CRISI: A CHIETI SI SALVANO E-COMMERCE E SIGARETTE ELETTRONICHE

di Lilia D'Alesio

27 Novembre 2013 12:04

Chieti -

CHIETI – La crisi non va in fumo, le sigarette elettroniche si salvano assieme all’ e-commerce, unici settori con indicatori positivi: lo sostiene Confesercenti che ha effettuato l’analisi sui primi dieci mesi del 2013 sul terziario in provincia di Chieti.

Secondo il rilevamento, confrontando i dati con lo stesso periodo del 201 si evidenzia che nella provincia teatina il volume delle imprese del terziario è sceso del 2,4 per cento, a fronte di una media nazionale del -0,6 per cento e di una media regionale positiva per appena lo 0,2 per cento.





La situazione della città di Chieti è ancora più grave con un calo del 3,4 per cento.

Gli indicatori nel capoluogo sono quasi tutti negativi: scende il numero dei negozi di abbigliamento (-2,2 per cento), dei ristoranti (-5,2 per cento), delle edicole (-4,3 per cento) e subiscono un vero tracollo i distributori di benzina (-9,7 per cento) e le rivendite di carni e lavorati collegati (-18,8 per cento). In controtendenza, anche se con ritmi inferiori alle medie abruzzese e italiana, le attività di vendita online (+12,5 per cento), i bar (+1,5 per cento), i fruttivendoli (+10 per cento) e le rivendite di sigarette elettroniche, tipologia sconosciuta solo qualche mese fa tanto da registrare un incremento su base annua del 200 per cento.

“La violenza della crisi – spiegano il presidente provinciale di Confesercenti Franco Menna e il direttore Lido Legnini – dimostra come si stia destrutturando il tessuto economico tradizionale  specialmente nei centri minori e nelle aree interne, dove la gelata dei consumi ha aggravato una situazione già estremamente precaria. Tuttavia in questa provincia, aggiungono i rappresentanti di Confesercenti, pur con dei distingui che interessano certamente le città della costa, siamo costretti a denunciare una situazione ancora più delicata: i segnali di dinamismo che pure si iniziano ad intravedere altrove, qui sono drasticamente più deboli”.





Secondo Confesercenti particolarmente preoccupante “è la situazione del capoluogo, che stenta a trovare la capacità di riprendersi un ruolo nel contesto dell’area vasta e nel suo comprensorio classico. Qui dovrà essere fatto un lavoro in più da parte delle amministrazioni, perché così – chiude Confesercenti – non si va da nessuna parte”.

 

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