COVID: SUL TAVOLO DEI PREFETTO DI PESCARA LA CRISI DEL SETTORE DELLA PESCA

18 Aprile 2020 12:30

Pescara -

PESCARA –  Nella mattinata di venerdì 17 aprile, il Prefetto della provincia di Pescara, Gerardina Basilicata, ha incontrato, in video conferenza, i rappresentanti dell’Amministrazione comunale del Capoluogo, il Comandante della locale Capitaneria di Porto e il Presidente dell’Associazione Armatori Pescara, in rappresentanza degli armatori della pesca, per approfondire, nell’ambito delle attività volte a monitorare le attuali situazioni in cui versano i diversi settori produttivi del territorio, le difficoltà del comparto pesca.

Nel corso dell’incontro è emerso che, a causa della crisi epidemiologica in atto, gli armatori delle grandi barche di Pescara hanno responsabilmente e volontariamente sospeso le attività di pesca dal 12 marzo, non essendo oggettivamente possibile rispettare negli angusti spazi delle barche, sia durante l’espletamento delle attività lavorative, sia durante i periodi di pausa e di riposo, il distanziamento sociale e le altre misure di contenimento della diffusione del virus.





Attese le gravi ripercussioni economiche che il fermo sta causando al comparto e alle tante famiglie che dipendono dall’attività ittica, il Presidente dell’Associazione Armatori Pescara ha ribadito il contenuto delle richieste già rivolte al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per sollecitare interventi di pronta liquidità con il pagamento degli aiuti economici relativi ai periodi di arresto temporaneo obbligatorio per gli anni 2018 e 2019 e la velocizzazione dei tempi di erogazione della cassa integrazione, estesa attualmente anche al comparto pesca.

L’Associazione ha fatto presente, inoltre, che è indispensabile la modifica del D.M. n. 13128 del 30 dicembre 2019 nella parte in cui fissa dal 17 agosto al 15 settembre 2020 il periodo di arresto temporaneo obbligatorio per la pesca a strascico per i Compartimenti da San Benedetto del Tronto a Termoli, periodo di arresto da anticipare all’attuale periodo di fermo causa COVID-19.

Il Prefetto ha assicurato che le questioni sollevate saranno portate all’attenzione del Ministro dell’Interno per le conseguenti iniziative. Si informa che, nel frattempo, sono diventate complessivamente 612 le aziende che hanno comunicato al Prefetto la prosecuzione dell’attività a seguito del D.P.C.M. 22 marzo 2020 e ss.mm.ii. e del D.P.C.M. 10 aprile 2020. Specificamente, 571 sono le comunicazioni ex art. 2, comma 3, del D.P.C.M. 10 aprile 2020, di cui 54 incorso di istruttoria. I provvedimenti di sospensione sono 4.





Le comunicazioni ricevute ai sensi del comma 12 dell’art 2, che costituiscono la novità introdotta del D.P.C.M. 10 aprile 202 con riferimento alle attività produttive sospese, per i casi in cui si richiede l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservativa e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione, come anche per la spedizione verso terzi di merci giacenti in magazzino e la ricezione in magazzino di beni e forniture, sono 37.

Le Forze di Polizia, l’Ispettorato territoriale del lavoro e il Servizio prevenzione e Salute negli Ambienti di lavoro (SPRESAL) della ASL di PESCARA effettuano i controlli per verificare la corrispondenza delle attività dichiarate con quelle oggetto della comunicazione e per accertare, anche a campione, all’interno delle aziende per le quali è consentita l’attività, il rispetto delle condizioni di lavoro e di sicurezza anche ai sensi del protocollo operativo siglato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo 2020 ai fini della prevenzione e del contenimento del contagio nei posti di lavoro.

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