ELEZIONI REGIONALI: ANCHE EX ASSESSORE BERARDINETTI PRESENTA IL RICORSO

31 Marzo 2019 12:35

Regione - Politica

L'AQUILA – Si arricchisce la partita dei ricorsi da parte dei non eletti al consiglio regionale: pronto a contestare il responso delle urne del 10 febbraio sarà anche Lorenzo Berardinetti, sindaco di Sante Marie (L'Aquila) ed ex assessore ai lavori pubblici, che si è ricandidato con la lista Abruzzo in comune a sostegno di Giovanni Legnini.  Nel collegio dell'Aquila Berardinetti ha preso 3.083 preferenze, ma per Abruzzo insieme è stato eletto nel collegio di Teramo solo  l'ex capogruppo del Partito democratico Sandro Mariani, con  4.109 voti, ora unico esponente di Abruzzo in comune in consiglio. Non sono ancora noti i dettagli del ricorso.

Ad aver fatto ricorso sono stati invece nel centrodestra l’ex consigliere regionale di Forza Italia Emilio Iampieri,  non rieletto alle elezioni del 10 febbraio scorso nonostante i 4.173 voti, e Gianni Bellisario, sindaco di Perano (Chieti) candidato con Azione Politica al Consiglio regionale con una risultato di 1.753 voti, hanno presentato un ricorso al Tar per chiedere una diversa attribuzione dei seggi nell'assemblea regionale: in caso di accoglimento, il primo entrerebbe all'Emiciclo, al posto del collega di partito Mauro Febbo (5.553), eletto in provincia di Chieti e nel frattempo nominato assessore, il secondo al posto di Roberto Santangelo (2.645), eletto in provincia dell'Aquila e diventato vice presidente del Consiglio, e per questo deferito dai vertici della formazione civica che per protesta contro il mancato ingresso in giunta è uscito dalla maggioranza di centrodestra.





Al tribunale amministrativo i due chiedono, in particolare, il parziale annullamento “delle operazioni elettorali, i risultati delle elezioni e l'atto di proclamazione degli eletti nella parte riguardante i consiglieri regionali Febbo e Santangelo, così procedendo alla correzione dei risultati elettorali” e di dare luogo “alla sostituzione dei candidati illegittimamente proclamati eletti con quelli che hanno diritti preferenziali”.

Il ricorso di basa sul calcolo dei resti e sulla necessità di tenere conto della “ponderazione dei voti su base provinciale”, la famosa lettera A contemplata nella norma regionale.
Se il ricorso venisse accolto, ci sarebbe subito una piccola rivoluzione nella geografia istituzionale del Consiglio e in giunta: ci sarà da sostituire una pedina in giunta ma si avrebbe anche un effetto domino in Consiglio visto che al posto di Febbo è subentrato come consigliere supplente Daniele D'Amario (2.253) primo dei non eletti in provincia di Chieti, che sarà escluso dall'Emiciclo.

C'è infine il ricorso annunciato all'indomani del voto del 10 febbraiop dal candidato presidente del centrosinistra  Giovanni Legnini,  contro la ripartizione dei seggi, che ha visto assegnare 7 consiglieri al Movimento cinque stelle che ha ottenuto il 20,20 per cento dei consensi e 5 al centrosinistra che ha avuto il 31,29 per cento.
A presentare il ricorso i quattro candidati che avrebbero possibilità di subentrare in caso di accoglimento: Luciano D'Amico, ex rettore dell'università di Teramo candidato con la lista Legnini presidente, Donato Di Matteo, ex assessore regionale candidato della lista Abruzzo Insieme, Pierpaolo Pietrucci, ex consigliere regionale candidato con il Partito democratico e Franco Caramanico, ex assessore regionale candidato con Progressisti-Liberi e uguali.





In caso di accoglimento del ricorso dovrebbero essere due i rappresentanti che entrerebbero in Consiglio regionale al posto di due dei rappresentanti dei Cinque stelle con i quozienti elettorali più bassi, Barbara Stella eletta in provincia di Pescara, Francesco Taglieri in quella di Chieti, Marco Cipolletti in provincia di Teramo e Giorgio Fedele in provincia dell'Aquila.

 

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