potrebbe mettere per un po’ in naftalina le consultazioni in attesa di capire l’aria che tira.

Una soluzione sussurrata negli ambienti che contano, vuole il duo D’Alfonso-Lolli in ticket, con il secondo indicato come vice presidente in caso di vittoria, cosa che risolverebbe molti problemi.

Il discorso è se a Lolli verrà chiesto comunque di contarsi, a quel punto gli aspiranti candidati aquilani, che sgomitano già da qualche mese, dovrebbero fare un passo indietro e sostenerlo: si tratta degli assessori comunali Pietro Di Stefano e Alfredo Moroni e di Pierpaolo Pietrucci, consigliere provinciale e capo di gabinetto del primo cittadino del capoluogo, Massimo Cialente.

Le due coalizioni principali, naturalmente, dovranno fare i conti con il Movimento 5 stelle: i “grillini” sono forti delle percentuali incassate solo quattro mesi fa nella tornata per il rinnovo del Parlamento (primo partito in Abruzzo), ma quando si tratta di elezioni locali mostrano dei limiti di consenso evidenti, vedi il flop alle amministrative di maggio.

Nonostante ciò, potranno dire la loro e magari raccogliere lo scontento dei due schieramenti maggiori.

Un’altra incognita è rappresentata dal ruolo che vorranno recitare i moderati dell’Unione di centro e di Scelta civica. Per i primi non è ancora sopito lo scontro tra la frangia legata al vice presidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, molto vicino al leader della Vela Pier Ferdinando Casini, che propende per un’intesa con Chiodi&co., e i “frondisti” che, invece, stanno cercando il dialogo con D’Alfonso.

Tra questi ultimi il capogruppo all’Emiciclo, Antonio Menna, e il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, che nonostante governi l’ente con una maggioranza di centrodestra, è stato avvistato in qualche incontro dell’ex sindaco pescarese.





Nelle retrovie, tra i detrattori di Gdm, c’è pure il consigliere di amministrazione della Rai Rodolfo De Laurentiis, che sta tentando, seppur timidamente, di ricucire lo strappo.

Per i “montiani” il discorso è diverso: la loro partecipazione all’appuntamento AgorAbruzzo di Caramanico (Pescara), il “pensatoio” del Pdl organizzato dal presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, che si è svolto lo scorso fine settimana, è apparso ai più come un segnale di apertura al fronte attualmente al governo della Regione. Ma il deputato Cesare Sottanelli, l’unico eletto in Abruzzo, ha frenato gli entusiasmi e rinviato il discorso alleanze. 

Sono in mezzo al guado, infine, gli esponenti della sinistra radicale e degli ex dipietristi che con D’Alfonso non intendono scendere a patti, vedi il capogruppo regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, e il collega dell’Italia dei valori, Carlo Costantini, che ormai firma i suoi comunicati come Movimento 139, la sigla fondata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Un ruolo determinante in questa competizione lo reciteranno le donne: a loro, infatti, la nuova legge elettorale assegna almeno il 40% dei posti in lista, circostanza che potrebbe rimpolpare la pattuglia delle “quote rosa”. Attualmente le donne sono un decimo dei componenti del Consiglio: Alessandra Petri (Pdl, eletta nel listino di Chiodi), Nicoletta Verì (gruppo misto), Marinella Sclocco (Pd) e Daniela Stati (Futuro e libertà). Con loro c’era anche Federica Chiavaroli, che si è dimessa dopo l’elezione a senatrice per i berlusconiani.

Nella prima puntata del toto-consiglieri pubblicata da AbruzzoWeb sono stati svelati alcuni retroscena che riguardano le ambizioni degli esponenti delle varie formazioni nelle province dell’Aquila e di Pescara, questa volta tocca a Chieti e Teramo.

IL TOTO-CONSIGLIERI
 

PROVINCIA DI CHIETI

È affolatissima la schiera degli aspiranti consiglieri regionali in casa Pdl: oltre agli uscenti Mauro Febbo e Luigi De Fanis, che sono anche assessori della Giunta Chiodi, Emilio Nasuti (ora nel gruppo misto ma fedelissimo alla maggioranza), Nicola Argirò e Antonio Prospero (eletto con Rialzati Abruzzo), scaldano i motori l’ex primo cittadino di Lanciano Filippo Paolini, il vice presidente della Provincia di Chieti, Daniele D’Amario, e il presidente del Consiglio comunale di Chieti, Enrico Rispoli.

Probabile che alcuni di loro troveranno nella lista civica legata a Chiodi, il progetto “Lab” di cui abbiamo parlato nella precedente puntata, leggi Nasuti, altri nelle formazioni d’appoggio create dal Pdl per dare spazio a quanta più gente possibile.

Sempre che il capo indiscusso azzurro, Silvio Berlusconi, non acceleri sul ritorno a Forza Italia, costringendo gli ex di Alleanza nazionale a spostarsi a destra: a quel punto Argirò, l’unico forzista doc, si ritroverebbe un’autostrada davanti, con Febbo e De Fanis potenziali aderenti del nuovo contenitore giornalisticamente definito la “cosa nera”.

Problemi di abbondanza anche dalle parti del Pd, con il coordinatore regionale del partito, Silvio Paolucci, da più parti indicato come candidato di punta. La cosa ha indispettito il capogruppo in Consiglio regionale, Camillo D’Alessandro, che in tempi non sospetti aveva reclamato primarie per la scelta del candidato presidente, ruolo ambito dall’enfant prodige di Arielli, alla seconda legislatura all’Emiciclo nonostante la giovane età.

Nello scontro generazionale piddino vorrebbero infilarsi anche Gianluca Coletti, assessore al Comune di Ortona e figlio dell’ex senatore Tommaso, che siede tra i banchi del Consiglio della stessa cittadina, e il renziano Alessandro Marzoli, membro dell’assise civica di Chieti.

Un ruolo da outsider potrebbero recitarlo il sindaco di Cupello, Angelo Pollutri, l’assessore di Vasto Vincenzo Sputore e il capogruppo in Provincia, Camillo D’Amico.





Abruzzo riformista, la lista composta dagli uomini di fiducia di D’Alfonso, sta lavorando sull’ipotesi Donato Di Fonzo, presidente del Consiglio comunale di Lanciano con il centrosinistra ma con un passato da assessore regionale di Forza Italia.

Sinistra ecologia e libertà potrebbe schierare il consigliere provinciale Giovanni Mariotti e l’assessore di Vasto Anna Suriani, mentre dentro Rifondazione si fa strada l’idea del ritorno di Angelo Orlando, ex senatore e consigliere regionale.

Per Menna e Di Giuseppantonio vale quanto detto per l’Udc, l’avversione del primo per Chiodi è arcinota, ma la disciplina di partito potrebbe frenarne il transito verso D’Alfonso, il secondo, invece, cerca nuovi lidi cui approdare considerato il destino in bilico delle province, che potrebbero cadere sotto la scure del governo nazionale, che ha riproposto il progetto della loro cancellazione.

PROVINCIA DI TERAMO

Decimato dalle defezioni degli assessori regionali Paolo Gatti, transitato in Fratelli d’Italia insieme al consigliere Emiliano Di Matteo, e Giandonato Morra, oggi nella Destra, nel Pdl restano caldi i nomi dell’altro componente dell’esecutivo di palazzo Silone proveniente dal feudo di Chiodi, Mauro Di Dalmazio, e del capogruppo Lanfranco Venturoni, che però potrebbe fare un passo indietro in cambio di un incarico di prestigio in campo sanitario, per esempio di direttore generale della Asl teramana.

Un altro nome che circola è quello dell’assessore al Comune di Teramo Giorgio D’Ignazio.

In “Lab” la testa di serie sarà Enrico Mazzarelli, braccio destro del governatore in Regione, e consigliere provinciale. 

Sull’altro lato dello schieramento il Pd conta due consiglieri in carica: Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca.

Il primo ha detto chiaro e tondo che non si ricandiderà, avendo avuto una carriera di prestigio prima come sindaco di Giulianova poi come presidente della Provincia, mentre il secondo tenterà certamente il bis.

Altri potenziali candidati sono la presidente dei democrat abruzzesi, Manola Di Pasquale, prima dei non eletti nel 2008 nella lista del Senato, e di Domenico “Renzo” Di Sabatino, ex sindaco di Bellante e consigliere provinciale.

Chi non fa mistero di puntare allo sbarco in Regione è il sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, che da tempo reclama visibilità e si agita non poco per cogliere l’obiettivo. Per lui l’insidia è rappresentata da Robert Verrocchio, segretario provinciale democrat, anche lui della cittadina rivierasca.

(2 – fine)

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