EDITORIA: MONDO NUOVO, FARICELLI E PAMIO VALORIZZANO SCRITTI ABRUZZESI DI IERI E OGGI

di Loredana Lombardo

18 Ottobre 2018 06:30

Regione - Cultura

PESCARA – La macchina tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro, assicurava il critico letterario Northrop Frye.

E parte chissà anche da questa suggestione l'avventura della casa editrice Mondo Nuovo con sede a Pescara.

Un'esperienza imprenditoriale e culturale avviata nel 2017, controccorente in una congiuntura di mercato non certo favorevole.

Alimentata dalla passione e dalla determinazione di Enrico Faricelli, editore, e di Massimo Pamio, direttore artistico, e che già si sta affermando grazie titoli allettanti e non banali, che hanno rappresentato veri “colpi” di mercato.

Senza facili scorciatoie, per di più, ma avendo piuttosto il coraggio di scoprire e valorizzare nuovi talenti, ben oltre i confini regionali.

Entrambi abruzzesi, Faricelli, 61 anni, è consulente e fornitore di numerose case editrici, broker nel campo delle arti grafiche.





Pamio, 60 anni, dirigente Inps, è  appassionato e grande studioso di filosofia, arte, letteratura, fondatore delle storiche edizioni Noubs a Chieti, da cui è nata la Mondo Nuovo, prima di proprietà dello stesso Pamio e ceduta a Faricelli, che lo ha voluto fortemente come direttore artistico.

Pamio è anche direttore del museo della Lettera d'amore di Torrevecchia Teatina, forse l'unico al mondo di questo genere.

“La lettura di un buon  testo, meglio se cartaceo – spiega ad Abruzzoweb Faricelli – rappresenta un'ottima terapia contro la crisi di valori e l'aridità che si impossessa sempre più di noi, ed inoltre è  un ottimo strumento di compagnia. Si legge ancora, ovviamente,  se il testo è interessante e fluido. Deve appassionare, testimoniare, informare senza annoiare”.

“Leggere è un salto quantico in un universo prossimo – aggiunge Pamio – attraverso le parole ci immergiamo, per qualche ora, nella storia di qualcun altro. Viviamo un momento particolate di declino lento, un’agonia iniziata nel Rinascimento e nella quale veniamo risucchiati. Si compra tanto, troppo, si vive di tecnologia fin dalla tenera età. L’Italia è un Paese splendido e meraviglioso, che non è riuscito però a dotarsi degli anticorpi per reagire alla mercantilizzazione del mondo”.

Parole che suonano come un manifesto d'intenti che si concretizza nella quotidiana attività di Mondo Nuovo, che è fatta anche di uno staff misto, composto da giovani del territorio affiancati da professionisti esperti e già affermati nel settore editoriale, che selezionano i testi, curano l’impaginazione, creano la veste grafica.

Ad oggi le pubblicazioni sono circa una decina. C’è Babele,  raccolta di racconti “neurofuturibili”, La mia mela marcia di Simone Di Plinio, giovane musicista e scienziato, ricercatore di neuroimaging presso l’Università D’Annunzio, e ancora Senza veli. La vera storia della Monaca di Monza, di Linda Ciano.





Per la collana di poesie non può non essere citata Liminaria diretta dallo stesso Pamio e da Barbara Giuliani, e Avrei dovuto amare di più, di Tino Di Cicco, testo mistico, che richiama la grande lezione di Gibran e Tagore.

E poi anche un occhio alla salute, con Come vincere il diabete, di Marilisa Laudadio, naturopatata abruzzese ma di fama internazionale.

Stanno per andare in distribuzione altri testi sulla vera storia della Monaca di Monza, con annessi gli atti del processo, sulla congiura per assassinare Rasputin, eminenza grigia della Russia degli zar, sul traffico di cocaina colombiana, e altre raccolte di poesie, racconti e romanzi, anche di autori abruzzesi.

“La nostra vuole essere una linea editoriale nuova – spiega  Faricelli – intende intercettare le trasformazioni che avvengono all’interno della coscienza umana, ormai unificata attraverso i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione, in modo da prospettare scenari futuri alternativi rispetto a quelli finora enunciati, in particolare nell’ultimo secolo, in cui economia e tecnologia hanno imposto una visione mercificata della specie umana e di tutte le altre, che si è sviluppata come forma di violenza fine a se stessa”.

Anche l’impostazione grafica dei volumi non è stata lasciata al caso e si muove lanciando un segnale di grande apertura nei confronti di nuove proposte artistiche. In particolare il dorso del libro è stato studiato per attirare l'attenzione e per suscitare curiosità tra gli scaffali delle librerie.

“Abbiamo un patrimonio ricchissimo dal punto di vista letterario e anche culturale – conclude Pamio – e che è poco conosciuto. A tal proposito siamo particolarmente fieri di aver pubblicato l'opera di Tino Di Cicco, che reputo uno dei pensatori più notevoli della nostra regione. Abbiamo scoperto Giovanni Liberato, che ha tradotto l’antica Tabula marrucina, un’iscrizione italica, di cui si riferisce nel libro Chieti nella storia, che abbiamo presentato l’anno scorso. Proseguiremo, questo è certo, nell'opera di valorizzazione dei nostri scrittori più validi”.

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