IN REGIONE OLTRE 150 ETTARI COLTIVATI; DONATO DI MARCO (CIA), ''NO AD APPROCCIO IDEOLOGICO, SERVE CHIAREZZA NORMATIVA''

DOPO SENTENZA CASSAZIONE CAOS CANAPA ABRUZZO, ”TUTELARE SETTORE IN CRESCITA”

12 Giugno 2019 07:01

Regione - Economia

TERAMO – “L'economia della canapa, autentico oro verde, interessa in Italia migliaia di addetti, 3 mila ettari coltivati,  oltre 150 ettari in Abruzzo. Occorre ragionevolezza e certezza delle regole, per non penalizzare un settore agricolo in forte crescita”.

A  lanciare l'accorato appello Donato Di Marco, direttore provinciale L'Aquila-Teramo della Confederazione italiana agricoltura (Cia), nei giorni in cui anche in Abruzzo decine di aziende agricole e centinaia di rivenditori subiscono gli effetti della clamorosa sentenza del 30 maggio della Cassazione a sezioni riunite, che vieta di fatto la commercializzazione di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della cannabis sativa, prodotti di punta di un settore in fortissima espansione.

Prodotti, però, che per la Cassazione non rientrano nell'ambito di applicazione della legge 242 del 2016 sulla “promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, che qualifica come lecita unicamente l'attività di coltivazione per produrre “alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori”.

Niente più insomma foglie essiccate da fumare, o liquidi per la sigaretta elettronica, o ancora gocce e oli da ingerire.

Nella sentenza si dice anche che oli resine e infiorescenze  si possono commercializzare,  se sono “prive di efficacia drogante”. Non è chiaro però nemmeno quale sia il limite oltre cui si può parlare di “efficacia drogante”





Un passaggio che, in attesa delle motivazioni della sentenza, mette il punto interrogativo sulla futura vendita della cosiddetta marijuana depotenziata, che ha al suo interno bassissime percentuali di Thc, la sostanza che produce l’effetto psicotropo, e contiene il Cbd (cannabidiolo) che non ha effetti stupefacenti, ma solo rilassanti.

In Italia, e anche in Abruzzo si sono registrati i primi sequestri, disdette di ordinativi, le confezioni di infiorescenze sono sparite da tabaccherie e locali.

“Molte aziende agricole, anche in Abruzzo – conferma Di  Marco – stanno puntando su questo settore, triplicato nel triennio per volume di affare e superfici coltivate. La canapa del resto è un autentico oro verde, è ricchissima di omega tre, nel mercato oramai si stanno affermando pasta, pane, biscotti prodotti con farina di canapa, tra l'altro priva di glutine a beneficio di chi soffre di celiachia. La canapa trova sempre più applicazioni in bioedilizia e nel settore tessile”.

Non dimentichiamo, prosegue Di Marco, che “negli anni '50 l'Italia è stato il secondo produttore mondiale di canapa dopo l'Unione Sovietica, con 100 mila ettari seminati, un milione di quintali prodotti, prevalentemente per uso tessile”

E aggiunge: “la coltivazione della canapa ha anche una grande valenza ambientale: mantiene la pulizia dei terreni, e li bonifica dalla presenza dei metalli pesanti”.

Per Di Donato, tutto questo fiorente settore, questa opportunità in primis per le aree interne dell'Abruzzo a rischio spopolamento, rischia ora di venir compromesso.





“Si è sviluppata una filiera complessa, di cui le infiorescenze sono solo uno dei prodotti, ma oggettivamente importanti. L'agricoltore sa bene che le sue piante non devono superare il livello di legge di contenuto di thc, perché poi chi commercializza a qualsiasi titolo quel prodotto, non chi lo coltiva e basta, commette un reato”.

Il problema è che non c'è certezza nemmeno sulla soglia minima, sul quantitativo di thc oltre cui scatta, per citare la Cassazione, “l'effetto drogante”.

“La tossicologia forense parla di un limite di 0,5 di thc, sotto cui non c'è nessuno effetto drogante, la legge 245 pone però un limite più restrittivo, di 0,2. E' evidente che serva un provvedimento legislativo, che dia finalmente certezze”.

Ma la questione si è fatta anche politica e ideologica: in periodo elettorale, il vice premier Matteo Salvini della Lega ha iniziato a diffondere l’idea di voler chiudere tutti i canapa shop. Durante il suo giro nelle Marche sono stati chiusi i primi due negozi in provincia di Macerata. Un intento che il Viminale ha un po’ smorzato, emanando una direttiva a riguardo che, però, non prevede la chiusura di negozi. La proposta, comunque, va in una direzione totalmente opposta rispetto a quella degli alleati di governo che a inizio anno hanno presentato in Senato, a firma del senatore Matteo Mantero un ddl per la liberalizzazione della cannabis, anche quella con effetto drogante.

“Il vice premier dovrebbe evitare di fare sparate, serve ragionamento, la questione va affrontata in modo tecnico e scientifico. in tutte le sue implicazioni. Stabilendo regole certe”, si limita ad osservare Di Marco.

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